Venerdindie - 10 maggio 2024, 15:30

VenerdIndie - 'Naive', la cantautrice genovese con l'ukulele che non si prende troppo sul serio

L'artista si è esibita a uno degli ultimi concerti segreti 'Sofar': "A casa mio padre suonava e mi faceva ascoltare Giorgio Gaber, Natalino Otto e Bruno Lauzi, se ho iniziato a fare musica lo devo a loro"

VenerdIndie - 'Naive', la cantautrice genovese con l'ukulele che non si prende troppo sul serio

Vita vissuta e momenti che restano impressi nella mente accompagnati dai colori e dalle atmosfere che li avvolgono: questa è l'atmosfera che si respira dentro l'universo artistico di Marta Levrero, in arte 'Naive'. Cantautrice genovese, inseparabile dal suo ukulele, l'artista ha sempre il cuore in mano e un sorriso, pronti per essere donati al pubblico che la ascolta. 

Il suo primo album, 'Stenti', è stato pubblicato nel 2023, e Naive l'ha definito una 'paranza musicale': sette brani, una ventina di minuti in totale che racchiudono il mondo della cantante tra atmosfere francesi, jazz, country e non solo.  

Come è nata in te la passione per la musica e come ti sei approcciata a questo mondo? 

"La passione per la musica… boh! Mio papà è musicista, ha sempre suonato e bene o male c’erano sempre feste a casa. Mi sono poi avvicinata all’ukulele, che è lo strumento che suono, perché c’è stato un momento in cui stavo spesso in ospedale ed era lo strumento che mi portavo più dietro e che potevo suonare più facilmente. È stato tutto casuale: poi amici e amici di amici hanno ascoltato le mie canzoni… ed è successo così. Ho iniziato quando c’erano le serate storione al Beautiful Looser, e poi una cosa tira l’altra…"

Se dovessi identificare alcuni artisti che per te sono stati dei riferimenti, non solo nel panorama nazionale, quali sarebbero?

"I primi sicuramente Giorgio Gaber, Bruno Lauzi e Natalino Otto, li ho sempre ascoltati anche grazie a mio papà. Poi mi piace molto, tra gli attuali, Margherita Vicario con le prime uscite, la trovo molto brava. Anche oggi mi piace, ha un buonissimo repertorio ma le prime canzoni sono quelle che mi piacevano di più. E poi Judy Clark, una cantante inglese che ascolto e che mi piace molto. Loro sono state le mie ispirazioni".

Se dovessi definire il tuo stile, che parole useresti?

"Il mio stile… A caso! Va bene come risposta? Perché è completamente a caso (ride). Le altre parole sarebbero troppe". 

Ci sono delle uscite in programma, stai lavorando a nuova musica? 

"Sto aspettando un pupo, e pensavo di approfittare di questo periodo di pausa per registrare nuovo Ep di canzoni per bambini, o comunque che sono storielle, e ho sentito il mio produttore per farlo… però sono una tergiversatrice e ho appunto tergiversato, quindi non so se faremo in tempo a far uscire il progetto… Ma sicuramente ci saranno nuove uscite prossimamente". 

Programmi per l’estate? Suonerai live? 

"Non lo so ancora, perché non so come sarà la mia vita con un pupetto, devo ancora abituarmi all’idea… Se ci saranno occasioni le coglierò sicuramente, ma in programma per il momento non ho niente".

Sei stata di recente una delle protagoniste al Sofar. Com’è stato suonare davanti a persone che non sanno chi sono gli artisti a esibirsi? 

"Per me è stata un’esperienza veramente bella. Un po’ perché ho conosciuto dei musicisti che non conoscevo prima, veramente bravi, e poi perché ho suonato davanti a un pubblico che non mi conosceva. Subito ero in panico, perché poi io sbaglio sempre durante i concerti: soffro di disturbo dell’attenzione e faccio sempre pasticci, almeno all’inizio. Finché ti conoscono va bene, temevo per chi non mi aveva mai vista ma è stato bello, sono piaciuta anche a chi non era lì perché mi vuole bene. È stato veramente molto bello". 

Isabella Rizzitano e Chiara Orsetti

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