Lunedì scorso è simbolicamente partita la corsa del mondo del centrosinistra unito alle elezioni regionali, anticipate o meno che siano.
Al tavolo della sanità organizzato dalle opposizioni in consiglio regionale hanno preso parte anche tutte le forze che non siedono in aula, ma sono vicine all’area anti-totiana, per una prima prova generale di ‘campo largo’ in salsa ligure. Ha funzionato in Sardegna, ha funzionato alle amministrative a Sanremo e, guardando all’estero, ha funzionato per sconfiggere la destra estrema in Francia. Un esempio che, quindi, può essere riportato anche alla corsa elettorale che darà un nuovo presidente alla Liguria dopo i dieci anni di governo Toti, finito come nessuno poteva immaginare.
Ne abbiamo parlato con Luca Garibaldi, capogruppo del Partito Democratico in regione, tra i più ferventi oppositori della giunta Toti e, inevitabilmente, uno dei principali registi dell’alternativa al centrodestra regionale.
Lunedì si è riunito il tavolo del centrosinistra per discutere di sanità ma si è detto più volte che poteva essere anche una prima prova di ‘campo largo’. È stato così?
“Con i colleghi di opposizione in consiglio abbiamo lavorato sui temi e abbiamo deciso di ampliare questo tavolo alle forze politiche di opposizione al governo regionale mettendo insieme il lavoro dell’aula e quello politico. Abbiamo parlato di sanità ed è il primo dei momenti di confronto che faremo perché l’unità si costruisce su temi e alternativa. È stato un momento importante perché ci si coalizza sul tema principale che è il fallimento sanitario della giunta Toti. L’80% del bilancio è sulla sanità e in nove anni tutti gli indicatori sono negativi. Abbiamo lavorato negli anni con proposte concrete e le abbiamo messe a disposizione delle forze politiche provando a ragionare nel merito dei progetti e di un programma di alternativa”
Siete partiti insieme lunedì, arriverete insieme alle elezioni?
“Lavoriamo per costruire le condizioni di una grande unità, in questi anni abbiamo lavorato insieme e allargando il fronte a tutti i soggetti a cui non va bene questo modello di governo. L’obiettivo è costruire un fronte largo e che abbia le spalle solide per rimettere in sesto questa regione”.
Quanto successo in Francia può essere un esempio?
“È indicativo il fatto che ci sia da un lato una destra regressiva e dall’altro un fronte che ha lavorato in alternativa a un modello nazionalista. Esiste la necessità di mettere un freno ad alcune derive nazionaliste. Penso che l’unità sia un valore e lo è anche mettere insieme le differenze per costruire un’alternativa”
Come si convince un elettore della sinistra più radicale, oppure del MoVimento 5 Stelle, a votare una coalizione in cui ci sono anche Azione e i renziani?
“Partendo da alcune domande: il tuo bisogno di cittadino in merito alla sanità, alla suola, ai servizi pubblici è migliorato o peggiorato? Preferisci che ci sia una Regione che si occupi delle liste d’attesa, di dare garanzie per il trasporto pubblico, per la cura degli anziani oppure pensi che sia più giusto privatizzare ogni servizio e chi ha di più si può curare e gli altri si arrangiano e prendono il minimo indispensabile? Bisogna scegliere. Penso che si troverà una grande convergenza su uno Stato che sia in grado di dare soluzioni per i bisogni dei cittadini, per rispondere alle esigenze di chi è più in difficoltà e di chi vuole crescere contro chi vuole campare di rendita. Si convinceranno gli elettori sulla base dei risultati di questi anni, una Regione peggiore sotto molti punti di vista in cui è difficile trovare un’idea di futuro”
Anche sul nome troverete compattezza?
“In una situazione così drammatica ci sarà un grande senso di responsabilità da parte di tutti. Andrea Orlando ha ribadito la sua disponibilità a candidarsi e penso che sia il nome più autorevole e più forte che il Partito Democratico può mettere a disposizione della coalizione e può aiutarci a uscire da una situazione straordinaria. Ci sarà una discussione sul modo migliore di presentarsi, ma penso che la figura di Orlando possa dare una spinta forte per rendere forte e credibile un’alternativa”
Che ruolo avrà il civico nella vostra coalizione? Su scala regionale sostiene il centrodestra, ma in alcuni territori si è schierato contro i partiti di governo. Cercherete appoggi anche in quel panorama?
“Dovremmo smitizzare una cosa: non esiste il mondo civico che sostiene il centrodestra. C’è stata un’operazione in cui una parte del centrodestra si è mascherata in civismo ma si è trasformata in cinismo. Ci sono soggetti che vogliono costruire un’alternativa che parta dal protagonismo dei territori, da un ascolto delle esigenze. Quel mondo è stato tradito. Il centrodestra si è occupato di pochi e selezionati interessi, ha tagliato fuori dalla discussione molte parti di questa regione dividendo il mondo in sue, tra chi è loro amico o loro nemico. Di fronte a questo noi lanciamo un segnale, abbiamo bisogno di un reale protagonismo civico che parta dalle comunità locali e da forme di democrazia e partecipazione, cose che sono sempre state negate. Ci sarà un dialogo con le forze realmente civiche e che vogliono un protagonismo vero delle comunità. Su questo faremo un lavoro attento e ci sono segnali che ci dicono che dove c’è un elemento di civismo vero questo dialoga con soggetti che riconoscono il valore della partecipazione e dei progetti sul territorio e non delle imposizioni dall’alto”