Appena qualche mese fa, la Pro Recco Karate Genova Nervi rischiava di dover sospendere l’attività sportiva per degli improvvisi problemi di agibilità.
Provvidenziale, è proprio il caso di dirlo, era stato l’intervento di don Valentino Porcile che aveva accolto gli atleti e gli allenatori nella chiesa di San Giuseppe lasciando loro lo spazio per allenarsi.
Oggi la società è campione d’Italia nella categoria femminile di Kata esordienti, la disciplina del karatè legata alla forma.
Una favola per le ragazze allenate da Luca Dondero, affiancato dal preparatore atletico Claudio Albertini, e impegnate nel torneo nazionale esordienti a Roma: “Questo è il risultato di un lungo e duro lavoro - spiega il tecnico - vedere i propri atleti vincere, per un allenatore è vincere due volte”.
Un entusiasmo difficile da contenere, contagioso, perché non si può non gioire del successo di questa squadra, arrivato in un anno pieno di sacrifici e difficoltà.
A portare in alto la Pro Recco Karate Genova Nervi sono state Emma Paddeu e Caterina Viacava, impegnate nelle finali per il bronzo, assieme ad Alice Rivara e Cecilia Filippello, tutte esordienti e qualificate dopo le selezioni regionali di Loano, in provincia di Savona, lo scorso 18 maggio.
Con loro in gara anche due ragazzi, anche loro esordienti: Alessio Arriku e Nicola Milano.
Un torneo difficile quello del 2024 che ha visto per la prima volta superare la soglia delle settanta atlete come spiega ancora Dondero: “Già dall’anno scorso avevo l’obiettivo di allenare Emma e Caterina per portarle a questa competizione e per potersela giocare fino in fondo. Prima di scendere sul tatami ho detto loro ‘siete forti, avete raggiunto una maturità tecnica e mentale per potervela giocare con chiunque. Puntiamo a vincere ma se non riusciamo, dobbiamo vendere cara la pelle’. Non volevo ci fosse troppa pressione psicologica ma che potessero dare il meglio di loro stesse durante la competizione”.
E così è stato per le due giovani atlete del gruppo sportivo: “Caterina ha avuto un sorteggio tosto perché quasi tutte le atlete brave erano su quel tatami. Emma è stata un po’ più fortunata nel sorteggio. Ha incontrato la neo campionessa italiana, Martina Beretta della CSK Master, società lombarda, da cui ha perso. L’ho spinta a giocarsela sapendo benissimo che sarebbe stata ripescata perché l’atleta lombarda sarebbe arrivata in finale. Caterina, invece, già al primo turno si trova ad affrontare un’atleta di un bravissimo maestro del Piemonte. Andiamo avanti e arriviamo al quarto turno dove perdiamo dalla seconda finalista, Floriana Carotenuto, atleta di Roma, che nel turno precedente aveva eliminato la vice campionessa italiana”.
Entrambe le atlete vanno ai ripescaggi per potersi giocare così la medaglia di bronzo. Il consiglio del tecnico diventa solo uno: “Godetevi la gara, non avete nulla da perdere”.
Caterina affronta la vice campionessa italiana, sogna il bronzo. Incontra Noemi Sigismondi della Master Rapid e mette sul tappeto il match della vita. Il posto per disputare la finale per il bronzo è suo e dopo aver battuto Maia Volpato della veneta Sport Target si mette al collo la medaglia e sale sul terzo gradino del podio. Pensare che appena due settimane fa la vice campionessa italiana ha ottenuto un quinto posto nel circuito della Youth League in Spagna. Un risultato di spessore per una delle migliori atlete a livello europeo.
In quel momento Emma perde la finale per il bronzo ma gli ottimi risultati ottenuti dalle due promesse della disciplina, uniti a quelli di Rivara e Filippello fanno arrivare la società al primo posto.
“Con Emma siamo quinti in un campionato italiano - prosegue Dondero - essere quinti vuol dire essere atleti di interesse nazionale, essere già qualificati per la prossima edizione non dovendo disputare le fasi regionali. È un risultato di tutto rispetto”.
Lo straordinario risultato ottenuto a Roma è la risposta più bella alle difficoltà che atleti, allenatori e dirigenti hanno dovuto affrontare. A proposito Dondero aggiunge: “Abbiamo avuto una situazione molto critica. Quando capitano eventi inaspettati che rischiando di mandare a monte tutti i progetti, se uno ha la forza dentro e ha il piglio giusto per tirarla fuori, può veramente ribaltare situazioni critiche e renderle situazioni di gioia”.
Per il tecnico, la medaglia è anche di don Valentino Porcile: “La vogliamo dedicare anche a lui perché è grazie a don Valentino che siamo riusciti a continuare l’attività negli ultimi due mesi sia con i bambini che con gli agonisti. Se domani sarà possibile, vorremmo fare una foto tutti insieme davanti alla chiesa”.
“Restando in tema di arti marziali - prosegue - facendo questa mossa don Valentino si è attirato le critiche di certe persone che non hanno capito il suo gesto. Ho letto che molti si sono lamentati della disponibilità di una chiesa come sede di allenamento. Questo risultato è giusto dedicarlo a lui”.
Per il prossimo anno la società ha trovato un accordo con la palestra degli Emiliani e riprenderà le attività nella nuova struttura. Ma certamente questo 2024 è un anno che non si potrà dimenticare.