Attualità - 10 maggio 2024, 09:46

Esselunga a Sestri, la pratica non si ferma. Il sindaco: “Non ne vedo il motivo, sarebbe scorretto farlo”

La conferenza dei servizi sta lavorando, nonostante dalle carte dell’inchiesta emergano tutte le pressioni fatte sulla Regione per accelerare la pratica. Gli spot pagati su Primocanale per la Lista Toti come rimborso dei ‘favori’. E in delegazione i commercianti tornano in subbuglio

Esselunga a Sestri, la pratica non si ferma. Il sindaco: “Non ne vedo il motivo, sarebbe scorretto farlo”

Si è aperta ieri, giovedì 9 maggio, la conferenza dei servizi del Comune di Genova per Esselunga a proposito del progetto del nuovo supermercato che, nelle intenzioni della nota catena, dovrebbe essere realizzato all’interno dell’ex Cognetex, a Sestri Ponente.

Un progetto da molti dato per certo, visto anche l’avvio di una serie di demolizioni all’interno del complesso ma che necessita, come prassi, dell’approvazione proprio della conferenza dei servizi, ieri riunita: quasi tremilacinquecento metri quadrati di superficie, con oltre duemila e duecento destinati alla vendita di alimenti, a cui aggiungere una sezione ‘non alimentare’, parcheggi e area verde, da realizzarsi negli spazi tra via Hermada e via Albareto.

Ma le nuove vicende che hanno visto l’arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, di Aldo Spinelli e di Paolo Emilio Signorini, nonché il coinvolgimento di Francesco Moncada, supermanager di Esselunga, stanno rimescolando le carte in tavola.

Durante la conferenza, Ascom-Confcommercio, Confesercenti, Legacoop e i tre principali sindacati hanno ribadito la richiesta di rinvio, avanzata alcune settimane fa, per ulteriori approfondimenti. 

Una richiesta su cui pare il Comune non voglia sentire: “Non vedo il motivo - chiosa il sindaco Marco Bucci - per altro, sarebbe scorretto e quasi illegale intervenire in tal senso su una procedura amministrativa”.

Ma lo scetticismo sulla nuova apertura, la terza in pochi anni del colosso della grande distribuzione, non è sentimento nato da un paio di giorni.

Sin dalle prime voci che volevano Esselunga pronta a raggiungere il ponente cittadino e le sue delegazioni, da più parti si era levato un coro di dissenso soprattutto per il suo ‘alto impatto’.

Il direttore di Confesercenti Genova, Paolo Barbieri, parlando della questione, ha poi ribadito come la realizzazione del centro commerciale, a ridosso del Civ di Sestri, sia un elemento di penalizzazione per il tessuto commerciale della zona. Ma i dubbi nascono anche dal punto di vista progettuale: per Barbieri, infatti, la vicinanza con il torrente Chiaravagna fa temere per i rischi idrici mentre il verde pubblico tanto sbandierato sarebbe ridotto a ‘poco più di un appartamento’.

La sospensione tanto invocata, tuttavia, potrebbe arrivare visto il ricorso al Tar presentato da Confcommercio. 

Sono proprio i dubbi sull’interpretazione normativa, ribaditi dal presidente di Ascom, Alessandro Cavo e chiave del ricorso al Tribunale Regionale, a ricollegarsi con le vicende dei giorni scorsi.

Nelle intercettazioni ambientali della Guardia di Finanza di Genova che hanno scoperchiato un giro di tangenti e favori vari, è venuto fuori più volte il nome di Moncada e di Esselunga, favoriti da Toti nelle pratiche burocratiche per le aperture dei nuovi punti vendita a Sestri Ponente e a Savona.

Le ricostruzioni dei fatti e le registrazioni degli uomini delle Fiamme Gialle avrebbero messo in luce la volontà di Moncada, parte del consiglio di amministrazione di Esselunga, di finanziare illecitamente Toti e il suo partito tramite una serie di passaggi pubblicitari sul maxi schermo della Terrazza Colombo (di proprietà di Primocanale), in cambio di un’agevolazione nell’ottenere permessi e autorizzazioni.

Spot che, ufficialmente, avrebbero dovuto promuovere la catena di supermercati sbarcata in Liguria dopo anni di tentativi ma che, di fatto, avrebbero promosso la campagna elettorale della lista Toti per Bucci.

Gli ultimi sviluppo vanno ad accrescere il malcontento per il progetto di Sestri, contestato sin da subito per l’altissimo rischio di penalizzazione dei negozi della delegazione e per i rischi legati alla presenza proprio del Chiaravagna. Ma le contestazioni, nemmeno allora, sembravano in grado di mettere un freno alla deriva ‘commerciale’ genovese con l’apertura a raffica di numerosi supermercati (vedasi anche la riqualificazione dell’ex mercato del pesce a ridosso del Porto Antico).

Redazione

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