Politica - 04 dicembre 2023, 14:36

Diffamazione ai danni della consigliera Cristina Lodi, concluso il processo: "Finalmente chiuso un capitolo buio della mia carriera della mia vita"

Nel giugno 2020 l'ex consigliere municipale Cristiano Di Pino aveva iniziato a diffamare Lodi su Facebook

Diffamazione ai danni della consigliera Cristina Lodi, concluso il processo: "Finalmente chiuso un capitolo buio della mia carriera della mia vita"

Si è chiuso qualche giorno fa, il 29 novembre 2023, l’iter processuale che ha visto impegnata l’attuale capogruppo di Gruppo Misto Cristina Lodi nei confronti di Cristiano Di Pino, l’ex consigliere municipale e coordinatore della lista Genova Domani che a giugno 2020 ha iniziato a diffamare la consigliera su Facebook. «In questi giorni si è concluso un brutto capitolo della mia vita politica e personale – afferma la consigliera di Azione Cristina Lodi – Una storia iniziata a giugno 2020 con delle affermazioni diffamatorie avanzate sui social network da parte dell’allora consigliere municipale Cristiano Di Pino. Di Pino inspiegabilmente ha avanzato una serie di affermazioni pesanti nei miei confronti sia attraverso la pagina Facebook che con dichiarazioni rese nel corso di una seduta del Consiglio Municipale del 26 giugno 2020. Già in quell’occasione mi sono sentita ferita come donna, come politica e come personaggio pubblico. 

 

Ho deciso quindi di incaricare il mio avvocato Marco Cafiero di chiedere al consigliere, in via stragiudiziale, di porre fine a questo comportamento. In un primo momento sembrava che la mediazione posta in essere dal mio difensore, persona impegnata nel Forum del Terzo Settore all’interno del Gruppo dedicato alla diffusione della Giustizia Riparativa, evitasse un confronto giudiziario. Tuttavia, Di Pino ha ritenuto opportuno continuare a denigrarmi, incurante dell’accordo raggiunto, per cui sono stata costretta a presentare in data 24 novembre 2021 una querela che coinvolgeva anche altri personaggi che hanno aderito alla campagna screditante della mia persona e del mio ruolo politico. Siccome l’attività diffamatoria su Facebook proseguiva, sono stata costretta a presentare una nuova querela nei il 5 luglio 2022. Il 30 giugno 2023, il giudice del Tribunale di Genova Valentina Cingano, con estrema lungimiranza e professionalità, ha ritenuto congrue le offerte risarcitorie proposte dai coimputati dell’avvocato ma non quella di Cristiano Di Pino, perché la continuità delle azioni diffamatorie richiedeva qualcosa di più incisivo che un semplice risarcimento. 

 

In molti passaggi di questa vicenda sono sentita avvilita, dileggiata, svilita nel mio ruolo politico, ma come personaggio pubblico mi sono sempre sentita in dovere di trasmettere valori che possano essere condivisi e fruiti da tutti coloro che vengono vilipesi. Poiché, la giustizia riparativa consente alla vittima di tornare protagonista della fase sia dell’accertamento del reato che dell’applicazione della pena, ho creduto opportuno di non dover monetizzare tre anni di sofferenza accettando un risarcimento economico che non copre neppure la metà delle spese legali a cui sarei andata incontro, preferendo far emergere sentimenti di resipiscenza come quelli espressi da Di Pino nella lettera che allego e i cui contenuti dovrebbero rassicurarmi circa l’astensione di condotte future che possano provocarmi anche solo una parte del senso di prostrazione che ho vissuto e che ho superato grazie al sostegno della mia famiglia, degli amici e del mio avvocato. A fronte di un percorso doloroso e non sempre facile, caratterizzato da momenti di rabbia e senso di impotenza, in data 29 novembre 2023 ho deciso quindi di accettare le scuse e il simbolico risarcimento per raggiungere uno stato di pacificazione personale e di abbassamento della soglia di un conflitto che rischiava di durare ancora molto tempo.

 

Parlo di questa esperienza per un motivo preciso: dire alle donne e alle persone che subiscono questo genere di molestie in generale, di non arrendersi, di denunciare e di farsi carico anche delle fatiche che questo percorso comporta perché solo così si spera che prima o poi questi atteggiamenti finiscano».

Redazione


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