Attualità - 21 novembre 2023, 17:23

Lucchettoni con le chiavi degli airbnb, da Genova parte la crociata per eliminarli

Il problema posto in Consiglio Comunale dal consigliere di Vince Genova, Walter Pilloni. L'assessore Gambino: "C'è un regolamento nazionale in fase di studio"

Lucchettoni con le chiavi degli airbnb, da Genova parte la crociata per eliminarli

Anche Genova deve far fronte dei "maxi lucchetti" dei bed and breakfast: queste scatoline contenenti le chiavi, collocate in vari punti della città, consentono ai turisti di effettuare il check-in da remoto, evitando il pagamento per la consegna delle chiavi.

Una pratica che è stata vietata in molte città come  New York e anche in Italia sta suscitando preoccupazioni e reazioni negative. Oltre ad essere considerati brutti, i lucchetti sono anche pericolosi, poiché compromettono la sicurezza nelle proprietà condominiali. A New York, chi colloca tali scatole in proprietà comunali rischia multe salate, e in alcune aree di Montreal, dove sono vietate le strutture extralberghiere, i lucchetti vengono addirittura segati.

Oggi si è affrontato il tema anche in consiglio comunale. La principale preoccupazione è che questi dispositivi possano consentire l'accesso a persone non registrate presso le autorità locali, comportando rischi legali e fiscali. L'interrogazione era stata sollevata da Valter Pilloni, consigliere di Vince Genova, che evidenziava i potenziali rischi legati all'abuso di questi dispositivi, oltre alle implicazioni fiscali. 

“La problematica è di nostra conoscenza, anche se a Genova non è usualmente utilizzato se non in pochissimi casi - spiega l’assessore Gambino - In molti hanno la tessera alfanumerica, che usa lo stesso meccanismo, ma più tecnologico. A oggi non c’è nessuna normativa che regoli l’utilizzo di questo strumento, mi sono documentato e ho compreso che a livello nazionale c’è uno studio per cercare di regolamentarlo. Ho capito che la comunicazione alla questura è competenza di chi affitta e che è una responsabilità non solo fiscale ma anche penale e come Polizia locale quello che facciamo per contrastare le irregolarità è fare controlli sulla corrispondenza tra il numero dichiarato e il numero di chi soggiorna.  

La questione è attenzionata anche dalla questura e dalla finanza. Con le nuove tecnologie, in cui il check-in avviene in via telematica, chi affitta l’appartamento non vede nessuno spesso. Non è la questione in sé il problema, ma il suo abuso. Chi affitta la camera deve verificare che chi usa la camera sia effettivamente chi ha prenotato. Ovviamente chi è in malafede resterà in malafede indipendentemente da come è stata fatta la prenotazione”. 

Redazione


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