Attualità - 31 gennaio 2024, 08:00

La lenta (e inesorabile) morìa delle edicole: dopo largo San Giuseppe, chiude anche piazza Matteotti

Una serrata dietro l’altra. Moschini (Snag Giornalai): “Il prodotto editoriale va sempre meno, occorre fornire nuovi servizi”. L’assessora Paola Bordilli: “Bisogna sfruttare la capillarità che hanno questi punti sul territorio”

La lenta (e inesorabile) morìa delle edicole: dopo largo San Giuseppe, chiude anche piazza Matteotti

Un’esplosione di colori, copertine patinate appese ovunque, uscite seriali, fumetti, mensili, poi l’inconfondibile odore dei quotidiani, sistemati a occupare ciascuno il suo posto. 

Non più tardi di vent’anni fa, i chioschi dei giornalai erano in ogni angolo della città. Quelli più vicini tra loro rappresentavano la speranza di chi dimenticava l’uscita di qualche fascicolo o faceva tardi per comprare ‘Il Mercantile’.

Oggi, le edicole e gli edicolanti devono fare i conti con una profonda crisi che sta ridimensionando di molto il numero delle attività a Genova e provincia.

Serrande abbassate, pochi acquirenti e vendite drasticamente calate hanno portato negli ultimi anni condizioni di lavoro sempre più complicate. Questo è il risultato del calo dei prodotti editoriali, impensabile fino alla fine degli anni Novanta.

Si vendono meno giornali, i quotidiani stanno vivendo una battuta d’arresto sulla diffusione che non ha precedenti. Non solo: le persone frequentano meno le edicole, non scoprono nuove uscite, non acquistano periodici.

Il risultato è una serrata che non ha precedenti con un calo del numero dei chioschi sul territorio ma per rispondere all’emergenza, occorre riaprire una trattativa con gli editori.

È quello che sostiene Massimo Moschini, edicolante, esponente dell’associazione Snag Giornalai, che conosce molto bene la realtà genovese e ne tratteggia i contorni in maniera nitida.

“Il prodotto editoriale va sempre meno, sembra che le edicole non funzionino più e il calo delle vendite porta alla necessità di proporre nuovi servizi ma chi non si adegua a questa promiscuità ha poca vita”.

Per Moschini la possibilità di acquistare i prodotti editoriali anche nei supermercati rende ancora più collocata la situazione: “Non si va più in edicola ad acquistare il quotidiano, si può fare direttamente al supermercato e questo ci toglie quel poco che abbiamo”.

Recentemente, il centro ha perso un altro chiosco, quello di largo San Giuseppe, proprio tra via Roma, Galleria Mazzini e la Prefettura.

“Non solo è chiusa, è stata anche rimossa ed è un vero peccato - racconta Moschini - Il vecchio proprietario non ha trovato ricambio, lui ha scelto di fare altro e non ha potuto vendere. Il risultato è che ora il chiosco non c’è più. Se continuiamo così non avremo più edicole”.

Grande attenzione anche per l’edicola in piazza Matteotti, chiusa dalla fine di dicembre 2023, dopo la morte del titolare e, a oggi, non ancora riaperta. Saranno gli eredi a decidere il da farsi nella speranza che possa tornare a essere un punto di riferimento per la piazza.

Il tentativo da parte della categoria è quello di valorizzare al massimo i punti vendita con diverse iniziative. L’ultima in ordine di tempo riguarda il passaporto dei Presepi, lanciato dall’assessora al Commercio, Artigianato, Pro Loco e Tradizioni Paola Bordilli. A proposito Moschini aggiunge: “Domenica ci sarà la premiazione di chi ha visitato più presepi. Anche a noi sarà dato un riconoscimento per aver aiutato nella consegna dei passaporti. Con queste iniziative cerchiamo di portare la gente in edicola, sensibilizziamo l’opinione pubblica in modo da farli tornare anche solo per l’acquisto di un biglietto del bus”.

Ma per sbloccare la situazione, il rappresentante degli edicolanti non ha dubbi: “Serve riaprire un tavolo con gli editori, trovare un accordo e stipulare un contratto che oramai è scaduto da quasi trent’anni. Siamo fermi al diciotto percento di aggio e con il costo della vita oggi non si va da nessuna parte. Serve mettere gli editori alle strette altrimenti le edicole continueranno a chiudere”.

Da tempo la questione è al centro del dibattito comunale. Donatella Alfonso, consigliera comunale del Partito Democratico, riprendendo quanto iniziato della mozione votata all’unanimità lo scorso anno, spiega: “A inizio dicembre la mozione approvata all’unanimità chiedeva sostegno per il settore. Il Comune si è detto disponibile a dare la possibilità agli edicolanti di ampliare la loro categoria merceologica, in cui rientra, per esempio, il rilascio dei certificati, diventando così punto di riferimento dell’amministrazione sul territorio comunale. Su questa base, però, occorre valutare anche qualche sostegno per chi affianca la pubblica amministrazione”.

Alfonso prosegue: “Avevamo chiesto la possibilità di sospendere almeno per un anno il pagamento delle concessioni per chi ha un chiosco, come accade per i dehor dei bar. È stato detto che non è una soluzione possibile ma sono sempre dell’idea che si può studiare qualcosa per sostenere il settore. Si potrebbe lavorare anche per agevolare quei giovani che vogliano rilevare le licenze di chi chiude, magari facendo delle edicole un riferimento dei territori, dando servizi come il maggiordomo di quartiere”.

“Con le associazioni di categoria, tra cui gli edicolanti, ci vediamo frequentemente - spiega l’assessora Paola Bordilli - La logica è quella di lavorare sul tema dei servizi perché è innegabile che uno dei punti di forza delle edicole sia proprio la capillarità sul territorio. Il progetto dell’anagrafica, una specie di progetto pilota, è attivo dal 2021 e ha dei buoni risultati, segno della riuscita dell’iniziativa. Certo, il ruolo è sempre quello legato alla carta stampata ma aggiungere servizi, che sono poi quelli di interesse pubblico, erogati in modo capillare e diffuso è un valore aggiunto. A febbraio ci ritroveremo per mettere nero su bianco tanto di quello che ci siamo già detti”.

Edicole anche come luoghi di eventi? Perché no: il vantaggio della diffusione sul territorio per l’assessora Bordilli non è assolutamente un fattore secondario. “Si sta pensando di rendere centrali le edicole in alcuni eventi dell’amministrazione comunale. Loro si sono resi disponibili, vedremo”.

Certo invogliare i più giovani non è impresa semplice: “La logica - conclude Bordilli - è quella di valorizzare partendo dagli edicolanti ancora attivi passando per i clienti, anche potenziali, fino a raggiungere un ampio pubblico che abbia un rapporto nuovamente familiare con l’edicola. Serve lavorare sull’esistente per avere una ripresa anche sul lungo periodo”.

Isabella Rizzitano

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