Attualità - 19 gennaio 2024, 08:00

Al forno o fritte? L'eterna disputa sulla cottura delle bugie: ecco cosa ne pensano due locali storici di Genova

La tradizione culinaria genovese si confronta sulla preparazione di uno dei dolci tipici del periodo del Carnevale. Che si chiamino frappe, chiacchiere, cenci o bugie, voi le friggete o le infornate?

Al forno o fritte? L'eterna disputa sulla cottura delle bugie: ecco cosa ne pensano due locali storici di Genova

Friabili, dorate, ora più spesse, ora più sottili, le bugie hanno iniziato a fare capolino nei forni della città, annunciando l’arrivo del Carnevale.

Una tradizione che affonda le sue radici addirittura nell’Antica Roma quando, durante i Baccanali e i Saturnali, il periodo più o meno corrispondente a febbraio nel calendario attuale, venivano preparate le frictilia, dei dolci tipici fritti nel grasso animale e distribuiti alla popolazione.

Apicio, nel ‘De re coquinaria’ descrive le bugie come “frittelle a base di uova e farina di farro, tagliate a bocconcini, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele”.

Nel Medioevo servite durante le ‘Feste dei folli’, le bugie sono diventate, in epoca cristiana, il dolce per eccellenza del periodo che precede la Quaresima.

Farina, burro, zucchero, uova e un goccio di marsala o sambuca, anche se c’è chi preferisce il vinsanto o il brandy, vengono impastati fino a ottenere un composto omogeneo che viene poi tagliato a strisce più o meno sottili a seconda dei propri gusti. Una volta cotte, le bugie vengono decorate con zucchero, a velo o in grani.

Ma le bugie si friggono o si fanno al forno? Lo abbiamo chiesto a due focaccerie iconiche del centro storico di Genova: “Titti e Fede” in via dei Macelli di Soziglia e “Le dolcezze salate di Angelo” in XXV Aprile. 

IO LE FRIGGO PERCHÈ...
“Noi le abbiamo sempre fatte fritte perché sono più buone e la tradizione vuole così”, sentenzia Antonella della focacceria di via XXV Aprile. Inoltre in questa prima variante le bugie hanno una spolverata di zucchero a velo.

 

Per coloro che invece desiderano un'alternativa più leggera e desiderano indulgere senza sensi di colpa, la classica ricetta di carnevale può essere preparata anche al forno. Escluso il metodo di cottura, la preparazione è la medesima.

IO LE INFORNO PERCHÈ...
“Noi le facciamo al forno - ci racconta Paola di “Titti e Fede” - Quelle fritte sono più buone ma il vantaggio di queste è che sono più salutari e se ne possono mangiare di più. Sopra non mettiamo zucchero a velo ma zucchero classico. In questo periodo dell’anno ne vendiamo davvero molte. L’amore per la tradizione, come per il panettone, continua fortunatamente". 

Che si chiamino frappe, chiacchiere, cenci o bugie, voi le friggete o le infornate?

Isabella Rizzitano, Marco Garibaldi

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