Tre capitoli, un percorso che, idealmente, richiama le cantiche dantesche, in cui il filo conduttore è composto dalle citazioni di Mario Rigoni Stern.
L’ultimo libro di Pino Petruzzelli, ‘Terra, guerra, radici’ è un’immersione piena in un mondo in cui il silenzio è necessario per incontrare l’altro, per calarsi al posto di chi si ha di fronte imparando così a conoscere anche sé stessi.
“Nel silenzio si riescono a capire tante cose - racconta Petruzzelli - A volte si fanno errori semplicemente perché si va di fretta ma se ci si ferma a guardare, ad ascoltare, si capisce tutto e si ha l’occasione di allontanarsi da alcuni pericoli”.
L’unione tra natura e uomo, per l’autore, è un elemento ricorrente che nel libro, edito per Edizione Ares, entra con certezza già dalle prime righe.
Il percorso inizia in un bosco, metafora della vita, dove diventa essenziale procedere con ‘minor carico sulle spalle per avere un passo leggero’.
Ma tutto ruota e si incentra sulla collaborazione che porta a un equilibrio fragile e, al contempo, affascinante.
La lentezza è cardine, per scappare dalla frenesia imposta e riappropriarsi del tempo e del suo valore, in grado di riportare le giuste priorità e le giuste considerazioni.
Dalle opere di Rigoni Stern, Petruzzelli estrapola la sua personale visione sui tre temi che danno titolo all’opera, trovando nelle parole dell’autore il motore per muoversi alla scoperta dell’altro.
Le pagine si susseguono in racconti in cui emerge con forza l’assenza di giudizio e la necessita di conoscenza che si tramuta in racconto. Conoscenza fatta di viaggi, incontri e ascolto in una metafora, quella della natura, che vede negli alberi i silenziosi insegnanti capaci di svelare la necessità delle radici, motore vero della vitalità.
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