Attualità - 16 dicembre 2023, 08:00

Il presepe dei Cappuccini che si anima da quasi cento anni (ancora con i meccanismi originali): una storia esemplare

Fu ideato negli anni Trenta del Novecento da Franco Curti, un rilegatore di Carmagnola, in provincia di Torino. È stato lui a insegnare ai frati come si monta. È tra i più visitati della città

Il presepe dei Cappuccini che si anima da quasi cento anni (ancora con i meccanismi originali): una storia esemplare

Mentre il fuoco scoppietta e scalda la piccola stanza, l’acqua del lago si increspa al passaggio delle piccole imbarcazioni dei pescatori; poco distante, nella capanna, il piccolo Gesù, appena nato, è circondato dalla Madonna e da San Giuseppe.

È il racconto di un tempo lontano, di tradizioni oramai affievolite e di una devozione popolare ancora presente quello che si incontra nel presepe meccanizzato esposto, come da tradizione, all’interno del Museo dei Beni Culturali cappuccini di Genova.

Una storia che affonda le sue radici all’inizio del secolo scorso, nata dalla passione di Franco Curti.

“La storia di questo presepe - racconta Luca Piccardo, curatore del museo insieme a Daphne Ferrero - è una storia particolare. Racconta di un mondo che oggi non c’è più. A costruirlo è stato Franco Curti, un rilegatore di Carmagnola, vicino a Torino, che negli anni Trenta ha iniziato a costruire il presepe nel suo garage”. 

Curti ha raccontato di aver impiegato circa dodicimila ore del suo tempo libero per la costruzione del presepe, che sin da subito è stato esposto, prima in piccoli pezzi fino ad arrivare alla sua forma attuale, negli anni Quaranta.

Piccardo prosegue: “Ancora oggi tutto si muove grazie ai meccanismi originali, fatti a mano in legno e azionati poi dalle cinghie di cuoio delle vecchie macchine da cucire a pedale”.

Già nelle intenzioni del suo costruttore, il presepe meccanizzato doveva essere portato in giro per l’Italia tanto che Curti, grazie al suo furgone, si muoveva in diverse piazze della Penisola regalando la magia della sua Natività a grandi e piccini: “Arrivava nelle piazze - racconta ancora il curatore - e allestiva il presepe dentro un tendone che si era acquistato. Quando era particolarmente lontano da casa, dormiva praticamente all’interno, grazie a un angolino che aveva ricavato e dove aveva sistemato un letto”.

Nel 1976 Curti incontra i Frati Cappuccini e, per la prima volta, allestisce il presepe in Liguria. La prima apparizione è a Santa Margherita Ligure, la prima di una lunga serie e l’inizio di un legame indissolubile con i frati.

“Si era trovato talmente bene con loro - spiega ancora Piccardo - che aveva deciso di affidargli il suo tesoro. Per diversi anni li aiuta a montarlo, insegnando loro i segreti dei meccanismi, questo fino a che Fra Andrea Caruso non impara a farlo da solo. A lui è rimasto in custodia per vent’anni”.

Le vicissitudini che portano il presepe a Genova sono particolari, come prosegue il curatore: “Era il 1987, all’epoca ero un bambino, e avevo visto il presepe a Finale Ligure. Quando ho iniziato a collaborare con i Cappuccini, mi sono ricordato del presepe e ho iniziato a cercarlo. Abbiamo scoperto che si trovava al Sorriso Francescano di Coronata e Fra Andrea, che continuava a montarlo, lo aveva allestito all’interno della struttura dove, però, era visibile solo ai bambini. Abbiamo chiesto allora di portarlo al museo e proprio Fra Andrea ha insegnato a tutti noi a montarlo. Da quel momento viene esposto ogni anno nel periodo natalizio”.

Dal 2008, anno della prima esposizione, ogni Natale il presepe di Curti richiama al museo centinaia di visitatori che scoprono la meraviglia di questo prezioso allestimento.

Impossibile per Piccardo non ricordare il 2010 quando il presepe è stato ‘ospite’ in piazza Duomo, a Milano: “Il direttore del quotidiano ‘Il Giorno’, Giovanni Morandi, ricordandosi di un presepe meccanizzato visto da bambino, aveva chiesto di poterlo esporre nel capoluogo meneghino. Per noi quella è stata l’occasione di parlare con la figlia di Curti e di scoprire qualche curioso aneddoto come il richiamo direttamente dal megafono. Allestito il presepe nel tendone delle piazze, Curti e la figlioletta partivano alla volta delle strade della città e, con il megafono a forte volume, richiamavano a raccolta i visitatori: la vocina del megafono era quella della ragazzina”.

La mostra di Natale che ogni anno viene organizzata al Museo dei Cappuccini ha fatto sì che il presepe meccanico diventasse una vera e propria tradizione, punto fisso dell’allestimento delle Natività: “Facciamo le visite guidate, certo, ma il museo è aperto al pubblico tutti i giorni con offerta libera. Questo perché, essendo una mostra di Natale, ci piace vengano famiglie tornando magari riportando gli amici. Così facendo, si può tornare senza dover pagare ogni volta il biglietto”.

Il Presepe dei Cappuccini è parte dell'iniziativa 'Il passaporto dei Presepi', nato dalla collaborazione tra il Comune di Genova e l'Arcidiocesi per celebrare gli ottocento anni dal presepe di Greccio di San Francesco d'Assisi.

Isabella Rizzitano

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