Anche Genova deve far fronte dei "maxi lucchetti" dei bed and breakfast: queste scatoline contenenti le chiavi, collocate in vari punti della città, consentono ai turisti di effettuare il check-in da remoto, evitando il pagamento per la consegna delle chiavi.
Una pratica che è stata vietata in molte città come New York e anche in Italia sta suscitando preoccupazioni e reazioni negative. Oltre ad essere considerati brutti, i lucchetti sono anche pericolosi, poiché compromettono la sicurezza nelle proprietà condominiali. A New York, chi colloca tali scatole in proprietà comunali rischia multe salate, e in alcune aree di Montreal, dove sono vietate le strutture extralberghiere, i lucchetti vengono addirittura segati.
Oggi si è affrontato il tema anche in consiglio comunale. La principale preoccupazione è che questi dispositivi possano consentire l'accesso a persone non registrate presso le autorità locali, comportando rischi legali e fiscali. L'interrogazione era stata sollevata da Valter Pilloni, consigliere di Vince Genova, che evidenziava i potenziali rischi legati all'abuso di questi dispositivi, oltre alle implicazioni fiscali.
“La problematica è di nostra conoscenza, anche se a Genova non è usualmente utilizzato se non in pochissimi casi - spiega l’assessore Gambino - In molti hanno la tessera alfanumerica, che usa lo stesso meccanismo, ma più tecnologico. A oggi non c’è nessuna normativa che regoli l’utilizzo di questo strumento, mi sono documentato e ho compreso che a livello nazionale c’è uno studio per cercare di regolamentarlo. Ho capito che la comunicazione alla questura è competenza di chi affitta e che è una responsabilità non solo fiscale ma anche penale e come Polizia locale quello che facciamo per contrastare le irregolarità è fare controlli sulla corrispondenza tra il numero dichiarato e il numero di chi soggiorna.
La questione è attenzionata anche dalla questura e dalla finanza. Con le nuove tecnologie, in cui il check-in avviene in via telematica, chi affitta l’appartamento non vede nessuno spesso. Non è la questione in sé il problema, ma il suo abuso. Chi affitta la camera deve verificare che chi usa la camera sia effettivamente chi ha prenotato. Ovviamente chi è in malafede resterà in malafede indipendentemente da come è stata fatta la prenotazione”.