Attualità - 22 giugno 2024, 08:15

Quelli che restano in città: in aumento chi rinuncia alle vacanze per motivi economici

Le ferie estive, secondo le stime, quest'anno costeranno tra il 20 e il 23% in più rispetto al 2023

Quelli che restano in città: in aumento chi rinuncia alle vacanze per motivi economici

Non bastava il caro-vita in generale, i prezzi della benzina alle stelle da mesi - o più probabilmente anni - e il carrello della spesa sempre più insostenibile per le famiglie, che si trovano a fare i conti con un portafoglio sempre più sottile, mesi sempre più brevi dal punto di vista della capacità di spesa e prezzi al consumo che portano a scegliere attentamente a costo di rinunciare al supermercato anche ai prodotti base (si pensi all'olio d'oliva sul quale si prepara un decreto ad hoc per eliminare l'iva dal prezzo).

Non potevano essere esenti le vacanze da questa corsa al rialzo dei prezzi: ferie che secondo le stime quest'anno costeranno tra il 20 e il 23% in più rispetto al 2023. E a livello nazionale incrociando i calcoli di diverse piattaforme e centri studio saranno in media 4,5 milioni gli italiani che - tra la popolazione di vacanzieri - dovranno rinunciare alle ferie, ben più della metà per motivi economici. 

Circa un 7% che, se ribaltato sulla popolazione in partenza, equivarrebbe a centoventimila liguri più o meno in via di rinuncia alle ferie.

La Liguria non è certo famosa per i prezzi contenuti per quanto riguarda i servizi turistici, Genova compresa, basti pensare che - a tariffario 2024- un abbonamento stagionale ai bagni San Nazaro di corso Italia (storicamente comunali) per tutta la stagione estiva dal 1 giugno fino al 15 settembre costa dai 1700 euro per una cabina piccola più 1 ombrellone e 2 a scelta tra lettino-sdraio o sedia, per salire a seconda delle dimensioni della cabina fino ai 2950 euro.

Non solo: i prezzi in questione valgono dalla terza fila in giù, per il resto c'è un supplemento di 100 euro per la prima fila, 50 per la seconda. E tutto questo vale per una spiaggia a partecipazione pubblica.

Ma il caro prezzi, le mancate partenze e la pressione turistica in costante ascesa rendono così ancora più eclatante la drammatica assenza di spiagge libere a disposizione di residenti e turisti. E quindi cosa resta da fare per chi trascorrerà l'estate verosimilmente in città?

Il primo riferimento sono le spiagge libere cittadine, circa una ventina da est a ovest, con presidio dinamico e per lo più attrezzate con doccia a disposizione. Si entra senza pagare alcunché fatto salvo il costo di un eventuale pranzo o dei trasporti per raggiungerle. Prese d'assalto nei fine settimana, qui il problema vero è trovare un posto quando il sabato e la domenica possono essere migliaia - in particolare nel Ponente fra Pegli e Vesima - i fruitori della spiaggia libera. 

Sempre nel Ponente il tema degli ultimi anni riguarda Villa Azzurra, una vera e propria istituzione, dove l'ultimo ripascimento post covid aveva però visto posare pietre talmente aguzze, da convincere gli abituali fruitori (e non fachiri) a spostarsi qualche spiaggia più in là per evitare dolorose esposizioni finché il mare non avrà fatto il suo corso nel limare le pietre dell'arenile. E così è rimasto fino allo scorso 2023. 

Ad un costo contenuto restano comunque accessibili anche le piscine in città per le quali bisogna mettere in conto non meno di una ventina di euro tra ingresso e posto al sole.

In alternativa restano a disposizione anche rinfrescanti gite nell'entroterra genovese e ligure, al riparo alla calura estiva, che offre innumerevoli località fornite di laghetti, spesso però non meno assaliti dal turismo cittadino mordi e fuggi rispetto alle spiagge.

Valentina Carosini

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