Attualità - 08 aprile 2024, 08:00

Sciamadde di ieri e di oggi - Da Guglie, oggi Ostaja San Vincenzo: cambia il nome ma non la sostanza

Gestito dalla famiglia Navone dal 1930 e successivamente dai proprietari attuali nel 1989, questo locale viene considerato una vera e propria un'icona culinaria a Genova da oltre cent'anni

Sciamadde di ieri e di oggi - Da Guglie, oggi Ostaja San Vincenzo: cambia il nome ma non la sostanza

Prosegue questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ che abbiamo chiamato ‘Sciamadde di ieri e di oggi’. È dedicato a quelle botteghe tipiche dove si porta avanti la tradizione della cucina genovese: di ieri perché hanno ancora la ‘sciamadda’, ovvero la fiammata del forno a legna (qui la storia); di oggi perché hanno strumenti un filo più moderni ma la stessa passione e lo stesso rigore nella preparazione delle ricette. Ve le racconteremo da Ponente a Levante, passando ovviamente per il centro storico. In un panorama commerciale dove queste botteghe sono sempre più in via d’estinzione, ci è parsa cosa buona e giusta tenere alta la bandiera della genovesità. Buona lettura e buon appetito.

Ostaja San Vincenzo: la regina della farinata genovese. Situato strategicamente vicino alla stazione Brignole, il locale incarna l'autentica cucina genovese. 

È gestito dalla famiglia Navone dal 1930 e successivamente dai proprietari attuali a partire dal 1989: così il ristorante ha mantenuto salda la sua identità pur apportando alcune modifiche nel corso degli anni. 

A fine anno l’attività ha festeggiato il prestigioso riconoscimento di Bottega Storica.

“Inizialmente il proprietario del locale si chiamava ‘Baccicin dü Carü’, successivamente la famiglia Navone l’ha preso in gestione dagli anni ’30, spostandosi da Santa Zita a San Vincenzo - ci racconta la titolare Cristina Parisi - Il ristorante originariamente si chiamava ‘Da Guglie’, negli anni ’70 c’è stato però un cambio di gestione e nell’89 siamo subentrati noi e nel 2003 abbiamo comprato le licenze e la signora Navone si è portata via il nome. Abbiamo dunque cambiato nome ma siamo sempre gli stessi.

I genovesi sono sempre presenti, soprattutto durante le feste si sente il richiamo della tradizione. Il bello di questo locale è che alcuni tavoli devono essere condivisi con altri clienti quindi non si è mai soli e, nonostante il genovese sia un po’ chiuso, nascono in questi tavoli nuove amicizie”. 

Il menu offre dunque un equilibrio tra piatti tradizionali e innovativi, con piatti come trenette al pesto, farinata e baccalà fritto tra i più richiesti. La crescente curiosità dei turisti verso la cucina genovese ha portato a un aumento dell’affluenza.

“In questi anni abbiamo cambiato anche il menù però abbiamo mantenuto una parte legata ai piatti tipici, un giusto mix tra tradizione e innovazione - continua Cristina Parisi -Tra i piatti più richiesti abbiamo le trenette al pesto, la farinata e il baccalà fritto. In questo periodo abbiamo il cappon magro, l’insalata di polpo e le pasqualine.

In questi ultimi anni abbiamo visto un incremento di turisti, curiosi di poter assaggiare i piatti tipici. Quando fai assaggiare la farinata, che non è molto sponsorizzata fuori Genova, apprezzano molto”.

Marco Garibaldi

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