Da più parti arrivano richieste di annullare l’evento in programma oggi pomeriggio in occasione del giorno del Ricordo a Chiavari.
A far storcere il naso è la presenza dell’autore ed interprete, Giulio Benvenuti, invitato alla celebrazione e accusato di aver preso posizioni vicine al partito neofascista Casa Pound.
L’attore, fratello della consigliera municipale di Genova di Fratelli d’Italia Antonella Benvenuti, è intervenuto di recente anche alla Biblioteca Brocchi di Genova Nervi in un evento, organizzato dal Municipio Levante per commemorare in un’unica occasione la Giornata della Memoria e il Giorno del Ricordo. Anche in quest’occasione non sono mancate le polemiche: l’amministrazione comunale di Genova ha infatti negato il patrocinio a tale evento.
“Crediamo che le istituzioni democratiche non debbano collaborare con chiunque manifesti simpatie per organizzazioni neofasciste che vogliono provare a riscrivere la storia”, affermano i due consiglieri comunali di opposizione Antonio Bertani e Mirko Bettoli.
“Mi sembra una situazione quantomeno imbarazzante e preoccupante - aggiunge il consigliere regionale Gianni Pastorino - Ora, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Davvero dobbiamo affidare le orazioni, l’educazione dei nostri figli e nipoti magari presenti a questi eventi, a Casa Pound? Perché lo ricordo a tutte e tutti: Casa Pound è un’organizzazione di stampo fascista. Se il Comune di Chiavari non avrà il buon senso di rinunciare a tale presenza credo sia giusto dire alle persone di boicottare, non partecipare a questa iniziativa che nulla ha a che fare con una vera ricostruzione del periodo storico a cui si riferisce il giorno del Ricordo”.
L’amministrazione spiega che non c’è alcuna strumentalizzazione politica e che l'opera di Benvenuti narra semplicemente la tragica esperienza dell'esodo vissuta dalla famiglia dell’autore.
“Tale spettacolo ha riscontrato il favore del pubblico in diverse occasioni ed è la riproposizione di "Nata in Istria. La vera storia dell'Esodo di una famiglia visto dagli occhi di una bambina" andato in scena a Genova l'11 febbraio 2019, con il patrocinio di Città Metropolitana. Nulla, quindi, che lasci pensare a strumentalizzazioni di tipo politico - spiega l’assessore alla cultura del Comune di Chiavari Silvia Stanig - Negli ultimi anni Chiavari ha sempre dimostrato, anche attraverso le attività e le iniziative culturali, una particolare attenzione al dialogo, ai valori di libertà e correttezza, oltre che ai diritti di tutti, dedicando molto lavoro al tema della Memoria e della responsabilità di tramandare alle nuove generazioni principi sani e di pace. Senza colori né divisioni politiche. Senza nessuna ideologia. E lo ha fatto con atti concreti, partecipando a manifestazioni e commemorazioni sul territorio, sottolineando sempre, e comunque, l'importanza fondamentale della nostra Costituzione”.
"Voler commemorare 'il giorno del ricordo' con chi sui social non fa mistero delle simpatie per Casapound, per di più su temi come i diritti di cittadini nati in Italia, ma di diversa discendenza, è come voler ribadire la giustezza dell’operato italiano in quelli che furono i crimini consumati dagli occupanti italiani sul confine orientale, nel campo di concentramento di Arbe, dove fecero morire di fame oltre 1500 persone, oppure nella città di Podhum, dove venne massacrata l'intera popolazione maschile - scrive in una nota l'Anpi - Anche l’efferatezza dei crimini perpetrati alla risiera di San Sabba a Trieste sono responsabili, ma l’elenco darebbe molto lungo. Queste azioni criminali causarono le ritorsioni che oggi vorrebbero essere ricordate. Crimini che il regime del ventennio consumò a piene mani anche all’interno dei confini stessi italiani con le tragiche leggi razziali. Crimini per i quali nessuno ha mai pagato.
Stupisce, anche se non è nuovo a questi exploit che a dare questa volontà di lettura sia il Sindaco di Chiavari, invitando e patrocinando l’iniziativa con Giulio Benvenuti.
Non solo riteniamo non rispettoso della Costituzione una narrazione così volutamente addomesticata, ma lo riteniamo sbagliato e ingiusto anche nei confronti di chi si ritrovò vittima della conseguente reazione della liberata repubblica jugoslava".