Sono almeno tremilacinquecento i lavoratori della provincia di Genova coinvolti nella giornata di sciopero nazionale proclamata per domani, sabato 30 marzo, dai sindacati Filcams Cgil Genova, Fisascat Cisl Genova e Uiltucs Liguria. A incrociare le braccia per l’intera durata del turno di lavoro saranno i dipendenti della distribuzione commerciale di aziende aderenti a Federdistribuzione, che comprendono colossi come Acqua e Sapone, Arcaplanet, Bricocenter, Carrefour, Coin, Conbipel, Crai, Despar, Douglas, Esselunga, Ikea, In’s, Kasanova, Kiko, Leroy Merlin, Lidle,Max&Co, Max Mara, Metro, Oviesse, Pan Panorama, Penny Market, Zara, Gulliver Supermercati. Le motivazioni, come spiegato nella conferenza stampa di presentazione da Nicola Poli, segretario generale Filcams Cgil Genova, da Silvia Avanzino, segretaria generale Fisascat Cisl Genova, e da Marco Callegari, segretario organizzativo Uiltucs Uil Liguria, riguardano “l’insofferenza di Federdistribuzione verso i contratti”. L’associazione imprenditoriale, a distanza di cinquantuno mesi dalla sottoscrizione del primo e ultimo Contratto collettivo nazionale di settore, “ha calato nuovamente la maschera, palesando la persistente resistenza nel sottoscrivere accordi contrattuali” spiegano le OO.SS.. “Non paga di aver irresponsabilmente abbandonato per quasi cinque anni un’intera categoria di lavoratori dipendenti alle prese con una dinamica inflazionistica che ha messo a dura prova la tenuta dei loro redditi, ha sottoposto ai sindacati una serie di pretese irrealistiche finalizzate a far naufragare una già complessa negoziazione”.
Nello specifico, viene contestata dai lavoratori “l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata, con contratti a termine di durata indeterminata”; “lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori, come la pulizia di aree di vendita e servizi”; “l’azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi”; “la creazione di una ‘nuova’ mansione adibita alla movimentazione delle merci, trascinandola verso il quinto livello e svuotando l’attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori”.
La giornata di sciopero non è stata scelta a caso: “interrompere il servizio nel sabato prima di Pasqua è per dare un segnale forte, così come era avvenuto lo scorso 22 dicembre, poco prima di Natale. Non arriveremo alla chiusura dei punti vendita, perché per mantenere un negozio aperto basta che sia presente il personale previsto per legge, ma sicuramente avverranno disservizi”.
Sempre per la giornata di domani è previsto anche un presidio davanti al negozio Ikea di Genova Campi, dalle 10 alle 13, che coinvolgerà i lavoratori delle altre aziende coinvolte.
Proprio in queste ore, per contro, Lega Cooperative, Confesercenti e Confcommercio hanno firmato il rinnovo del contratto collettivo nazionale.