In seguito all'arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, i giovani attivisti del movimento Genova che Osa scendono in piazza per chiedere onestà e trasparenza nella politica locale.
In piazza De Ferrari è in corso un presidio con l'obiettivo di sensibilizzare i politici in gara affinché dichiarino chiaramente da chi ricevono finanziamenti per le loro campagne elettorali. Inoltre, vogliono limitare le donazioni da parte di imprenditori e membri di consigli di amministrazione a un massimo di 200 euro.
“Quello che emerge dalle notizie di questi giorni è gravissimo - commenta Alessandro Demartini, attivista di Genova che Osa - I vertici della nostra regione, a capo della vita portuale, il presidente ma anche i noti imprenditori e lobbisti miliardari che finanziano le campagne elettorali, sono tutti collusi in un meccanismo di stampo mafioso.
Questo alimenta disuguaglianze. Esselunga, Primocanale, il presidente Toti potevano sicuramente destare certi sospetti ma un terremoto di questo tipo non ce l’aspettavamo, sicuramente non se lo aspettava neanche Toti. Credevano di tenere tutto in mano e che la gestione della regione, degli spazi degli appalti fosse ormai un meccanismo ben oliato. Ci meritiamo molto di più di questo”.
"Il panorama che emerge da queste indagini è desolante, un clima di impunità che fa sembrare questi personaggi al di sopra della legge. Ora è necessario dire basta perché ci meritiamo molto di più di questo”, ha commentato Silvia Cavanna di Possibile.
LA DIRETTA
LA LETTERA IN PIAZZA
Buongiorno,
ti scrivo perché Toti si deve dimettere e tu, in quanto persona eletta nel consiglio regionale devi fare la tua parte: sfiduciatelo.
Indipendentemente dalle responsabilità penali ho avuto modo di leggere cosa dice e pensa Toti della nostra regione, ho scoperto retroscena impensabili. E insopportabile e inaccettabile. Le indagini delle procure di Genova e La Spezia hanno rive- lato un sistema di potere, corrotto e mafioso, che ha favorito gli interessi economici di pochi e svenduto a pochi spiccioli pezzi della nostra regione invece di amministrare a favore del benessere di tutte le persone. Quello che emerge dagli atti dell'indagine è un sistema di potere che piega senza vergogna l'amministrazione pubblica agli interessi di pochi e che non si fa remore morali a trattare con appartenenti ad associazioni di mafia.
Chiedo a te, come a tutte le altre persone elette in consiglio regionale, di assumere una posizione chiara e inequivocabile, sfiduciando Toti e chiedendo le sue immediate dimissioni.