Fin dalla sua nascita, il Festival della scienza è uno degli eventi di diffusione culturale scientifica più importanti a livello internazionale. Anche per l’edizione 2023, la ventunesima, tutto è pronto per dedicare undici giorni a conferenze, laboratori, mostre, spettacoli ed eventi speciali all’interno delle diverse location, trentacinque in tutto, che, per l’occasione, si trasformeranno ancora una volta in vere e proprie sedi culturali. Tra queste ci saranno, come di consueto, Palazzo Ducale, Palazzo della Borsa, Palazzo Reale, Galata Museo del Mare, Acquario di Genova e quasi tutti i musei civici e nazionali genovesi.
L’appuntamento con la nuova edizione, che ha come parola chiave portante ‘Impronte’, prenderà il via giovedì 26 ottobre, e fino al 5 novembre offrirà la possibilità a studenti, famiglie, adulti appassionati o semplicemente curiosi di godere di una speciale vista affacciata sul mondo della scienze, della cultura, della scoperta.
Il calendario prevede circa trecento ospiti tra scienziati, divulgatori scientifici e personalità illustri provenienti da tutto il mondo, per un totale di duecentocinquanta eventi gestiti da circa cinquecento animatori e studenti in alternanza scuola lavoro.
‘Impronte’
La parola chiave della ventunesima edizione è ‘Impronte’, e l’immagine scelta per rappresentarla è dell’artista Elena Di Capita, (rielaborata da Gaetano Cassini - studiofluo*).
Il disegno rappresenta dei pesci, realizzati con la tecnica giapponese del gyotaku, che deriva da gyo, "pesce" e taku, che significa "imprimere sulla pietra”: si tratta di un metodo tradizionale diffuso fin dalla metà del 1800 per stampare immagini di pesci. L’immagine rappresenta la parola chiave con molteplici chiavi di lettura sia in termini di temi, sia di suggestioni proposte.
Come sono strutturati gli eventi?
All’interno del Festival della Scienza esistono diverse tipologie di evento: si parte con i laboratori, che sono esperienze interattive basate sul coinvolgimento e sulla partecipazione attiva, e che vengono condotti dagli animatori scientifici; si prosegue con le mostre, che possono essere interattive o ‘semplici’ installazioni o esposizioni fotografiche che approfondiscono temi scientifici con una prospettiva creativa, stimolando la curiosità; le classiche conferenze, che vedranno ricercatori, scienziati, divulgatori ed esponenti del mondo culturale internazionale impegnanti in incontri con il pubblico. Sono previsti, poi, degli eventi speciali e degli spettacoli che avranno il compito di illustrare la scienza con diversi linguaggi: dalla musica al teatro, dallo sport alla cucina.
Genova Capitale del libro 2023 sarà al centro di alcuni incontri che fanno parte di un progetto creato ad hoc per l’occasione: una serie di incontri ravvicinati e informali con i principali comunicatori della scienza in Italia.
Inaugurazione
In occasione della serata inaugurale, che si svolgerà giovedì 26 ottobre, per la prima volta non salgono sul palco scienziati, ma artisti che credono convintamente nel rapporto sinergico tra arte e scienza e nella necessità di costruire insieme un futuro migliore per l’umanità.
Sarà presente i il maestro Michelangelo Pistoletto, uno dei principali esponenti dell'arte povera, per una conferenza a ingresso gratuito sul rapporto tra arte e scienza, tematica affrontata anche nel suo ultimo libro La Formula della Creazione.
A seguire, l’incontro con l’attore e regista Marco Paolini, che porterà a Genova "La Fabbrica del Mondo" e una riflessione appassionata su temi come l'energia, la crisi ambientale, il saccheggio delle risorse naturali e il cambiamento climatico, l'evoluzione della specie e delle tecnologie.
Alcuni dei protagonisti
Grandi nomi internazionali saliranno sui palchi per raccontare la scienza in ogni sua sfaccettature. Si occuperanno di cosmologia e astrofisica Brian Cox fisico e noto divulgatore scientifico della BBC, il cosmologo Thomas Hertog, che è stato uno dei più stretti collaboratori di Stephen Hawking, ma anche le astrofisiche Betti Hartmann e Aneta Wojnar, che sviluppano una riflessione sul divario di genere e sulla relazione odierna tra le discipline Stem e le donne.
