Nel giorno di San Giuseppe, Festa del Papà, pubblichiamo la bellissima testimonianza del nostro collega Marco Garibaldi, che racconta il percorso attraverso cui è diventato genitore: l'attesa, l'emozione, la gioia, l'amore già infinito per quella dolcissima creatura. Nel frattempo, il piccolo di casa è nato alle 2,25 di questa notte. Roberto, mamma Elena e papà Marco stanno benissimo. Alla famiglia Garibaldi il più caloroso abbraccio da parte di tutta la nostra redazione e del gruppo editoriale More News.
Che sia divorato dall’ansia e dall’emozione è indubbio.
Il termine è scaduto domenica 17 marzo e in redazione già si scherzava sull’arrivo di un Garibaldi proprio il giorno in cui si ricorda l’Unità d’Italia.
Ma Bertin ancora non ha voluto saperne di nascere anche se, a dire il vero, nelle ultime ore le contrazioni sono sempre più ravvicinate.
Insomma, tra alcune ore (tante o poche è difficile dirlo) finalmente vedremo il viso di Roberto e quest’attesa, che sembra ancor più interminabile quando sai che sta per concludersi, diventa anche l’occasione per ripercorrere i nove mesi di gravidanza.
Non c’è che dire: lo stupore di quando, per la prima volta, ho sentito il battito del cuore di Bertin è qualcosa che solo a ricordarlo mi lascia con la pelle d’oca, ma ogni istante di questa gravidanza, che con Elena abbiamo voluto fin dal primo momento, è un’emozione che racconta il nostro diventare genitori, il mio diventare padre.
I genitori di Elena, così come i miei, alla notizia della dolce attesa, hanno letteralmente perso la testa: mio papà ha già comprato la piscina gonfiabile e l’altalena per Roberto: sarà un’estate di giochi.
Se penso anche agli amici che da subito si sono stretti attorno a noi, mi rendo veramente conto che l’attesa che stiamo condividendo è veramente l’attesa di tutti e sono sicuro che Bertin sarà ben voluto, in ciascuno potrà incontrare uno sguardo amico e sarà la sua curiosità a costruire un mondo che avrà radici salde nelle nostre esperienze e si proietterà verso il futuro.
Chissà se avrà il mio senso dell’umorismo, se in lui nascerà la passione per la musica, se sarà portato per gli sport.
Quello che per ora sappiamo e che non vediamo l’ora di vedere il suo viso: in ogni visita, infatti, nostro figlio si è sempre nascosto girandosi, mettendo le manine davanti agli occhi per non farsi vedere.
Sarà un effetto sorpresa che non vediamo l’ora di provare.
Così come non vediamo l’ora di portarlo al CantaMaggio: ha già la camicia a quadri pronta che mia madre ha cucito immaginando quanto grande potrebbe essere a un mese e mezzo dalla nascita.
Ci sarà un nuovo cantore pronto ad annunciare l’arrivo della bella stagione per Varese Ligure e dintorni.
Intanto, grazie Elena e grazie a tutta l’equipe dell’ospedale San Martino che ci sta seguendo in queste ore, meravigliose e snervanti.
Diventare padre, sembra banale dirlo, è l’inizio di un cammino che non finisce mai; è cambiare punto di vista, calarsi in una nuova dimensione, ricordarsi di essere responsabili degli uomini e delle donne del domani, assumersi il bellissimo onere di educare alla vita, alla gentilezza, alla conoscenza.
Farlo il giorno della festa del papà, penso non abbia bisogno di altri aggettivi.
Dai Bertin, guarda che qui non è così brutto. Noi lo diciamo per scherzare, ma il mondo ha un sacco di meraviglie da scoprire e prima ti sbrighi ad arrivare in mezzo a noi, prima potrai vederle coi tuoi occhi e stupirti come solo i bimbi alle prese con le nuove esperienze sanno fare.
Buona festa del papà.