Elezioni Europee del 2024, in Liguria Fratelli d’Italia si conferma come primo partito, con il 26,7%, mentre il Partito Democratico, in ascesa, si ferma al 26,29%, con uno scarto di appena tremila voti. Tutte le 1785 sezioni sono state scrutinate, quindi il risultato è definitivo, mentre lo spoglio per quanto riguarda le Elezioni Amministrative (che in Liguria interessano centoventicinque comuni) inizierà nel pomeriggio di oggi.
Nella nostra regione la Lega arriva all’8,88%, quindi evita il sorpasso di Forza Italia, che si ferma all’8,43%. Perde voti il Movimento 5 Stelle (10,19%), vola anche qui, oltre che a livello nazionale, Alleanza Verdi Sinistra, che arriva al 7,68%. Sia Stati Uniti d’Europa che Azione non raggiungono la soglia di sbarramento al 4%, fermandosi rispettivamente al 3,74% e al 3,53%.
Questo per quanto riguarda la Liguria, mentre a Genova il Partito Democratico torna a essere la prima forza politica, con il 31,09%. Nettamente staccato Fratelli d’Italia con il 21,56%, il Movimento 5 Stelle si piazza terzo con il 12%. Alleanza Verdi Sinistra va al 9,56%, Forza Italia al 6,54%. Malissimo la Lega, che crolla al 6,33%, Azione e Stati Uniti d’Europa rispettivamente al 4,43% e al 4,11%.
A livello nazionale, Fratelli d’Italia cresce ancora e arriva al 28,9%, bene anche il Pd targato Schlein che è al 24,5. M5s crolla invece al 10,5%, tallonato da Forza Italia che va al 9,2% e supera una Lega (all’8,5%) che non monetizza apparentemente l’effetto Vannacci, con il generale che comunque viene eletto all’Eurocamera. Risultato lusinghiero per Avs (al 6,8%) che esulta e manda Ilaria Salis a Strasburgo. Fiato sospeso, invece, per Stati Uniti d’Europa che all’ultima proiezione - la quinta - balla sotto la soglia del 4%, (3,9%) così come Azione di Carlo Calenda quotata al 3,2%.
Ma uno su tutti è il dato che balza agli occhi. Ed è il nuovo record storico dell'astensionismo: solo il 49,69% degli aventi diritto - meno di un italiano su due - si è recato alle urne (alle ultime Europee nel 2019 erano stati il 54,5%, in calo rispetto alla tornata del 2014 quando la percentuale era stata del 57,22%). Un dato, ma soprattutto un trend, che apre una riflessione sia nei partiti di maggioranza che di opposizione.