Debutterà al teatro Gustavo Modena di Sampierdarena, il primo allestimento de ‘Il viaggio di Victor’ del drammaturgo contemporaneo Nicolas Bedos.
In scena, per la regia di Davide Livermore, ci saranno Linda Gennari e Antonio Zavatteri, impegnati nella prima assoluta venerdì 3 maggio con repliche fino al 19 dello stesso mese.
Uno spettacolo toccante, in cui i protagonisti sono un uomo che ha perso la memoria dopo un incidente d’auto e la donna che lo assiste. Mentre lui non ricorda nulla, nemmeno cosa preferisce tra i cibi, lei lo incoraggia a cercare i ricordi. Tra i due i dialoghi sono un turbinio e mentre lui a tratti è cattivo, a tratti confuso, lei si dimostra paziente, ora disperata. Ma insieme, ricordo dopo ricordo, sveleranno quello che è il mistero che aleggia tra loro.
Lo stesso regista e direttore del Teatro Nazionale di Genova, spiega: “Il grande tema è quello del creare uno spazio nella nostra vita per fare in modo che le anime di chi non c’è più possano vivere, possano prendere uno spazio e possano forse andare verso luce, verso qualcosa che è fondamentale dare come luogo in cui la memoria restituisce anche una brillantezza e un valore alla vita che non c’è più, alla vita di chi non c’è più”.
“Più che 'ricordati che devi morire’ - continua Livermore - l’opera è ricordiamoci la responsabilità che abbiamo nei confronti di chi parte. Noi abbiamo la responsabilità grande verso le persone che abbiamo amato e che muoiono, quella di sciogliere tutti i nodi che possono tenere queste anime agganciate al terreno e al nostro quotidiano, attraverso magari vite che non sono state in grado di poter manifestare amore, di dichiarare l’amore, di dire le cose che devono essere dette; le cose che rimangono per aria vanno sciolte, legami che possono essere ancora dolorosi devono essere sciolti per fare in modo che le anime possano andare verso la luce e soprattutto perché quella luce li possano riceverla nelle persone che restano, solo facendo pace con questi temi possiamo pensare di andare verso giorni che ci aspettano con altro tipo di sguardo verso il futuro, senza essere mangiati o rosicchiati, come dice Bedos nel testo, da topi che sono incubi, rimorsi, pensieri e frasi di questo tipo”.
Livermore conclude: “Il teatro è uno specchio della società, tanto dal punto di vista civile, quanto da un punto di vista personale. Deve poter raccontare temi che sono fondanti anche se nascosti o inquieti o scomodi a livello civile, quanto invece approfondire cose e aspetti che probabilmente coinvolgono e toccano profondamente quella che è la vita di ogni uomo e donna ed è per questo che per esempio grandi monologhi shakespeariani o delle tragedie greche che parlano di come funzioniamo come anime sono attuali. Lo sono perché raccontano di noi e racconteranno sempre di noi”.
La scena, curata dallo stesso Livermore assieme a Lorenzo Russo Rinaldi e illuminata da Aldo Mantovani, è racchiusa tra un ledwall a pavimento e un grande specchio sul soffitto creando simmetrie e sdoppiamenti.
Gli abiti di scena sono di Giorgio Armani che ha voluto inviare un messaggio: “Quel che più mi emoziona e mi appassiona nel mio lavoro - ha scritto lo stilista - è la possibilità di comunicare con il pubblico. Lo faccio principalmente con le mie creazioni e le mie collaborazioni, cui si aggiunge anche il teatro. Lavorare ancora una volta con Davide Livermore, a questa nuova prestigiosa produzione, conferma un legame di stima e fiducia reciproche”.
ORARI
Lo spettacolo andrà in scena martedì, mercoledì e venerdì alle 20,30, giovedì e sabato alle 19,30, domenica alle 16.
Lunedì riposo.
Per informazioni e biglietteria teatronazionalegenova.it