Attualità - 06 dicembre 2023, 08:00

Era povero e senza un tetto, ora aiuta gli altri e offre il pranzo di Natale

La storia di William Galles, trentacinque anni, titolare della pizzeria Botto di Struppa. Il 17 dicembre un pranzo per tutti i bisognosi: “So cosa significa, mi sono trovato in mezzo a una strada e poi un box è stato la mia casa”

Era povero e senza un tetto, ora aiuta gli altri e offre il pranzo di Natale

L’invito al Pranzo di Natale del prossimo 17 dicembre rimbalza via social grazie alle migliaia di condivisioni: chi si trova in difficoltà economica, chi è senza fissa dimora, troverà volti amici pronti ad accogliere e donare un momento di serenità in un clima familiare.

È l’idea di William Galles, trentacinque anni, titolare della pizzeria trattoria Botto di via Struppa 21 rosso, che da un anno a questa parte organizza momenti di comunità rivolti a chi si trova in situazioni di difficoltà.

Un gesto di solidarietà che affonda le sue radici nel passato di William che ha sperimentato la solitudine in prima persona: “Ho avuto una vita burrascosa - racconta - ho sofferto di depressione e sono stato anche ricoverato per questo. Ho avuto solo mia mamma ma, quando avevo diciannove anni, è mancata e mi sono ritrovato a vivere in mezzo a una strada”.

Circa cinque mesi in cui William si è arrangiato come meglio ha potuto e ha trovato i primi lavori: “Facevo qualche pulizia, proprio come faceva mia mamma. Andavo in giro e pulivo diversi locali. Uno era alla Fiumara, uno in piazza De Ferrari, un altro un via Brigata Liguria. Nonostante questo, non avevo ancora un posto dove dormire. Ho avuto la fortuna di avere un amico che mi ha lasciato un box dove poter passare le notti, così ho iniziato a sistemarmi un po’”.

Provvidenziale è stato l’aiuto della famiglia della sua fidanzata di allora che lo ha accolto come un figlio, anche dal punto di vista affettivo. “La mamma della mia fidanzatina - prosegue William - mi aveva regalato un motorino per poter fare le consegne a domicilio, così ho iniziato a fare il porta pizze e pian piano ho messo via i primi soldi; con quelli ho aperto il mio primo negozio, un salone di parrucchiere in via Fereggiano”.

Da lì in poi, i locali avviati da Galles sono stati diversi fino ad arrivare alla pizzeria Botto.

Non è mai venuta meno l’intenzione di aiutare gli altri: “Tranne mia mamma e la mia fidanzatina, non avevo mai ricevuto niente, anche quando ero in mezzo una strada, le mie sorelle e mio fratello, molto più grandi di me, non si sono preoccupati, avevano le rispettive famiglie. Ho sempre sentito la necessità di fare qualcosa, così quando ho avuto il locale in via San Vincenzo ho iniziato a organizzare intere giornate in cui tutto l’incasso andava al Gaslini”.

Certo, un gesto importante che però non sembrava ripagare completamente il trentacinquenne, fino a che nella sua mente non è arrivata l’idea di un pranzo dedicato a chi non può permettersi un momento conviviale, condividendo con serenità la gioia del buon cibo e l’accoglienza di un sorriso.

“Quello che non ho mai voluto fare e mai farò - sottolinea con forza - è accettare soldi. Mi ha contattato anche il Municipio per darmi un sussidio ma ho rifiutato perché questa è una cosa mia e per me non ha valore monetario ma ha uno scopo differente”.

C’è però una cosa che chiede William: “Chi vuole aiutare può farlo donando abbigliamento o giocattoli che non usa più, in buone condizioni, e può portarli al locale, li daremo a chi ne ha bisogno”.

Seduti a tavola, uno accanto all’altro, ci saranno persone di ogni età, di diverse condizioni, tutte radunate assieme per un momento da ricordare.

“Ogni pranzo, accogliamo circa cento persone. Cerco di farlo diventare un appuntamento ricorrente per fare in modo che anche altri possano seguire l’esempio. Mi piacerebbe che ci fossero centinaia, migliaia di condivisioni, per far sì che la notizia possa arrivare veramente a tutti e chi ha bisogno qui possa trovare un posto a tavola dove sedersi e stare insieme”.

Chi vuole donare potrà farlo ogni giorno, dall’11 al 16 dicembre, dalle 5 alle 22. Il materiale donato deve essere in buone condizioni per poterlo regalare e, perché no, anche rifasciare per portare ai bambini e non solo quell’emozione della sorpresa che coglie tutti quando si riceve un dono.

In fondo, il più bel regalo di Natale è sapere di aver fatto qualcosa di buono per gli altri.

Isabella Rizzitano

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