Ecosistemi dell’innovazione, nati dalla sinergia di oltre venti partner coordinati da Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Italiano di Tecnologia e Università di Genova, per dare un’impronta tecnologica e sostenibile al territorio e alla qualità della vita.
Il progetto RAISE, a un anno dal suo avvio, ha presentato i primi risultati dell’attività di ricerca e trasferimento tecnologico e lo ha fatto nell’ambito del Festival della Scienza. Durante l’appuntamento nella Sala del Minor Consiglio, a essere protagonista è la rete nata dagli attori coinvolti nel progetto, capace di contare su oltre mille e cento ricercatori, con un’età media di trentaquattro anni, e di ottenere un finanziamento del PNRR di centodieci milioni di euro.
“Fare rete è la parola d’ordine dell’ecosistema - spiega Cristina Battaglia, programme manager di RAISE Liguria - I tre soggetti sono stati promotori ma siamo venticinque partner. È una visione sul futuro per far sì che le tecnologie robotiche di intelligenza artificiale sappiano migliorare la qualità della nostra vita, rendere più sicuro il territorio e dare attrattive alla Liguria in termini di ricercatori, di start up e imprese. “È una sfida ambiziosa, abbiamo risorse e tempi stretti, quelli del PNRR, e una sfida che cerchiamo di cogliere tutti insieme”.
La tecnologia robotica, così come l’intelligenza artificiale, catalizzano il pregiudizio di molti che si può contrastare solo con la corretta informazione, a proposito Battaglia aggiunge: “Pregiudizio è la parola che noi vogliamo sconfiggere. Dentro RAISE c’è una parte molto importante di divulgazione scientifica e disseminazione, rivolta in particolare alle giovani generazioni proprio perché la cultura scientifica fa si che il pregiudizio scompaia e che queste tecnologie diventino un asset importantissimo per il nostro futuro in termini di miglioramento della qualità della vita, di benessere e di sviluppo sostenibile”.
Tra i protagonisti della tavola rotonda anche il rettore dell’Università di Genova, Federico Delfino: “Gli ecosistemi dell’innovazione sono un’iniziativa del Paese per sviluppare ricerca applicata insieme con le imprese”. Poi l’appello ai giovani ricercatori: “Oggi con il PNRR ci sono tante prospettive a livello di percorso universitario, percorso nell’ambito della ricerca per i giovani. Le risorse sono veramente eccezionali, sarà difficile poter avere nuovamente una stagione di questo tipo. Invito i giovani a credere nei loro programmi di ricerca perché oggi, lavorando fianco a fianco con le imprese e su filoni che sono al centro dell’agenda della società a livello internazionale, credo ci siano prospettive per sviluppare un percorso gratificante”.
Tra i promotori c’è l’IIT che quest’anno spegne venti candeline: “Il tipo di ricerca che facciamo in RAISE - sottolinea Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto - è molto verticale. Di fatto, stiamo cercando delle applicazioni che migliorino il funzionamento o di processi industriali o, in alcuni casi per la parte sulla salute, la qualità della vita. Ci sono tante opportunità di risolvere problemi concreti molto specifici. Non è un’applicazione super trasversale dell’AI (intelligenza artificiale) che fa tutto e non c’è neanche il pensiero che questi risultati vadano a sostituire delle capacità umane. Sono cose molto particolari, molto disegnate per avere delle applicazioni concrete anche in tempi relativamente brevi perché il progetto, durando tre anni, non ci da possibilità di fare tutto”.
La tavola rotonda ha visto protagonista anche Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR: “Il 18 novembre 2023 è il centenario della fondazione, abbiamo fatto un lungo percorso in tutte le città del CNR e Genova non poteva mancare, soprattutto per il rapporto con il Festival della Scienza che è uno degli eventi più importanti che abbiamo in Italia nell’ambito della divulgazione”.
A proposito di RAISE, invece, Carrozza ha aggiunto: “RAISE sicuramente è un ecosistema molto bello, focalizzato su temi come sostenibilità, intelligenza artificiale e robotica, che sono al centro dello sviluppo del Paese. Ha stabilito un rapporto tra Università, IIT, CNR, IRCSS attivi e sarà preso a modello per gli ecosistemi”.