Un protocollo per garantire lo sviluppo del nuovo Quartiere Diamante partendo dalle richieste della popolazione per rispondere puntualmente alle esigenze dei residenti e riconnettere il tessuto sociale.
Queste le intenzioni del documento ‘per lo sviluppo di un processo di partecipazione relativo a una parte degli spazi collettivi del nuovo quartiere’ firmato a marzo dagli Assessorati ai Lavori Pubblici e Avvocatura e Servizi Sociali del Comune di Genova, dal Municipio V Valpolcevera, da Arte Genova, dall'Ordine degli Architetti P.P.C. di Genova, dal Dipartimento Architettura e Design - DAD Università degli Studi di Genova e dalla Direzione Socio Sanitaria della ASL 3.
Una grande squadra che ha lavorato per realizzare principalmente tre opere richieste dalla popolazione: la nuova piazza, il nuovo teatro all'aperto per concerti ed eventi, la Casa della Cultura per attività ricreative.
Riferendosi all’importanza di una condivisione di progettualità, il professor Massimiliano Giberti, associato in Composizione Architettonica Urbana e Coordinatore del Dottorato in Architettura e Design, spiega: “È un momento nel quale il progetto di trasformazione del quartiere Diamante può ricevere un contributo propositivo anche da esterni che non sono stati direttamente coinvolti nel progetto dall’inizio ma che possono portare qualità e innovazione all’interno di un percorso che sarà ancora lungo”.
L’assessora alle Politiche Sociali del Comune di Genova Lorenza Rosso aggiunge: “Sono molto felice di questo percorso, è un percorso condiviso; ho sempre sostenuto che alla rigenerazione urbana debba affiancarsi una rigenerazione sociale altrimenti si costruiscono belle cattedrali nel deserto che però non servono, non aiutano, non arrivano al bisogno. Questo è un principio che abbiamo adottato per il centro storico e per diversi quartieri della città, continueremo ad adottarlo per tutte le rigenerazioni urbane che riguarderanno la città e non solo. È necessario mettere al primo posto il bisogno del cittadino quindi ascoltarlo”.
I contenuti del progetto condiviso potranno riguardare l’assetto geometrico dello spazio collettivo, le suddivisioni tra i percorsi e le aree verdi, le scelte degli arredi e della loro posizione nello spazio, il posizionamento di piccole opere d'arte funzionali al ridisegno dello spazio aperto, la tipologia del verde, nuovi elementi architettonici leggeri (quali ad esempio pergole e pensiline), materiali da impiegare. I contenuti del progetto condiviso non potranno riguardare anche scelte che comportino modifiche strutturali sostanziali come: muri di contenimento strade, strutture di maggiore complessità rispetto alle piccole opere d'arte sopra citate. La dimensione dell'area interessata dalla co-progettazione non potrà superare i 1.000 metri quadrati.
Un lavoro lungo che ha preso il via nell’ottobre del 2020 con gli incontro del ‘Tavolo del Diamante’ a cui hanno partecipato, oltre ai firmatari del Protocollo anche il terzo settore con la Cooperativa Sociale Agorà e la Comunità di San Benedetto al Porto. Gli incontri si sono conclusi a gennaio 2021 con la redazione di un dossier di sintesi: RUD - Rigenerazione Urbana Diamante, a cura del Gruppo di lavoro del "Tavolo del Diamante”.
Quanto emerso dagli incontri ha portato a un processo di accompagnamento e supporto dei nuclei familiari che hanno lasciato la Diga per permettere la demolizione totale della Diga Rossa e parziale di quella Bianca, dove restano a testimonianza del complesso esistito trentasette appartamenti.
Sull’importanza della scelta, l’assessore e vicesindaco Pietro Piciocchi non ha dubbi: “Credo sia stata una scelta importante che vada replicata anche in altri ambiti dove stiamo in questo momento realizzando importanti interventi di rigenerazione urbana. Una scelta non scontata che deve compatibilizzarsi con un intervento che ha tempi molto stretti, dettati dal bando a cui abbiamo avuto accesso per ottenere il finanziamento. Questo è un grande problema che ha posto il PNRR, vale a dire come rendere compatibile l’esigenza posta dal legislatore per accelerare le opere, con l’esigenza altrettanto importante di una democrazia matura di parlare con il quartiere, con le persone, per avere la certezza di spendere risorse ed energie per fare cose che siano utili alla gente”.
“Sono emerse delle suggestioni interessanti sull’organizzazione degli spazi esterni - prosegue il vicesindaco - alcune che probabilmente anche in sede di variante porteranno ad alcune revisioni del progetto ma ben venga perché è giusto che i cittadini sentano come cosa loro quello che stiamo facendo.
A proposito delle tempistiche, non c’è una data certa: “L’obiettivo è di finire entro la fine del 2025. Ci stiamo lavorando, i lavori sono iniziati. Il Diamante è un quartier molto esteso, stiamo intervento in tanti immobili con il rifacimento di cappotti, facciate, rigenerazione urbana ed efficientamento energetico. Ci vorrà del tempo ma un cambio di marcia si è notato”.
