È uno degli impianti di risalita che, senza dubbio alcuno, affascina genovesi e turisti catturando anche l’interesse di qualche sceneggiatore che qui sceglie di ambientare storie da raccontare in una delle tante serie che hanno Genova come cornice.
La Cremagliera di Granarolo è un impianto storico, una di quelle infrastrutture che ha dato alla città uno stampo, per i tempi, all’avanguardia.
Ma questa ferrovia, che alcuni impropriamente chiamano funivia ingannati dal dislivello che copre, ha avuto una storia molto travagliata che sembra riproiettarsi con forza nel presente.
L’impianto inclinato, il terzo genovese per il trasporto pubblico, nacque alla fine dell’Ottocento su iniziativa di una società privata, la Società Anonima Genovese per le ferrovie di Montagna.
Una mossa strategica che doveva servire, secondo i piani, a ridare maggiormente remunerativa la vendita dei lotti di terreno sulla collina di Granarolo.
Ottenuta la concessione, i lavori per questa particolare tipologia ferroviaria che prevede un terzo binario centrale su cui si aggancia una ruota dentata posizionata sotto la vettura, partirono nel 1898 per concludersi l’anno seguente.
L’inaugurazione, tuttavia, fu rimandata al 1901 a causa di un incidente occorso durante il collaudo che costò la vita ad alcuni tecnici.
Il percorso originale prevedeva tre stazioni: Principe, a valle, Cambiaso, intermedia e Granarolo, la stazione più a monte.
Per una passività di bilancio, nel 1902 la società concessionaria fu messa in liquidazione, al suo posto subentrò la De Bernardi & C., sciolta poi nel 1907.
Tra gli azionisti di entrambe le società c’era Luigi Parodi che ne assunse la gestione fino alla morte, nel 1918.
Da quell’anno e fino al 1922, anno della cessione al Comune di Genova, la linea restò chiusa fino al nuovo affidamento, l’anno seguente, al Consorzio Nazionale Cooperative Combattenti.
Il 5 marzo del 1923, dopo la costruzione di un nuovo fabbricato in muratura per la stazione a valle e l’introduzione di una fermata aggiuntiva in via Napoli, la Cremagliera riaprì.
Dopo riammordernamenti e cambi di concessione, nel 1950 venne ricostruita la stazione di Granarolo con conseguente spostamenti del capolinea di circa venti metri più a monte terminando così i cambiamenti strutturali.
Oggi la ferrovia copre un dislivello di 194 metri, toccando pendenze di oltre il 21%.
Mille e cento trenta metri tra i due capolinea con fermate intermedie a servire i residenti della zona.