Attualità - 07 maggio 2024, 08:00

Piano del Verde, la dura critica di Italia Nostra: “Rischia di essere solo un quadernetto di buoni propositi”

Per l’associazione, da sempre attenta alla tutela e alla valorizzazione degli spazi verdi cittadini, si tratterebbe di un pretesto dell’amministrazione comunale per modificare successivamente il piano urbanistico

Piano del Verde, la dura critica di Italia Nostra: “Rischia di essere solo un quadernetto di buoni propositi”

L’iter per l’approvazione di un nuovo Piano strategico del Verde del Comune di Genova ha preso il via lo scorso 29 gennaio con la riunione della commissione comunale a palazzo Tursi. 

Un inizio dei lavori segnato da tensioni tra i consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione a causa della presentazione solo di un sommario e delle prime linee guida del piano anziché del documento completo, come inizialmente annunciato.

In questi giorni l’associazione Italia Nostra, che in questi anni ha svolto numerose attività volte alla tutela e alla valorizzazione degli spazi verdi cittadini mantenendo un rapporto collaborativo e di confronto con l'amministrazione comunale, manifesta preoccupazioni riguardo al coinvolgimento limitato delle parti interessate alla redazione del Piano. Il fatto che il tavolo tecnico incaricato di elaborare il piano sia composto solo da funzionari comunali ha sollevato interrogativi sul livello di consultazione esterna e di expertise coinvolta nel processo.

“Dopo diversi incontri, anche in commissioni comunali, in cui si è parlato della gestione e organizzazione del verde in città ho evidenziato che il Comune non aveva il piano del verde - ci racconta Giorgio Scarfì dell’associazione Italia Nostra - Da lì l’amministrazione si è mobilitati ma in maniera non ottimale. 

A novembre dello scarso è stato creato un tavolo tecnico composto solamente da funzionari del Comune, senza alcuna comunicazione o coinvolgimento delle associazioni e senza coinvolgere la Consulta del verde che è l’organo che il Comune si è dato per discutere dei temi relativi al verde. Questo tavolo tecnico ha ricevuto il compito di redigere questo piano”.

La Consulta del verde a Genova è un organo poco conosciuto ma fondamentale per la tutela del verde cittadino. Nata nel 2012 durante l'amministrazione Vincenzi, questa assemblea di esperti e rappresentanti di associazioni offre pareri non vincolanti sulle questioni riguardanti i parchi, la vegetazione e il verde pubblico. Tuttavia, nonostante la sua importanza, il Comune può scegliere se seguire o meno i suoi consigli.

IL PIANO

Il piano si propone di contrastare le "isole di calore" urbane e di creare corridoi verdi per collegare le aree naturali dei monti con il mare. Nonostante il 72% del territorio comunale sia già coperto da vegetazione, molte aree urbane restano carenti di spazi verdi accessibili.

Si prevede di valorizzare il verde già esistente e coinvolgere i cittadini attraverso una rete sentieristica che includa l'Alta Via dei Monti Liguri.

L’assessore all’urbanistica Mario Mascia ha sottolineato l'importanza di questo piano e si è impegnato a portare il nuovo piano in consiglio comunale entro la metà del 2024.

“Preparare un piano come questo è paragonabile alla lavorazione di un Puc - commenta Scarfì - In realtà questo Piano del verde è la condizione necessaria per poi modificare proprio il Puc e questo è il vero obiettivo della giunta. Oggi infatti nessun grande comune può mettere mano al Puc o accedere ai finanziamenti relativi alle opere che dovranno essere realizzate per attuare il Puc se non c’è anche un Piano del verde che è una risorsa fondamenta della qualità della vita e dell’ecosistema per affrontare i cambiamenti climatici.

Non si sta lavorando a un Piano del verde ampio, con il contributo di personalità esterne che hanno fatto tesoro da esperienze di altre città, di tecnici veramente specializzati in questo tipo di attività. Si preferisce fare questo lavoro solo e soltanto con le risorse interne. Sicuramente parliamo di persone preparate ma con gli evidenti problemi di verde pubblico che ha questa città questo documento dovrebbe essere redatto con le migliori risorse possibili e con il più largo coinvolgimento possibile.

Quando sono stati presentati i primi lavori di questo tavolo tecnico che ha lavorato nel perfetto silenzio io ho voluto far notare che il tutto è stato presentato già alla Commissione dei lavori pubblici, scavalcando la Consulta del verde che è il suo luogo naturale e che raccoglie tutte le istanze dei professionisti, dei cittadini, delle associazioni.

Quando nelle scorse settimane ho fatto notare questo in Commissione l’assessore Mascia ha deciso di convocare subito una riunione con la Consulta del verde ma, anche in questo caso, si tratta di un’operazione gestita a modo loro, senza coinvolgere tutti, con modalità ristrette di convocazione e di audizione della Consulta, con tavoli che non sono stati concordati con tutte le realtà che compongono la Consulta”.

Intanto in questi giorni l’ordine degli architetti organizza un evento sul tema: “L’ordine incontra: i Piani del Verde”, in programma il prossimo 9 maggio nella sede dell’ordine di piazza San Matteo dalle ore 17. Un interessante momento di confronto sul tema senza però il coinvolgimento effettivo di altre realtà quali associazioni o cittadini attivi e sensibili alla cura e allo sviluppo del verde in città. 

Sicuramente un’iniziativa positiva: tutto quello che riguarda l’informazione, la cultura del verde è bene accetta e da promuovere - commenta Scarfì - Non ci convince però su come si sta lavorando al Piano del verde. Si tratta di un documento abbozzato circa dodici anni fa con l’allora giunta Vincenzi e mai portato a termine né dalla giunta Doria né dalla prima giunta Bucci. Oggi finalmente si è recepita l’importanza di avere un Piano del verde ma noi vogliamo collaborare all’elaborazione del piano secondo un criterio condiviso. 

Riteniamo che un lavoro di questa ampiezza e importanza non possa essere svolto senza contributi significativi. Questo piano rischia di essere un bel quadernetto di buoni propositi, con pochi indirizzi per quanto riguarda le cose che si dovranno fare e soprattutto senza risorse di implementazione e preparazione del piano”.

Marco Garibaldi

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