Era il settembre 2023 quando a Jessica Nicolini, giornalista e portavoce del presidente della Liguria Giovanni Toti, veniva assegnato il ruolo di ‘Coordinatrice delle politiche culturali di Regione Liguria’, incarico arrivato direttamente dal presidente e assessore alla Cultura. A distanza di quasi un anno, con la tempesta giudiziaria relativa all’inchiesta sulla corruzione in Liguria che infuria e il presidente stesso agli arresti domiciliari, le opposizioni in consiglio regionale attaccano la giunta guidata attualmente dal presidente ad interim Alessandro Piana per capire come e perché il ruolo sia stato assegnato proprio a Nicolini. E, inoltre, perché quel ruolo sia ora decaduto (o sparito dai radar).
Una premessa: nelle settimana successive all’arresto di Toti (attualmente sospeso) la macchina comunicativa della Regione è stata completamente smontata e il gruppo di lavoro del presidente “separato” e “riassegnato”. Nicolini, pochi giorno dopo l’arresto, era stata invitata a prendersi un periodo di ferie.
Il suo nome è arrivato in consiglio regionale per voce del consigliere Luca Garibaldi (PD - Articolo Uno): “Stiamo discutendo di una figura anomala che vorrebbe fare l’assessore ma non può. Ma intanto l’ha fatto. Ha una delega che è di competenza assessorile e che non è compresa nello statuto regionale. Chiediamo un accesso agli atti per capire su che base è stata fatta questa nomina. Come funziona? Quando c’era Toti era lui la fonte di diritto? Quali sono i presupposti di legittimità? È molto interessante questa Regione in cui Toti poteva fare tutto, ma Piana no”.
“L’incarico è un’estensione del ruolo di portavoce, senza maggiori oneri - ha risposto il presidente ad interim, Alessandro Piana - in quanto estensione del precedente incarico trova fondamento nella legge 5 dello statuto regionale. Non è una forma di delega alla materia”.
Risposta che non è andata giù a Garibaldi: “Apprendiamo che il titolo attribuito era fasullo. Era staff, ma un membro dello staff non fa attività da assessore. Non vorrei che fossero cose senza fondamento, ma se le faceva Toti allora andava bene. Quante sono queste figure? E chi ha ora la delega alla cultura?”. Per dovere di cronaca, alla seconda domanda Piana ha ribattuto indicando sé stesso, mentre la prima è rimasta senza risposta.