Prosegue questo sabato, e andrà avanti per tutti i sabati successivi, ‘Lo Sport che amiamo’, una rubrica dedicata a personaggi e storie di sport della nostra città e della nostra regione. Ci piace raccontare quel che c’è oltre il risultato sportivo: il sudore, la fatica, il sacrificio, il duro allenamento, l’impegno, le rinunce, lo spirito del gruppo. Tanti valori che vogliamo portare avanti e mettere in luce con quello che sappiamo fare meglio: comunicandoli. Comunicarli significa amplificarli, ed ecco perché lo sport può diventare, sempre di più, ‘Lo Sport che amiamo’. Ci accompagna in questo percorso un giovane di belle speranze: Federico Traverso, laureando in Scienze della Comunicazione. Oggi parliamo di Ginetto Parodi, l'anima della trasformazione della Fascia di Rispetto di Pra' come centro sportivo.
Ginetto Parodi, storico presidente dell’Associazione Pra' Viva, racconta la nascita e le trasformazioni della Fascia di Rispetto, dalle prime lotte fino alla situazione attuale.
Ginetto Parodi, la Fascia di Rispetto è oggi un luogo di aggregazione all’insegna dello sport. Lei che ne ha vissuto lo sviluppo, come ci si è arrivati?
“La Fascia di Rispetto mi fa venire in mente due cose. La più bella spiaggia del Ponente, parte integrante della tradizione anche economica di Pra', e la straordinaria partecipazione, forse mai registrata in Italia, per la conservazione di un territorio. Quando, a metà degli anni Sessanta, venne presentato il progetto del porto commerciale, in città quasi nessuno si oppose, perché significava lavoro, opportunità, e perché non c’era ancora una coscienza ‘ambientalista’. Quando, però, comparvero i primi macchi, l’indomani vi apparve sopra la scritta ‘Pra' Contro’ a caratteri cubitali. Una cosa mai successa. A quel punto il presidente del Municipio di allora, Pietro Bruzzone, lanciò l’idea di un Comitato per la difesa e la salvaguardia del litorale di Pra'. Ed ebbe un’adesione mai vista. Così cominciò la lotta per il territorio. Io, da presidente del Municipio prima e da presidente dell’associazione poi, quasi mai ho trovato un sindaco contrario. Si progettò tutto, per la prima volta con dei cittadini, dal campo della regata al campo di calcio, per il quale riuscimmo a fondere due società storiche di Pra' come l’Edera, espressione della sinistra praese, e la Folgore, cattolica. La cosa che mi è rimasta della mia presidenza è stato questo lunghissimo momento di solidarietà, a prescindere dagli schieramenti politici, religiosi o culturali. Riuscimmo a ottenere addirittura la concessione demaniale marittima diretta, quasi impossibile per un soggetto privato come noi. Anche se oggi, con la revoca della concessione e lo scioglimento dell’associazione, personalmente credo che l’aspetto aggregativo sia venuto meno”.
La Fascia di Rispetto è diventata un punto di riferimento anche per il canottaggio, tanto che la Federazione Italiana Canottaggio nel 2014 ha inaugurato il suo primo centro periferico proprio a Pra'.
“Sì, il primo riempimento fu inaugurato con una manifestazione storica, i campionati italiani di canottaggio, mai visti a Genova prima d’ora. Oggi, però, lo spirito di socialità con il quale era nato il centro ha lasciato spazio all’associazionismo, il che è diverso”.
La Fascia negli anni è diventata un centro che racchiude varie attività, dal jogging al ciclismo, dalla pallanuoto al calcio con l’Aquacenter e il campo “Baciccia”: che cosa direbbe del passato vedendo i risultati ottenuti oggi?
“Direi che lo spirito iniziale di socialità con cui si è costruita, insieme all’enorme partecipazione dei cittadini del Ponente, è stato in parte tradito. Vorrei che venisse garantito ai cittadini di Pra' un uso privilegiato della struttura.”
A proposito della sfera sociale, le sfide per Pra' sono state tante nel corso degli anni: in questo senso, cosa può rappresentare per il quartiere la Fascia di Rispetto?
“Sicuramente, la più straordinaria trasformazione urbanistica che la città abbia mai visto, oltre al Porto Antico. Si è trattato di un recupero del territorio attuato grazie all’impegno dei cittadini. Nata, sostenuta e progettata dai cittadini stessi: ribadisco, la partecipazione è stata fondamentale. Proprio per questo credo che la sua gestione tramite le società avrebbe dovuto rimanere come tale. Per me è stato un privilegio esserci, i risultati sono stati formidabili, al di là delle aspettative, ma sono un po’ deluso della situazione attuale”.