La mattina dell’8 giugno del 1864 i residenti e i passanti della zona di via Orefici si svegliarono con una amara sorpresa: la statua di Sant’Antonio, nell’edicola del palazzo posto all’angolo tra la via e quello che oggi è vico Conservatori del Mare, era sparita.
Tra gli sguardi increduli dei presenti, al posto dell’effigie del santo, era spuntata l’insegna di un negozio.
Un vociare sempre più alto iniziò a levarsi da ogni vicolo: che fine aveva fatto la statua?
A compiere il misfatto, sfruttando i favori della notte, fu un bottegaio che aveva la sua attività poco distante e che decise di sostituire Sant’Antonio con l’insegna del suo negozio.
Una scelta che suscitò subito decine di reazioni contrarie, tanto che anche i rappresentanti della Corporazione degli Orefici, a cui apparteneva la statua, si prodigarono perché il simulacro tornasse immediatamente al suo posto.
Anche i giornali raccontarono quanto stava avvenendo e le autorità, chiamate a intervenire, diedero torto ai commercianti: l’ardito bottegaio fu costretto a risistemare la statua nella sua edicola.
Quando Sant’Antonio tornò al suo posto, la folla commossa tornò a radunarsi davanti all’effigie del santo, riprendendo l’antica abitudine di passare per affidargli preghiere e pensieri.