Paolo Gallo, Amministratore Unico di Arte aggiunge: “È un bel passo avanti. Siamo contenti, come Arte, di essere parte in causa e attiva di un percorso di coinvolgimento della cittadinanza. Direi che in tempi non sospetti, quando abbiamo spostato trecentosettantaquattro nuclei, in realtà l’utenza l’abbiamo ascoltata, l’abbiamo guidata e quindi siamo contenti che il percorso di partecipazione di attenzione e di ascolto prosegua. I lavori non hanno nessun ritardo e sono nella terza fase, cosiddetta del progetto di RestarBegato, entreremo anche in aspetti puntuali ma è il lavoro che il tavolo da adesso in poi deve iniziare a fare. Alcune osservazioni erano state recepite, è un percorso che tutti giudicano positivo, Noi come soggetto attuatore siamo la parte che potrebbe risentire delle proposte ma le viviamo con grande partecipazione e serenità”.
Un lavoro importante che ha visto in prima linea il Municipio. A proposto, il presidente Federico Romeo aggiunge: “I progetti sono stati suggeriti a seguito di un percorso partecipato che c’è stato in Municipio ma che c’è stato direttamente sul territorio da parte di chi ha avuto il compito di organizzarlo rispetto all’utilizzo delle aree esterne, quindi di una comunità all’interno del nuovo quartiere rigenerato dove possano esserci spazi ludici, ricreativi, sportivi, attività sociali sia per gli anziani che per i più giovani. È un territorio dove cooperano tantissime attività come la scuola della pace di Sant’Egidio, al PalaDiamante a tutti i servizi gestiti dai servizi sociali del territorio quindi il centro servizi famiglie che fa un lavoro importantissimo e fondamentale nel quartiere. Quello che chiediamo è che ci sia una particolare attenzione sui servizi di vicinato, servizi per la salute, servizi per la prossimità delle persone più fragili perché è molto importante in quella zona della vallata”.
Tra tutte, l’opera maggiormente attesa riguarda l’apertura di un ambulatorio: “La grande richiesta a gran voce che sarà gestita con l’Ordine Militare di Malta. Questo è un obiettivo importante”.
I TRE ASPETTI DI RIGENERAZIONE
Il tavolo ha permesso di evidenziare tre richieste: la nuova Piazza, il nuovo Teatro all'aperto e la Casa della Cultura.
La nuova Piazza, richiesta da più dell'86% degli intervistati, risponde al bisogno di avere nuovi spazi pubblici e percorsi pedonali per la comunità, che siano dotati di panchine, giochi per bambini, alberi e aree verdi, fontanelle di acqua potabile. Tra le altre richieste: l'area per cani, la pista di pattinaggio, l'area skate, l'area pic-nic, uno spazio che si presti ad ospitare eventi e mercatini, murales sui prospetti che si affacciano sulla piazza, tettoie e infine spazi attrezzati per barbecue all'aperto e rastrelliere per le biciclette.
Tra le istanze raccolte anche quella di dotare il quartiere di: bar, bocciodromo, edicola, telecamere di video-sorveglianza, elementi illuminanti, cestini per i rifiuti, elementi floreali, campi sportivi e polifunzionali, attrezzature per lo sport all'area aperta.
Quasi il 70% degli intervistati desiderano un nuovo luogo all'aperto nel quartiere, un Teatro che possa ospitare eventi, concerti, spettacoli per bambini, rappresentazioni teatrali, spettacoli di marionette, cinema, feste di quartiere e manifestazioni sportive.
Infine, la Casa della Cultura, della quale si sta ripensando la collocazione, nel report di "Avventura Urbana" viene immaginata "come: un luogo bello, accessibile a tutti e gratuito: un vero e proprio centro di aggregazione per il quartiere, un luogo denso di attività culturali, un luogo denso di opportunità ricreative. (...) Essa dovrà divenire un centro di aggregazione permanente per il quartiere denso di spazi per ospitare attività diverse per anziani e bambini, ovvero: una palestra di riabilitazione, una libreria collettiva, un'aula studio, uno spazio espositivo per mostre ed eventi, uno spazio in cui fare giochi da tavolo, una ludoteca, una sala da ballo, uno spazio per la meditazione e uno per le assemblee, un punto di ascolto per le donne, uno spazio per attività per disabili, un internet point, una piccola discoteca per giovanissimi, un cinema, uno spazio per spettacoli. Dovrà avere luoghi capaci di ospitare laboratori e corsi gratuiti volti ad incentivare la cultura, la manualità e l'apprendimento di mestieri, come corsi di teatro, cucito, cucina, pittura, lettura, uncinetto, decoupage, musica, lingua italiana per stranieri e lingue straniere per gli italiani, educazione civica"
Significativo è l'interesse al progetto di rigenerazione urbana: dall'analisi delle risposte pervenute, oltre il 57 % dei cittadini intervistati è risultato interessato a partecipare agli incontri per ragionare sugli aspetti del progetto per proporre soluzioni migliorative. Con la firma del protocollo, il Tavolo del Diamante continua a riunirsi con cadenza mensile portando avanti gli esiti del percorso di partecipazione, monitorando la costruzione delle opere, proseguendo il percorso di accompagnamento sociale dei residenti.