Prosegue questo mercoledì, e andrà avanti per tutti i mercoledì successivi, il rapporto di collaborazione tra ‘La Voce di Genova’ e Disco Club, il celeberrimo negozio di musica di via San Vincenzo, tra i più antichi in tutta Italia e tra gli ultimi rimasti in attività a livello di impresa indipendente. Ogni settimana, nel ciclo ‘La parola a Disco Club’, Gian, Dario e i numerosi altri esperti di questo impagabile ‘covo’ di appassionati ci accompagneranno tra le ultime uscite, qualche curiosità, le ristampe e le chicche da non perdere. Buona lettura e buon ascolto!
Dopo sei anni di silenzio, Lenny Kravitz torna con un nuovo album che non manca di soddisfare le aspettative dei fan ripercorrendo le sonorità anni ’60, ammiccando al soul e omaggiando Prince.
Tutto questo è Blue Electric Light, un disco che non farà certamente rimpiangere il passato del rocker che, si ammetta o meno, di fatto finisce col piacere a tutti (o quasi).
Paul Weller tocca quota diciassette album solisti con ’66’, un disco in cui non mancano collaborazioni.
Ma questo sembra essere un disco più tranquillo del solito dove scorrono richiami alla musica black e dove, straordinariamente, si incappa in qualche composizione che ha ritmi addirittura disco, senza mai dimenticare di ammiccare al jazz.
Gli Zutons, from Liverpool, raccontano il loro percorso al contrario.
Riuniti durante il lockdown di quattro anni fa, i musicisti inglesi (gli stessi che hanno inciso Valerie, brano reinterpretato da Amy Winehouse) hanno inciso un album particolare dai toni funky. Registrato ad Abbey Road, storico studio di incisione, nella versione deluxe ha in tracklist una serie di brani dal vivo.
Il quarto disco della settimana è un regalo dei The Church: la band australiana lancia ‘Eros zeta and the perfumed guitars’, non un disco nuovo ma un compendio di brani che, prima di questo momento, si poteva acquistare solo ai concerti della band. Cosa c’è dentro? Sonorità che si inseriscono nella psichedelica sognante con richiami agli anni ’80.
Il 24 maggio è morto Doug Ingle, voce e tastiera degli Iron Butterflies.
Ultimo sopravvissuto della formazione originale, ha inciso uno degli organi forse più famosi della storia della musica nel brano ’In a Gadda Da Vida’. Una vera band d’avanguardia per l’epoca che veniva identificata come proto metal.
SU