Videogallery - 07 marzo 2024, 08:00

Testimonial del dialetto - I Buio Pesto lanciano “Radio Liguria”, musica no-stop in genovese (Video)

Massimo Morini (direttore generale) e Nino Cancilla (direttore artistico) ci raccontano del nuovo progetto. Oltre 1700 canzoni per un scopo benefico: al netto delle spese, l’utile viene devoluto al progetto “Ambulanza Verde” per l’acquisto di mezzi di soccorso o attrezzature mediche

Testimonial del dialetto - I Buio Pesto lanciano “Radio Liguria”, musica no-stop in genovese (Video)

Continua il ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ che abbiamo voluto chiamare ‘Testimonial del dialetto’. Ogni giovedì vi faremo conoscere, o riscoprire, persone e personaggi che promuovono la lingua e la cultura genovese, con orgoglio, impegno, passione e tanto amore. E lo fanno sia in televisione che sui libri, che sui palchi di un teatro, sui social, alle conferenze, con la musica e le canzoni. Mirabile è l’azione di chi spende il proprio tempo per conservare una tradizione, ed ecco perché ci fa enorme piacere raccontarla. Anche attraverso video… ovviamente in genovese! 

Dopo intervista a Gilberto Volpara (si può leggere qui), al professore Franco Bampi (si può leggere qui), ad Anto Enrico Canale (si può leggere qui), a ‘Cito’ Opisso (si può leggere qui) e a Francesco Pittaluga, (si può leggere qui), oggi parliamo con due volti storici dei Buio Pesto: Massimo Morini e Nino Cancilla.

“Radio Liguria” sta già conquistando la regione e non solo. In pochi giorni la prima web radio no-profit che trasmette 24 ore su 24 canzoni in dialetto ligure, con un patrimonio musicale di oltre 1.700 brani interpretati da artisti liguri e nazionali ha oltrepassato i confini nazionali e europei. 

Fondata da Massimo Morini dei Buio Pesto, ha l'obiettivo di promuovere la cultura musicale ligure e supportare il progetto benefico "Ambulanza Verde". L'utile annuale, al netto delle spese, sarà devoluto all'acquisto di mezzi di soccorso e attrezzature mediche per le pubbliche assistenze liguri. L'ascolto è gratuito e accessibile globalmente tramite internet, offrendo una varietà di generi musicali senza interruzioni pubblicitarie. 

Siete qui perché presentate un progetto interessante: Radio Liguria, di cosa si tratta?

“Radio Liguria è la prima radio interamente dialettale della storia della musica. Si trova su internet e bisogna digitare: www.radioliguria.it 

In alto trovate un triangolino, se si clicca sul triangolino inizia la musica. Solo musica in dialetto o lingua ligure. Ci sono tanti artisti, 120 artisti, 1700 canzoni e va a rotazione, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Nessuna interruzione, non c’è pubblicità né altro e si può ascoltare in tutto il mondo essendo su internet. Questa è stata la nostra scelta. Se fossimo andati in FM nelle gallerie non si sarebbe potuta sentire. Abbiamo pensato a questo anche per i 100 mila liguri che stanno fuori dalla Liguria e altrettanti 100 mila liguri che stanno fuori dall’Italia. 

Abbiamo un programmino segreto che ci dice da dove ci stanno ascoltando, abbiamo trovato di tutto, da ogni parte del mondo: Inghilterra, Argentina, Brasile, Germania. È già una radio internazionale".

Dicevate 1700 canzoni, come avete fatto a reperire tutte queste canzoni?

“È stato un lavoro lungo due anni e non abbiamo ancora finito perché ci sono ancora tante canzoni, tanti artisti, anche giovani, che stanno emergendo. Tramite amicizie, tramite YouTube, internet siamo arrivati a 1700 canzoni e ne stanno arrivando altre. Ci sono davvero tanti artisti che hanno saputo dell’esistenza della radio ci stanno chiamando e ci stanno scrivendo per dirci: ‘Io non sono stato inserito nella lista!’. Noi ovviamente siamo contenti di poterli inserire”.

Voi siete il simbolo della musica ligure e del dialetto ligure, come vi siete avvicinati a questa lingua? Parlavate genovese già da piccoli oppure lo avete imparato da grandi? 

“Mio padre è stato trasferito in un’altra regione, io ero davvero piccolo e mi faceva ascoltare i Trilli, Piero Parodi, Franca Lai sul 45 giri. Tutto questo per tenermi vicino alla mia terra. Sono il protagonista di ‘Ma se che penso’. Appena mio padre è andato in pensione siamo tutti tornati qui. Ho sempre sentito parlare in genovese, mia nonna parlava un genovese stretto”.

“Per me è uguale. (Perché lui lo sa bene il genovese). Mia mamma, invece di suo papà, mi faceva ascoltare le cassette in genovese: Trilli, Piero Parodi e Franca Lai. Avevo anche un amico che parlava genovese con cui giocavo insieme da piccolo. Lui parlava solamente in genovese”.

“Hai imparato così”.

Invece l’idea di fare le canzoni in genovese da dove nasce?

“Questa è un’altra storia. Io preferisco dirti che sulla radio ci sono anche artisti non genovesi ma italiani che però hanno cantato in genovese. Per esempio ci sono 42 versioni di ‘Ma se che penso’, c’è una versione cantata da Mina, una da Fabio Concato con i Trilli, una da Massimo Ranieri con Luca e Paolo e, incredibile ma vero, c’è una versione di Calimero del 1967. In uno dei caroselli c’è lui che canta ‘Ma se che penso’ con una pronuncia perfetta e un’intonazione perfetta. Parliamo del 1967. Ci sono tanti artisti.

Le canzoni più cantate sono ‘Ma se che penso’, ‘Piccon, dagghe cianin’, ‘Trilli Trilli’, ‘Canson da cheullia’, ‘Ciao salutime un po’ Zena’, ‘Cómme t'ê bèlla Zêna’. Il numero più alto di canzoni sono le nostre: 246. Poi ci sono i Trilli, circa 140, poi il grandissimo Piero Parodi, 100, Franca Lai, 80. Poi c’è Marino D’Angelantonio che nessuno conosce e ha 50 canzoni meravigliose e divertentissime. Ovviamente, essendo una radio libera, si accede e si ascolta quello che passa come in tutte le radio.

C’è poi un principio di beneficenza: tolte tutte le spese, ma proprio tutte, quello che resta dei soldi degli sponsor va al progetto dei Buio Pesto ‘Ambulanza Verde’. Noi contribuiamo nell’acquisto di ambulanze, mezzi di soccorso, attrezzature mediche da dare alle pubbliche assistenze che lo Stato non dà”.

Marco Garibaldi

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