Attualità - 11 marzo 2024, 11:26

“Dialogo nel buio”: dai centomila visitatori a un buco nero. Ecco come un servizio sociale è stato gettato via

Nato per promuovere l’inclusione, il percorso multisensoriale è stato spostato a Roma a fine 2020 e, nonostante le intenzioni, mai riaperto a Genova. Macri e Giacobbe: “Discriminazione e insensibilità che non possiamo ignorare”

“Dialogo nel buio”: dai centomila visitatori a un buco nero. Ecco come un servizio sociale è stato gettato via

Era nato con l’intento di dimostrare il potenziale delle persone ipo e non vedenti, per sensibilizzare sulle difficoltà quotidiane ma, soprattutto, per promuovere l’inclusione sociale.

Da quando però, nell’autunno del 2020, ‘Dialogo nel buio’ ha lasciato il suo spazio davanti al Museo del Mare, non si è trovata una nuova soluzione per riproporre il percorso multisensoriale a Genova.

In nove anni, la chiatta allestita dall’istituto David Chiossone, ha accolto oltre centomila visitatori: quarantacinque minuti di visita, accompagnati da guide non vedenti, per scoprire come affronta la quotidianità chi ha una disabilità visiva.

Oggi, a oltre tre anni dal suo trasferimento a Roma, nonostante i numerosi colloqui e la volontà delle istituzioni, espressa in diverse circostanze, di trovare una nuova location per il percorso, Dialogo nel buio non ha mai riaperto.

A fine novembre 2020, la chiatta aveva lasciato il suo ormeggi in Darsena per salpare alla volta di Roma. Dopo le operazioni di rimessaggio, la struttura era arrivata all’Isola Tiberina per l’ancoraggio definitivo.

Dopo il trasferimento, l’istituto Chiossone, che aveva realizzato la mostra in collaborazione con Costa Edutainment e con Cooperativa Solidarietà e Lavoro, ha mantenuto un dialogo con il Comune di Genova per proporre una nuova location.

Se nel 2020 si attendevano sviluppi dell’andamento pandemico, oggi, con alle spalle le difficoltà sanitarie, la chiusura di Dialogo nel Buio sembra apparire come una ‘mancanza di sensibilità verso le persone con disabilità visiva’.

È quanto sostengono Marco Macri, presidente del comitato genitori Genova inclusiva, e Federico Giacobbe, consigliere municipale e Presidente di PiùEuropa.

Sottolineando come l’iniziativa sia stata fondamentale nell’ambito di un percorso di sensibilizzazione e comprensione delle sfide quotidiane affrontate dalla comunità di persone con disabilità visive, Macri e Giacobbe ribadiscono, “con grande rammarico” come in città “ultimamente, vengono organizzate da soggetti privati serate per vivere esperienze sensoriali con il solo scopo commerciale e privo dell’azione educativa e di sensibilizzazione, a causa, anche e soprattutto, della mancanza dell’inclusione diretta di persone ipovedenti, trasformando tutto questo in un grave insulto al progetto originale e a coloro che vi hanno partecipato e lo hanno supportato nel corso degli anni”.

Ancora: “Ricordiamo che l’obiettivo di ‘Dialogo nel buio’ non era solo offrire un’esperienza ludica, ma anche promuovere l’inclusione sociale e la consapevolezza delle sfide e delle potenzialità delle persone con disabilità visiva. Eliminare questa componente essenziale significa privare il progetto della sua anima e della sia vera missione. Ci preoccupa profondamente che questa decisione sia stata presa per interessi economici, senza la giusta attenzione e considerazione da parte delle Istituzioni per le esigenze e i diritti delle persone disabili. È un segno di discriminazione e insensibilità che non possiamo ignorare”. 

La richiesta al Comune di Genova è quella di “impegnarsi seriamente a ridare al più presto vita al progetto che a Milano va avanti con successo e totale supporto. Negli ultimi due anni ci sono stati da parte nostra diversi appelli, richieste e colloqui con vari Assessori che hanno ricevuto tante promesse e nessun risultato”.

I.R.

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