Politica - 21 maggio 2024, 13:50

Consiglio regionale al voto sui 57 milioni per la diga di Genova, si alza il muro delle opposizioni: “Narrazione della menzogna”

Al centro del confronto anche l’invio di una commissione da parte del viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi: “Rinviare la votazione”

Consiglio regionale al voto sui 57 milioni per la diga di Genova, si alza il muro delle opposizioni: “Narrazione della menzogna”

Un mutuo di 57 milioni di euro per la costruzione della nuova diga foranea di Genova, l’opera più importante nella storia recente della città, con i suoi 1.3 miliardi la più onerosa in Italia finanziata con i fondi del PNRR, capitata nel momento più delicato per il mondo politico e amministrativo ligure. Impossibile pensare che l’approvazione del finanziamento non potesse portare a un vibrante confronto in consiglio regionale nel giorno del voto al d.d.l. 179 che all’articolo 5 vede la dicitura “Misure finalizzate alla realizzazione della seconda fase della nuova diga foranea del porto di Genova”. Leggi: mutuo da 57 milioni di euro.

La pratica è stata presentata all’aula dalla relatrice di maggioranza Laura Lauro (Lista Toti) che nel proprio intervento ha garantito che “si procederà alla realizzazione di entrambe le fasi dell’opera nei tempi previsti per la prima fase”. Quindi,  non solo nuovi finanziamenti, ma anche garanzie sulle tempistiche. 

Il tutto da votare in un consiglio regionale che vede sempre quella sedia vuota dietro al cartellino che porta il nome di “Giovanni Toti”, ai domiciliari con l’accusa di corruzione e protagonista principe delle intercettazioni che hanno fatto parlare tutta Italia. Il tutto con la parola “dimissioni” sempre in sottofondo. Il tutto con una maggioranza che continua a lavorare senza ancora sapere quando il presidente sarà ascoltato dai giudici e, soprattutto, se e quando gli saranno revocati gli arresti domiciliari.


Sulla pratica le opposizioni hanno presentato un emendamento per chiedere lo stralcio l’articolo e di rinviare la discussione.

Ad aprire la discussione e ad alzare per primo le barricate dai banchi della minoranza è stato Fabio Tosi (M5S) che ha esordito puntando il dito contro l’amministrazione: “Già oggi non ci sarebbe dovuto essere questo consiglio, ci dovevano essere le dimissioni. Come potete pensare di far passare impunemente questo articolo quando questa maggioranza potrebbe cadere da un momento all’altro?”. E poi, sulla pratica: “Credete giusto indebitare la Liguria alla luce delle gravissime accuse per il presidente? Siamo sempre più convinti che la somma serva a far fronte all’impennata dei costi. La diga si deve fare, ma non con un debito al buio. Il mutuo che si vuol far passare senza sapere i dettagli dell’inchiesta implicherà interessi per decenni. Che quella firma scotti lo sa anche il viceministro Edoardo Rixi. La politica ha scelto la strada dei privilegi”.

Credo che una nuova diga sia necessaria, ma è un'opera contestata - così Giovanni Pastorino (Linea Condivisa) - qualcuno pensa che questa legislatura possa andare avanti, come se il presidente Toti non fosse ai domiciliari. Dalle carte si evince che su questa struttura c’è stato un dialogo in alcuni casi imbarazzante. Ci vuole del coraggio ad approvare l’accensione di un mutuo in questa situazione”.

Stessa linea per il Partito Democratico per voce di Enrico Ioculano: “Riteniamo doveroso uscire da una narrazione del fare che state portando avanti, qui la narrazione dovrebbe essere quella della menzogna alla quale abbiamo assistito in questi anni. Come potete pensare di proseguire nell’approvazione di un mutuo? A seguito di quanto accaduto 13 giorni fa, ci troviamo di fronte a dei soggetti delegittimati”.

Toti dice ‘questa diga è per Spinelli’, quindi è fatta con i soldi di tutti ma è a beneficio di uno - ha proseguito Ferruccio Sansa - se pensate che sia nell’interesse di tutti, allora votate ‘sì’. Sono contrario a dare 57 milioni della più grande opera d’Italia se questa opera è stata decisa da un presidente di Regione che è ai domiciliari, da un presidente del porto che è in cella, tutto questo a vantaggio di un imprenditore agli arresti e che è simbolo di un rapporto profondissimamente malato tra politica ed economia. Sono contrario a un’opera pubblica decisa si uno yacht da un imprenditore che ha finanziato la campagna elettorale del centrodestra. Sono contrario perché temo che questa decisione sia stata presa nell’interesse di chi governava. Sono contrario a prendere questa decisione davanti a una sedia vuota di chi dovrebbe spiegare, senza che l’artefici di questo progetto di prenda la responsabilità”.

Sull’invio di una commissione ministeriale da parte del sottosegretario alle Infrastruttura Edoardo Rixi è tornato Sergio Rossetti (Azione): “Abbiamo letto con favore l’impegno di Rixi, oggi sarebbe saggio e utile, prima di approvare il finanziamento da 57 milioni, attendere l’esito delle verifiche da parte della commissione. La fretta di decidere è di natura politica o economica? Con l’intervento della commissione è probabile che la gara non si possa fare a luglio. Dobbiamo rinviare la votazione. C’è il rischio di tornare in aula e revocare i 57 milioni di euro se la commissione non considerasse utile la variante di progetto. Non capisco il motivo di ‘oggi o mai più’”.

Terminati gli interventi dei relatori (oggi ridotti da un’ora a 30 minuti a testa) si è aperto il dibattito che ha visto maggioranza e opposizione proseguire nel solco intrapreso a inizio mattinata. “La legislatura è conclusa - ha tuonato Luca Garibaldi (Pd - Articolo Uno) - non avete la credibilità per discutere questa pratica. Siete stati spogliati della discussione politica. Siete ignavi”.

In aggiornamento

Pietro Zampedroni


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