Con la parola chiave Impronte non può mancare uno spazio dedicato alle scienze archeologiche, che studiano le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l'ambiente. Intervengono al Festival Marcella Frangipane, archeologa esperta dell'area anatolica, dove è nato il concetto di società, ed Elisabetta Boaretto, scienziata italo/israeliana che illustra come gli alberi aiutino a capire il rapporto dell’uomo con l’ambiente e il modo in cui l’ambiente ha influenzato la civiltà umana.
Di impronta genetica, dall’origine della specie umana fino alla prevenzione e alla cura delle malattie rare, parla Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. La lotta al virus dell’HIV è stata uno delle principali sfide della medicina, oggi lo studio di questo virus e la terapia genica permettono di curare alcune malattie rare: lo spiega al Festival Alessandro Aiuti, responsabile dell'unità di Ricerca clinica pediatrica del Tiget, l’Istituto San Raffaele Telethon per le Terapie Geniche, che ripercorre anche la storia del “male del secolo”.
Catturare l’impronta del cervello è l’ambizione degli scienziati di tutto il mondo. Le nuove tecnologie aiutano a farlo: ad approfondire questo tema Michela Matteoli, neuroscienziata e coordinatrice del Neuro Center dell’ospedale universitario milanese Humanitas, che al Festival parla della plasticità cerebrale cioè la proprietà del cervello di modificare sé stesso, di adattarsi al mondo e di autoripararsi. Robert Stickgold e Antonio Zadra, neuroscienziati fra i più noti specialisti mondiali dell'argomento, propongono una teoria innovativa che riconosce il sogno come uno strumento per cogliere il significato di informazioni latenti nella memoria.
L’impronta ecologica, ovvero la misura del consumo da parte degli esseri umani delle risorse naturali che produce la Terra. Molti gli scienziati che trattano al Festival questo tema da diversi punti di vista, a cominciare da Paolo Vineis, Enrico Giovannini e Luca Savarino che, insieme a Luca Carra, dibattono sulle strategie scientifiche, sociali e politiche più utili per affrontare le sfide del riscaldamento globale e della riduzione della biodiversità, mentre Giorgio Vacchiano ed Elisa Palazzi approfondiscono il rapporto sinergico tra salute delle foreste e cambiamenti climatici.
La parola Intelligenza Artificiale è sulla bocca di tutti. Ma che cosa è veramente? Qual è il rapporto con l’intelligenza naturale? Dove può arrivare? Dobbiamo averne paura? Di tutto questo discutono con il pubblico Angel Canal, biologo specializzato in neuroscienze computazionali e Marco Hernandez, fisico, esperto di algoritmi di AI. E proprio sugli algoritmi, della loro non neutralità e delle relative conseguenze, si esprimono Teresa Numerico, filosofa della tecnologia e Donata Columbro, esperta di umanizzazione dei dati.
I robot sono ormai davvero tra di noi, anche se diversi da quelli dei racconti di fantascienza. Per esempio, i robot che si indossano per migliorare la qualità della vita di persone che hanno deficit cerebrali, come spiegano Domenico Prattichizzo, esperto di robotica a scopo riabilitativo e Simone Rossi, neurologo e neurofisiologo.
La robotica e l’Intelligenza Artificiale sono basati su algoritmi che richiedono calcolatori sempre più performanti. Anche se per il computer quantistico di cui al Festival parlano Ilaria Siloi, fisica computazionale e Sabrina Maniscalco, vicedirettore del centro di eccellenza per le tecnologie quantistiche di Helsinki, con Leonardo Quattrucci, il più giovane consigliere del Centro europeo per la strategia politica della Commissione europea, si deve ancora attendere, Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto Nazione di Fisica Nucleare, e Michela Milano, esperta di Intelligenza Artificiale, svelano le straordinarie prospettive ma anche le criticità dei nuovi dispositivi di supercalcolo.
Il programma completo e tutte le informazioni su biglietti e abbonamenti sono disponibili al sito www.festivalscienza.it.