“Se alle regionali si candida Orlando, Toti rischia di vincere dai domiciliari”.
Così Matteo Renzi che questa mattina è intervenuto in un incontro elettorale a Palazzo Ducale.
Accompagnato dalla senatrice Raffaella Paita e accolto da Davide Falteri, entrambi candidati alle Europee, il segretario di Italia Viva ha incontrato gli elettori per illustrare i punti della campagna per le Europee.
Ad attenderlo anche il sindaco di Genova Marco Bucci e Matteo Bassetti, con cui Renzi ha scambiato risate e abbracci prima dell’inizio dell’incontro.
“Noi non abbiamo un nome - ha sottolineato parlando ai presenti - abbiamo un logo con Stati Uniti d’Europa. Lo abbiamo fatto perché mai come in questo momento l’Europa è a rischio. Non possiamo non renderci conto di quello che sta succedendo in Russia, in Ucraina, in Medio Oriente, nel sud est asiatico. Il problema è grave e l’Europa non gioca alcun ruolo. O si mette insieme o non conta niente. La grandezza della sfida che abbiamo lanciato dovrebbe farci inorgoglire. Salvini dice meno Europa, noi diciamo più Europa. Non vuol dire rinunciare all’identità”.
Ancora: “La storia delle nostre città è una storia di apertura al mondo. Genova è stata ed è grande nella misura in cui è stata capace di aprirsi al mondo. Le difficoltà nascono quando le infrastrutture la bloccano e il sistema portuale non funziona. Quando funziona tutto, Genova ha la capacità di parlare al mondo e di aprirsi al mondo. Noi siamo aperti al mondo e per essere aperti al mondo dobbiamo essere orgogliosi delle nostre radici. In Italia non rinunciamo all’identità del paese”.
A proposito del caso corruzione che ha portato all’arresto del presidente della Regione Giovanni Toti, dell’ex presidente di Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini e dell’imprenditore Aldo Spinelli, e delle indagini che si stanno svolgendo, Renzi non si è risparmiato: “Guai a chi pensa di utilizzare le indagini per fermare lo sviluppo di questa città che si sta finalmente riprendendo da troppi anni di immobilismo. Noi siamo perché le indagini vadano avanti e siamo perché le infrastrutture vadano avanti ancora più veloci”.
L’ex presidente del consiglio non manca poi di togliersi qualche sassolino: “Qui c’è un bisogno disperato di infrastrutture. Non è giusto che voi siate stati isolati per troppo tempo, anche per qualche presunto leader ligure, genovese, che diceva: ‘fermeremo la Gronda con l’esercito’. A distanza di dieci anni voglio dire Beppe Grillo devi ancora vergognarti per le cose che hai detto contro la tua città”.
Poi, rivolgendosi direttamente al primo cittadino di Genova: “Marco Bucci, vai avanti e fai le opere che servono per questa città”.
Tornando sul caso Toti, Renzi ricorda anche quanto successe nel 2015: “Non abbiamo mai utilizzato le indagini per attaccare gli avversari, questo nostro garantismo lo possiamo rivendicare perché Toti con noi e con Lella Paita non ha fatto la stessa cosa. Toti è diventato presidente della Regione Liguria nel 2015 grazie alle indagini giudiziarie contro Lella Paita e grazie al sostegno rosso che gli è arrivato da Cofferati. Dunque noi dobbiamo fare una cosa molto semplice: Toti decida che fare da grande, noi siamo da un’altra parte politicamente ma non saremo mai tra quelli che aggrediscono un avversario perché è in difficoltà giudiziaria”.
Sul voto anticipato, non è mancata la stoccata al Pd: “Penso che senza il centro non si vinca, a Genova come abbiamo visto sostenendo Bucci, in Liguria e in Italia, ma anche in Europa con gli stati uniti d’Europa.
Penso dunque che si debba trovare un filo conduttore innanzitutto sulle cose da fare”.
“Dico scherzando - conclude - che se si candida il mio amico Andrea Orlando rischia di far vincere Toti anche dai domiciliari. Troviamo una soluzione diversa al grillismo. Questo è il nostro messaggio e nel frattempo mandiamo avanti le opere su Genova”.
PAITA: “NOI GARANTISTI CON GLI AVVERSARI”
Presente anche la senatrice Raffaella Paita, candidata alle prossime Europee: “Vogliamo avere una politica di difesa comune, ci sentiamo più fragili in questo momento anche a causa del rischio che alcune oligarchie attorno a noi possano mettere in discussione la tenuta democratica dell’occidente. Abbiamo bisogno di cambiare la leadership europea”.
