“Dopo aver aperto un po’ di anni fa l’ufficio patenti della moralità, ormai chiuso, oggi il PD apre anche l’ufficio patenti della capacità politica: è l’assunzione di un ruolo che i cittadini non gli hanno assegnato.
Quando fummo eletti nel 2015, qualcuno dai banchi dell’opposizione ci definì come un’armata Brancaleone, e abbiamo visto come è andata a finire: nel 2020 il vero titolare dell’ufficio patenti, cioè il popolo, ha bocciato sonoramente la coalizione capeggiata da Ferruccio Sansa e ha scelto invece, ancora una volta, questa maggioranza, e lo ha fatto con una percentuale mai vista nella nostra Regione, il 56%. Il fallimento politico, semmai, è quello del PD e della sinistra in Liguria. Non prendiamo lezioni da chi è stato clamorosamente sconfitto nelle urne ed oggi auspica di vincere cavalcando la via giudiziaria”. E’ quanto ha dichiarato in Consiglio Regionale il capogruppo di Forza Italia Claudio Muzio.
In merito poi alle vicende giudiziarie riguardanti il presidente Toti, Muzio ha affermato:
“Forza Italia, che mi onoro di rappresentare in Consiglio Regionale, è da sempre garantista. Ma non è solo Forza Italia ad esserlo: è la stessa Costituzione a sancire in modo inequivocabile, all’articolo 27, che una persona non può essere considerata colpevole sino alla condanna definitiva. E questo principio non tutela solo il presidente Toti, ma tutti i cittadini e tutti gli amministratori, a qualunque schieramento politico appartengano. Oggi tutela Toti come ieri ha tutelato l’allora presidente della Basilicata Pittella ed altri governatori di centrosinistra”.
“Ma la cosa che ho trovato più disdicevole in tutta questa vicenda – ha sottolineato ancora il capogruppo di Forza Italia – è il fatto che, pur di buttare benzina sul fuoco, la sinistra è arrivata al punto di spaccare la Commissione antimafia del Consiglio Regionale, che sin dalla sua istituzione nel 2020 ha sempre operato con spirito di positiva collaborazione tra maggioranza e opposizione, a partire dall’elezione del presidente e del vicepresidente. Dopo aver fatto in tre anni e mezzo un grande e fruttuoso lavoro comune, con voti all’unanimità, in queste settimane la sinistra ha scelto strumentalmente di provare ad utilizzare la Commissione a fini di propaganda, cavalcando le inchieste giudiziarie pro domo sua.
Avevamo chiesto qualche giorno di riflessione per condividere un percorso comune; non ci è stato concesso e siamo stati costretti al voto. E’ stato un tentativo che abbiamo respinto e respingeremo al mittente, perché l’antimafia è un tema troppo importante per essere piegato a battaglie propagandistiche di parte”, ha concluso.