Prosegue questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ che abbiamo chiamato ‘Sciamadde di ieri e di oggi’. È dedicato a quelle botteghe tipiche dove si porta avanti la tradizione della cucina genovese: di ieri perché hanno ancora la ‘sciamadda’, ovvero la fiammata del forno a legna (qui la storia); di oggi perché hanno strumenti un filo più moderni ma la stessa passione e lo stesso rigore nella preparazione delle ricette. Ve le racconteremo da Ponente a Levante, passando ovviamente per il centro storico. In un panorama commerciale dove queste botteghe sono sempre più in via d’estinzione, ci è parsa cosa buona e giusta tenere alta la bandiera della genovesità. Buona lettura e buon appetito.
In un angolo sperduto dei vicoli genovesi, in vico San Luca, si trova da 23 anni una delle sciamadde più apprezzate da genovesi e turisti: il ristoro dei Grimaldi.
Ivana Balboni al bancone e suo marito Giorgio Manitto, dietro le quinte, al forno portano avanti con passione questa piccola attività.
“Lavoriamo qui da 23 anni - ci dice Ivana - Il papà di Giorgio faceva il fornaio, ha lavorato da Grondona. Questo è un mestiere che gli è sempre piaciuto e questo era un suo sogno, quindi abbiamo aperto il negozio nel 2000”.
In quegli anni Ivana perde il lavoro perché incinta, così, insieme al marito, trova la forza per ripartire:
"Abbiamo fatto questa scelta tuffandoci in questa avventura. E siamo ancora qua”.
In questi anni come è cambiata la clientela?
"Adesso si lavora molto di più con la gente del posto ma soprattutto con i turisti che fino al periodo prepandemia si vedevano poco da queste parti - racconta Ivana - Poi noi partiamo svantaggiati perché non siamo in via San Luca ma in vico San Luca, siamo molto nascosti quindi rimaniamo di nicchia”.
Quali sono le specialità più richieste da genovesi e turisti?
“I turisti sono per la maggior parte stranieri - spiega Giorgio - La specialità più richiesta da loro è sicuramente la pizza mentre i genovesi preferiscono la focaccia. Spesso quando i turisti vedono la focaccia per la prima volta pensano sia pane poi però, quando l’assaggiano, cambiano idea”.
Dalle parole di Ivana e Giorgio traspare tanta passione ma anche tanta fatica nella gestione di un locale, seppur piccolo, ma molto frequentato che assorbe tutto il tempo a disposizione.
“Siamo molto stanchi - dice Ivana - Avere da 23 anni un negozio di questo tipo stanca poi noi siamo solo in tre: io, mio marito e una commessa. Il nostro negozio è piccolo, facciamo tutto noi e continuiamo a fare tanto per essere così pochi, ma ora sentiamo un po’ il peso. Sta cambiando tutto, bisogna attrezzarsi anche dal punto dei vista dei social, ti devi aggiornare ma noi fatichiamo a stare al passo. Non abbiamo il tempo per farlo”.