“Nella rottura di Cofferati - aggiunte Paita - che ha determinato la prima scissone del partito democratico dai Matteo Renzi, se non ci fossero stati quei due eventi, probabilmente quella regione l’avremmo vinta e quelle elezioni le avremmo portate a casa. Oggi il dolore è ancora più grande nel vedere il rischio che noi corriamo, noi siamo sempre stati garantisti, lo siamo stati anche e soprattutto nei confronti degli avversari politici. Gli altri non lo sono stati nei nostri riguardi in quei momenti di difficoltà, però quello che più importa in questo momento non è il fatto di schierarsi da una parte o dall’altra, è ribadire che sta venendo fuori un sentimento, lo abbiamo visto con i comitati di piazza De Ferrari, di avversità nei confronti di infrastrutture, opere e processi di cambiamento che questo territorio ha portato avanti che devono essere portati avanti. Si facciano opere e infrastrutture in legalità e trasparenza ma si devono fare. Genova e la Liguria non possono rimanere impantanate. Non possono rimanere bloccate. L’orgoglio che ha portato a quella ricostruzione del ponte di Genova in quei momenti così tragici deve essere il faro che ci guida.
Noi siamo la forza che crede in un’Europa che decide di più e meglio e che crede nelle potenzialità di Genova e della Liguria e non vuole rinunciare a un processo di cambiamento e di modernizzazione di questo territorio.
Sono sette giorni decisivi, non è corretto sprecare nemmeno un voto.
Dobbiamo ribadire che ogni voto regalato a ogni forza politica che si dichiara riformista ma non farà il quorum è un voto consegnato a europarlamentari sovranisti e populisti. Parliamo anche a chi aveva creduto in quel progetto”.
FALTERI: “AL CENTRO POLITCA GREEN E IMPEGNO PER UN’EUROPA PIÙ FORTE
Il consigliere comunale e candidato alle prossime Europee Davide Falteri ha illustrato quali sono i punti focali della campagna che lo vede protagonista: “Per noi è molto importante questo momento, un momento di confronto che serve per misurare la nostra forza ma serve veramente a impegnarci per mandare qualcuno in Europa che creda nell’importanza dell’Europa stessa. È importante che ci vada qualcuno che abbia voglia di ascoltare le categorie, di ascoltare le esigenze delle persone.
La nostra volontà è quella di costruire un’Europa più forte, che funzioni davvero come tale, che stia attenta alle regole e che non crei competizioni tra i singoli stati membri ma permetta di ragionare in un tema globale. Ci stiamo confrontando con il mondo vero e serve rappresentare tutti in tutto il mondo, altrimenti si fa fatica a far crescere le attività. Abbiamo bisogno di un’Europa che pensi al Green ma pensi in maniera costruttiva per non avere ricadute economiche negative. Abbiamo bisogno di affrontare tematiche come l’intelligenza artificiale, e la formazione, in maniera globale e non finalizzata ai singoli progetti e i contributi per far crescere le imprese e aiutare i cittadini vengano pensati in una logica di disegno a lungo termine.
A proposito del porto e della politica green: “Il cluster marittimo portuale e logistico fortunatamente già molto orientato al tema green perché le normative e che premettono di aver buoni bilanci di sostenibilità prevedono di affiancarsi a questa normativa. Il mondo dello shipping ha affrontato da tempo, anche a seguito di direttive globali quelle che sono politiche di decarbonizzazione. Abbiamo tutto il tempo dell’elettrificazione delle banchine che stiamo comunque affrontando e abbiamo un tema molto interessante che riguarda lo sviluppo di star up Green che prevedono di rendere il mondo dello shipping e delle crociere che si appoggino alle valli alle spalle, valorizzate in maniera diversa con progetti che possano aiutare il cluster marittimo e risolvere un problema dell’abbandono del verde e del dissesto idrogeologico Questo si può tradurre in un’opportunità per giovani per lavorare nella nostra città e non doverla abbandonare”.
TAJANI: “SIAMO GARANTISTI, RIMANERE ALLA GUIDA DELLA REGIONE DIPENDE DA TOTI”
"Vedremo che cosa succederà, dipende da Toti se vuole rimanere o meno alla guida della Regione, che intanto continua ad andare avanti non è che si ferma, c'è una continuità amministrativa. Soprattutto dipenderà dalle decisioni dei magistrati fermo restando che noi siamo garantisti ed è l'accusa che deve dimostrare eventuali reati commessi, non un cittadino che deve dimostrare di non aver commesso reati". Lo ha affermato Antonio Tajani, ministro degli Esteri, oggi a Genova a margine di un'iniziativa pubblica.