620mila euro via dalle casse del Comune per finanziare Genova Jeans.
La risposta che si attendeva da diverse settimane è arrivata dalla voce dell’assessore al Bilancio del Comune di Genova Pietro Piciocchi durante la commissione, fortemente voluta da Cristina Lodi (Azione) e Valentina Ghio (Lista Rossoverde) che si è tenuta questa mattina in Consiglio Comunale.
Una cifra che, dall’opposizione, è stata definita ‘ingiustificabile’ a fronte delle ricadute che la manifestazione avrebbe dovuto portare sul territorio ma che sembra, invece, aver mancato l’obiettivo richiamando 24.040 visitatori
Genova Jeans, sin dall’edizione del 2021, è finita al centro di pesanti polemiche per i costi della manifestazione e per il mancato o ridotto indotto tanto da scegliere di cancellare l’appuntamento 2022.
Quest’anno, l’edizione si è svolta dal 5 all’8 ottobre in quel ‘distretto del jeans’ che si snoda tra via Pre, via del Campo, San Luca e piazza Banchi e che, tra le sue mission, ha quella di rivalutare e riqualificare il centro storico.
Una doppia valenza, dunque, nelle intenzioni dell’organizzazione: da un lato tradurre praticamente la rigenerazione urbana e, dall’altro, attirare nella culla del denim investitori, buyer e ‘tecnici’ del mondo della moda per spingere sull’artigianato.
Anna Orlando, coordinatrice della manifestazione e consulente del Comune di Genova, nel fare il punto ha voluto concentrarsi sulla necessità di vedere la manifestazione con come un appuntamento di pochi giorni ma come un evento nel lungo periodo. “Dobbiamo uscire dalla logica del modi e fuggi - dichiara Orlando nel corso del suo intervento - Quella di Genova Jeans non è una spesa ma un investimento. Tanti genovesi hanno passeggiato per i vicoli trovando posti che non conoscevano. Genova è la culla del jeans e la comunicazione che abbiamo portato all’esterno è stata efficace”.
Per Orlando, la reputazione della manifestazione è in crescita rispetto al 2021, grazie anche alla presenza a Genova di buyers internazionali arrivati da 10 paesi e al coinvolgimento della stampa, locale ed estera.
A prendere la parola in aula anche Manuela Arata, presidente del comitato promotore e ideatrice della manifestazione.
“Nel 2022 e all’inizio del 2023 il comune ha ristrutturato i locali di via Pre, mettendoli in collegamento e creando un piccolo ‘incubatore’ di nuovi artigiani e un luogo di incontro e formazione”, ha spiegato Arata per poi ribadire la correttezza storica che si cela dietro alla manifestazione con una ricca attenzione allo studio dei documenti per dare ulteriore valore all’appuntamento.
In termini di dati, dopo le continue richieste dell’opposizione in aula per conoscere i numeri dell’evento, l’assessore Pietro Piciocchi ha portato in aula un bilancio previsionale che ha visto a carico del Comune, appunto, seicentoventi mila euro di spesa, a fronte di un costo collettivo della manifestazione di circa un milione di euro.
Nello stanziamento del Comune, centomila euro sono andati per il coordinamento organizzativo, centoquarantamila per hub, talk e collective, quarantacinquemila euro per l’accoglienza e l’hospitality, centomila euro per l’edutainment, sessantamila euro per gli allestimenti e centosettantamila euro per comunicazione e promozione nazionale e internazionale.
A sostenere la manifestazione anche Compagnia di San Paolo che ha contribuito con cinquantamila euro e un contributo, ancora in corso di quantificazione, da parte di ICE che potrebbe arrivare a trecentomila euro.
Cifre elevate e, secondo la consigliera Ghio, ingiustificati. “Un budget che poteva essere destinato a fare qualcosa per i giovani, per quei cinquantacinque mila che ogni anno scelgono di lasciare Genova per andare a costruirsi un futuro all’estero”. Seicentoventi mila euro per ventiquattromila visitatori, francamente sono ingiustificabili”.