Attualità - 12 marzo 2024, 08:00

Ancora sbancamenti per realizzare parcheggi. Il caso di Pegli e quella lezione della natura che non s’impara mai

In via Camillo Vianson si prospetta l’ennesima cementificazione, per creare nove stalli a raso. E al Comune di Genova, sino a qualche giorno fa, non ne sapevano ancora nulla…

Ancora sbancamenti per realizzare parcheggi. Il caso di Pegli e quella lezione della natura che non s’impara mai

Il cartello, piantato in mezzo alla vegetazione, è tanto telegrafico quanto anonimo. Su campo bianco, si legge la scritta nera e rossa: “Prenotasi posti auto”, e poi un numero di telefono cellulare. Niente più.

Sta diventando un caso, in via Camillo Vianson, in una delle zone più signorili e appartate di Pegli, nel Ponente genovese, un avviso comparso nei giorni scorsi e che reclamizza la vendita di parcheggi laddove adesso si trova una collina. Se ne parla perché non c’è indicazione di dove saranno questi parcheggi, ma al tempo stesso si teme che questa possa diventare l’ennesima cementificazione, laddove adesso c’è un terreno che può drenare l’acqua in arrivo dalla strada soprastante, la popolata via Amerigo Vespucci.

C’è un dislivello di circa trenta metri, ci sono alberi (che per la verità non stanno troppo bene), c’è un terreno in declivio. E poi? Contattando il numero di telefono, i contorni dell’operazione risultano più chiari. È proprio al posto della collina che i posti auto dovrebbero essere ricavati, secondo il progetto che sta dietro a quella scritta “Prenotasi”. Nove stalli, tutti a raso, con sbancamento del terreno e, nei programmi, una messa in sicurezza della soprastante via Vespucci attraverso un muraglione di rinforzo.

L’operazione, secondo le previsioni, dovrebbe introitare circa 280mila euro, cifra dalla quale andrebbero scalati i lavori. I tempi? Si ipotizza di partire con il cantiere entro l’estate e di aver tutto pronto entro la fine del 2024, anche perché le manifestazioni d’interesse sarebbero già state parecchie. 

Solo che questo progetto, ovviamente, preoccupa i residenti, perché ci sono tanti elementi che si ritrovano nei più recenti crolli: muro di contenimento, cemento, collina sbancata, terreno che non esiste più, acqua che scorre e che scava. È solo di pochi mesi fa il grave episodio in via Cabrini a Castelletto che ha provocato l’evacuazione dei piani bassi di due palazzi e l’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Genova, oltre che decine di migliaia di euro di danni.

Ma l’aspetto più insolito di questa vicenda è un altro. E riguarda il Comune di Genova. Nonostante i posti auto siano in vendita, nonostante ci siano le manifestazioni d’interesse, e anche i primi preaccordi di natura economica, a Palazzo Tursi sino a qualche giorno fa non ne sapevano nulla. Non sanno del cartello, della procedura, dell’attività preparatoria. Nulla di nulla.

L’assessore comunale all’Edilizia privataMario Mascia, ha spiegato: “Non abbiamo ricevuto nessun permesso per costruire. E non abbiamo rilasciato alcuna autorizzazione. Quando ci sono progetti di questo tipo tra l’altro, che prevedono una modifica dell’assetto idrogeologico, occorre produrre molta documentazione”. Documentazione che, al momento, non esiste in Comune.

I posti auto in via Vianson, quindi, stanno seguendo una trafila quantomeno insolita. Il tutto mentre a Pegli non ci si dimentica quanto accadde nel 2009, poco distante da qui. In via Fratelli Dagnino, ancora per una costruzione di posti auto (in questo caso al coperto) cedette un muro di contenimento, una sezione della strada crollò e due palazzi vennero evacuati. La ditta costruttrice, il responsabile del cantiere e il committente dei lavori vennero formalmente indagati. E, in quel caso, i permessi da parte del Comune erano regolari. L’aspetto ancor più preoccupante per via Vianson è che, a pochi metri, scorre interrato il torrente Rexello, il che rende tutta la situazione ancor più critica. È vero ed è acclarato che mancano i parcheggi in zona, ma vanno espletati passaggi formali che, al momento, sono assenti.

Intanto, sempre in tema di posti auto, resta ancora irrisolto, dopo dodici anni, il cantiere dell’ex cinema Eden. Una società friulana, Isabella Reoco srl, si è aggiudicata lo scorso anno la procedura fallimentare indetta dal Tribunale di Vercelli. Pochi giorni dopo, tutto il complesso è stato rimesso in vendita e si è in attesa di uno “sviluppatore” che possa completare il lavoro, realizzare la piastra soprastante, che dovrà rimanere pubblica, e mettere definitivamente la parola fine a un altro cantiere che nessuno voleva. Una società interessata a chiudere si è fatta avanti nei giorni scorsi, ma i contatti sono ancora in fase preliminare.

Alberto Bruzzone

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