Politica - 22 luglio 2024, 18:02

Inchiesta corruzione in Liguria, ora le dimissioni di Toti e le elezioni a novembre non sono più un tabù

Nel caso di un passo indietro entro fine luglio, si dovrà andare al voto nel giro di 90 giorni. Si guarda alle urne insieme a Emilia-Romagna e Umbria, ma manca un nome

Inchiesta corruzione in Liguria, ora le dimissioni di Toti e le elezioni a novembre non sono più un tabù

Gli ultimi giorni hanno segnato un cambio di passo nella narrazione politica dell’inchiesta che ha portato all’arresto del presidente Giovanni Toti. Conseguenza diretta della seconda ordinanza di custodia cautelare, questa volta per finanziamenti illeciti, che sembra avvicinare sempre più l’ipotesi di dimissioni e di elezioni anticipate.
Ed ecco che il dito scorre sul calendario a cercare gli intrecci di date e scadenze per ipotizzare un election day che dia alla Liguria una nuova amministrazione dopo nove anni di guida Toti e diversi mesi di stallo post inchiesta.

Nel caso in cui Toti dovesse dimettersi entro fine luglio (portando anche alla caduta della giunta), seguendo lo statuto regionale sarebbe necessario indire una nuova elezione nel giro di 90 giorni. Ipotesi che porterebbe la Liguria ad andare al voto il 17 e il 18 novembre insieme all’Emilia-Romagna e all’Umbria. Soluzione non gradita al governo e, in generale, al mondo del centrodestra per evitare l’onda lunga della campagna elettorale del centrosinistra per le altre due regioni, anche facendo sponda sull’inchiesta.

Al netto di date, possibili dimissioni e accorpamenti più o meno graditi, la scelta del passo indietro non può prescindere dalla nomina di un candidato che guidi la squadra del centrodestra alle urne.
E se il centrosinistra sembra ormai vicino alla scelta di Andrea Orlando e su un progetto di ‘campo largo’ ligure già passato per il primo appello della piazza, sulla sponda del centrodestra ci si ferma a indiscrezioni, voci e qualche sporadica voce di corridoio. Ci si divide tra chi ipotizza una scelta in continuità puntando su fedelissimi di Toti come Marco Scajola e Ilaria Cavo e chi, invece, pensa a un radicale cambio di passo in direzione del mondo civico apartitico. Anche se sembra difficile fare i conti senza coinvolgere i partiti di governo, pronti a dire la loro non solo per l’eventuale prosecuzione dell’amministrazione Toti, ma anche sulla scelta del candidato alla successione. Un panorama ampio e sfaccettato che sarà al centro del vertice convocato per venerdì.

In merito al toto-nomi, ai nostri microfoni Matteo Rosso, segretario regionale di Fratelli d’Italia, aveva detto con chiarezza “Abbiamo un nome”, mentre Claudio Muzio, capogruppo di Forza Italia in Regione, sempre sulle pagine de La Voce di Genova era andato in direzione opposta rispondendo con un secco “Assolutamente no” alla domanda in merito a un possibile nome per la candidatura a presidente.

Pietro Zampedroni


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