Del panorama di Boccadasse, delle sue creuze e delle sue prospettive esistono incisioni, disegni, foto.
Chi si affaccia su questo piccolo luogo magico non può rimanere indifferente al suo fascino antico: la spiaggia, affollata in ogni stagione dell’anno, per secoli è stata partenza e arrivo dei pescatori del borgo che, tornati a terra, riannodavano le reti rotte all’ombra della chiesa di San Francesco.
Secondo le ipotesi maggiormente accreditate, vista l’assenza di fonti certe, sembra che il nome Boccadasse possa derivare dalla conformazione della baia che richiamerebbe il profilo di un asino. Boccadasse vorrebbe dire dunque ‘bocca d’asino’, in genovese bocca d’âze.
C’è anche chi sostiene che l’origine del nome sia da ricercarsi nei riferimenti al torrente ‘asse’ che scorreva sotto al tracciato di quella che oggi è via Boccadasse, alimentando lavatoi e fontane prima di sfociare in mare.
Leggenda vuole che il borgo sia stato fondato da un gruppo di pescatori spagnoli attorno all’anno Mille. Colti da una tempesta, qui avrebbero trovato rifugio salvandosi la vita.
A capitanare la ciurma sarebbe stato De Odero e da lui sarebbe derivato il cognome Dodero, ancora oggi largamente diffuso in città.
E pensare che a inizio Novecento il borgo ha rischiato di sparire per sempre.
Con la costruire della nuova strada lungomare ‘corso Italia’, realizzata tra il 1909 e il 1915 ma progettata qualche anno prima, si sarebbe dovuto facilitare l’accesso alle spiagge su cui iniziavano a sorgere i primi stabilimenti.
Nel piano regolatore era dunque previsto che la strada parallela alla costa continuasse fino alla foce dello Sturla tagliando in due i borghi di Boccadasse e di Vernazzola, come accaduto, seppur non totalmente, per San Pietro della Foce.
Una scelta non tollerabile per gli abitanti che, fermamente, scelsero di opporsi riuscendo così a far deviare il progetto lungo via Cavallotti e piazza Sturla, ‘circumnavigando’ i due piccoli centri.
Così, grazie alla presa di posizione di quel gruppetto di genovesi, oggi possiamo ancora passeggiare per le stradine di Boccadasse, arrivare sulla sommità di capo Santa Chiara e lasciarci accarezzare dal rumore del mare, lasciando che il tempo si fermi per qualche istante.