Canoni di comunicazione che rendono il pensiero uniforme, cancellando la libertà dello stesso. Il politicamente corretto per Fabrizio Galluzzi è un ritorno al Medioevo culturale e solo le scorrettezze, affrontate con ironia, sono l’unico salvagente per non annegare.
Lo racconta l’autore nel suo libro ‘Temi moderni: perché il politicamente scorretto ci salverà’, edito da De Ferrari.
Un volume in cui, come ribadisce Galluzzi, si parla di “tempi moderni o postmoderni che siano, in cui siamo sistematicamente assoggettati ai canoni di una nuova religione, alla quale sembra impossibile sfuggire: è la religione del politicamente corretto, che ci informa puntualmente sulle cose che si possono dire e quelle che non si possono dire, e addirittura sulle modalità espressive che si devono adottare per comunicare”.
Secondo Galluzzi, “ciò è contrario ad ogni forma di libertà di pensiero, e soprattutto tende ad annullare le conquiste democratiche che si sono raggiunte faticosamente nei secoli, riportandoci a una sorta di Medioevo culturale. E se fosse arrivato il momento di ribellarci a questa dittatura, magari con l’uso di una sottile ma incisiva ironia, e provare a concentrarci sui veri problemi di un
mondo che sta scivolando sul piano inclinato di un conflitto globale?”.
Il libro sarà presentato alla Feltrinelli di Genova il prossimo 4 luglio.
Imprenditore classe 1962 e laureato in ingegneria elettronica, Fabrizio Galluzzi è stato presidente della Sezione Terziario di Confindustria Genova. Fondatore e Ceo della società TB Engineering, è anche amministratore delegato e consigliere di amministrazione di diverse società operanti nel settore tecnologico e sul mercato internazionale, oltre che consulente d’azienda. È esperto di trasporti terrestri, marittimi e aerei.