È la mattina del 9 febbraio 1941. Alle 8.14 l’ammiraglio Somerville, della marina inglese, dà ordine di aprire il fuoco: è un attacco devastante, il secondo e ultimo che la città di Genova subisce via mare. I danni sono ingenti e riguardano diversi edifici civili e religiosi.
L’Accademia Ligustica, l’ospedale Duchessa di Galliera, la chiesa della Maddalena, alcuni palazzi di via XX Settembre, persino la Cattedrale di San Lorenzo viene colpita.
Ma qui accade quello che per tutti è un miracolo.
La bomba, un proiettile 381mm sparato dalla corazzata HSM Malaya, dopo aver passato due spessi muri, cade a terra senza esplodere.
Un segno divino per la gente che non poteva credere a quanto era accaduto.
In realtà, questo particolare tipo di colpo, come indicano gli esperti, era utilizzato per scontri tra imbarcazioni quindi progettato per far scattare la spoletta nell’impatto contro l’acciaio.
L’urto contro pietre e legno, dunque, non è stato così forte da innescare lo scoppio.
Bisogna poi aggiungere che le munizioni erano state prodotte circa trenta anni prima e questo certamente le ha rese meno efficaci.
Alcuni giorni dopo, il 17 febbraio, il questore di Genova, in un telegramma, rende conto della rimozione del proiettile e del suo affondamento in mare aperto.
La cronaca dell’epoca racconta le difficili operazioni delle autorità militari. “A mezzo di una grue - scriveva il cronista del Secolo XIX - costruita appositamente da artiglieri e da oprai specializzati all’interno del Duomo, il proiettile, a cui era stata tolta la spoletta, è stato sollevato e caricato su un carrello con le ruote di gomma, quindi trasportato fuori dalla Chiesa dove, a mezzo della grue dei Vigili del Fuoco, è stato susseguentemente trasbordato sopra un autocarro che si è poi diretto al mare”.
Oggi, nella navata destra della Cattedrale si può ancora vedere quella che è una riproduzione di un ordigno, non la copia della bomba inesplosa, bensì uno simile, sistemato a ricordo del bombardamento.
Accanto alla bomba, la targa recita: "Questa bomba lanciata dalla flotta inglese pur sfondando le pareti di questa insigne cattedrale qui cadeva inesplosa il IX Febbraio MCMXLI A riconoscenza perenne Genova, città di Maria, volle incisa in pietra, la memoria di tanta Grazia".