La maxi inchiesta che ha travolto la Liguria, a cominciare dall’arresto ai domiciliari del presidente Giovanni Toti e dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli, già presidente del Genoa e del Livorno, ha visto anche convalidare l’arresto di Paolo Emilio Signorini, l’attuale amministratore delegato della holding Iren. L’accusa che si legge sul comunicato stampa diffuso questa mattina dalla Procura della Repubblica di Genova è di “corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio”.
La carriera di Paolo Emilio Signorini
Signorini, sessantuno anni, dopo la laurea in Scienze Politiche e la specializzazione alla Yale University, ha fatto parte di diversi consigli di amministrazione di importanti aziende nel settore dei trasporti, oltre ad aver ricoperto la carica di Capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento delle politiche economiche presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Dal 2016 al 2023 è stato Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale; dal 30 agosto è l’amministratore delegato del gruppo Iren, con sede a Reggio Emilia.
Durante la sua presidenza del primo porto d’Italia, ha cercato di portare avanti scelte non troppo scomode per non turbare la pace tra i diversi operatori: venne chiamato a ricoprire la carica proprio dal presidente Giovanni Toti, allora neoeletto alla guida della Regione Liguria. Entrambi berlusconiani convinti, Signorini e il governatore hanno iniziato a lavorare insieme, con qualche ‘interferenza’ in più rispetto a quanto normalmente previsto. È in questi anni che consolida i rapporti con Spinelli, che secondo quanto emerso dalle indagini avrebbe dato all’ex presidente quindicimila euro in contanti, oltre ad aver pagato per lui quarantadue notti in hotel di lusso a Montecarlo, con giocate al casinò comprese, oltre a trattamenti estetici, massaggi, una borsa Chanel e un bracciale Cartier. Non solo: l’imprenditore avrebbe anche offerto un incarico con retribuzione da trecentomila euro all’anno, oltre a una carta di credito a disposizione durante un viaggio a Las Vegas.
In questa vicenda risulta coinvolto anche Mauro Vianello, presidente di Ente Bacini: stando a quanto ricostruito, avrebbe offerto a Signorini auto, denaro per pagare il banchetto nuziale della figlia, un Apple Watch e un appartamento. Il tutto per avere un provvedimento per aumentare la tariffa oraria delle prestazioni. Il rapporto di amicizia tra i due non è mai stato messo in discussione: una volta terminato l’incarico nel porto ligure e iniziato il percorso in Iren, Signorini ha chiamato con sé Vianello come consulente, per una retribuzione dal valore non ancora reso noto dall’azienda.