Chi ha rivelato agli indagati e a qualche arrestato che erano intercettati?
È la domanda alla quale devono rispondere gli inquirenti di Genova che indagano sulla maxi inchiesta sulla corruzione in Liguria che ha portato ai domiciliari il presidente Giovanni Toti, il terminalista Aldo Spinelli con il figlio Roberto e in carcere l'ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini.
In procura è stato aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, per eseguire accertamenti sull'ipotesi di rivelazione di segreto d'ufficio.
Detta in sintesi, una 'talpa' che avrebbe messo dell'avviso alcuni soggetti rivelandogli di essere intercettati nelle loro conversazioni.
Tutto nasce nel contesto del filone del voto di scambio.
Le intercettazioni rivelano la partenza di questa indagine quando nel 2022 un episodio avvenuto in un bar del quartiere di Certosa a Genova ha acceso i fari su possibili fughe di informazioni protette, in una conversazione intercettata nel settembre 2022, che ha per protagonisti i gemelli Testa, finiti agli atti per corruzione elettorale mentre cercavano di pilotare i voti della comunità riesina a favore di alcuni candidati alle elezioni comunali per il centro-destra di Toti. Italo Testa, destinatario di obbligo di dimora e arrivato davanti al gip insieme al fratello in queste ore in procura nonostante si sia avvalso della facoltà di non rispondere, si trova ad un incontro nel deor di un bar.
Viene avvicinato da un uomo in felpa rossa e cappello blu con la visiera che gli suggerisce : "Vedi che stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono", per metterlo dell'avviso di possibili indagini.
"Sì lo so, non ti preoccupare - risponde Testa - L'ho 'stutato' - ndr: 'spento', in siciliano, in riferimento al cellulare".
Ma lo scambio viene ugualmente captato.
Per i magistrati il 'suggeritore' sarebbe identificabile come il consigliere Umberto Lo Grasso. La vicenda è ancora tutta da chiarire ma era attesa da diversi indagati e in qualche modo ha dato il via a una scia di 'preoccupazioni' diffuse che sono culminate con le riunioni in yacht sulla barca di Aldo Spinelli nelle quali i cellulari venivano lasciati a prua in luogo esterno lontano da possibili conversazioni. Contromisure, secondo chi indaga, per proteggere discorsi su affari e finanziamenti.
Dovrà dare conto anche di questo Giovanni Toti che, dopo gli altri indagati nell'inchiesta, verrà sentito per ultimo, con ogni probabilità la prossima settimana. Nelle scorse ore sono finiti davanti al giudice altri soggetti implicati o a vario titolo persone informate sui fatti che hanno dato la loro versione. Una serie di informazioni che dovranno ora essere vagliate e fatte corrispondere con quanto emerge dagli atti. Toti, secondo quanto spiegato dal suo legale Stefano Savi, sarebbe pronto a dare le sue spiegazioni al termine della lettura delle carte.
Ma al momento i nodi da sciogliere restano tanti.
Tornando alla talpa gli inquirenti stanno cercando di chiarire se si tratti di millanterie oppure di informazioni fondate che in qualche modo potrebbero essere arrivate alle orecchie di chi cercava di chiudere affari con la politica ligure in cambio di favori, come per esempio posti di lavoro o sistemazione per amici degli amici.
Su Toti intanto resta smentita qualunque voce di eventuali dimissioni, che "finché non avrà la possibilità di chiarire non sono un tema", chiarisce il legale.
Possibilità rinviata almeno alla prossima settimana visto che in queste ore, nel frattempo, il calendario di udienze dei magistrati e di convocazioni sembra essere fitto e ancora non concluso con le informazioni che potrebbero essere puntuali e fondamentali per vagliare l'intera vicenda.