Un tempo era animata dalle vetrine dei negozi e dal viavai delle persone, oggi di quello che è stata via della Maddalena rimane solo uno sbiadito ricordo.
Non ci sono più le attività a fare da presidio del territorio e chi ha cercato di resistere, deve fare i conti con la desertificazione della zona e si trova costretto a gettare la spugna.
Così, inaspettata, è arrivata la notizia della chiusura della tabaccheria della Maddalena, l’ennesima luce lungo la strada che si spegne.
“Non si può andare avanti - racconta amareggiato Giancarlo Pastorino, una vita dietro al bancone della tabaccheria del figlio Marcello - siamo stufi. Prima era tutto un negozio, la zona era vivibile. Ora che attività ci sono? Per esempio, prima i quaderni li ordinavo tutte le settimane; ora saranno sei o sette anni che non ne compro più perché i bambini da qui non passano. Ho smesso di tenere anche i giocattoli. Da qui non passa più nessuno”.
Per Pastorino, il problema sicurezza è una conseguenza della mancanza di negozi.
“Hanno desertificato, lo ripeto. Sono vent’anni che sono qui. Prima dello spostamento di alcuni uffici da Tursi al Matitone, da qui passavano dalle 25 alle 30mila persone per fare i documenti. C’era chi arrivava da altri quartieri per far acquisti in via della Maddalena. I negozi erano vantaggiosi e la merce ottima, tutto questo attirava. Persino le prostitute facevano da guardia ai ragazzini, ma qui di ragazzini non se ne vedono più. Oggi non c’è più niente”.
“Un quartiere, per essere vivibile - continua - deve avere negozi. I delinquenti, logico, ci sono ovunque ma se abbiamo il presidio del territorio, questi se ne vanno. Ho visto troppe volte ubriachi seduti davanti all’asilo”.
Un problema denunciato già nei giorni scorsi dai residenti e dai commercianti di alcuni vicoli del centro storico che hanno scelto di presentare un esposto in Procura affinché vengano garantiti interventi per contrastare spaccio, degrado e violenze ma che, a oggi, non ha avuto un cambio di passo.
L’esasperazione ha spinto la famiglia a chiudere l’attività. “Cercherò un altro lavoro, uno qualunque in un altro settore” ammette Marcello che dopo anni di sacrifici e impegno, a fine ottobre abbasserà la saracinesca per non riaprirla.
“Pensare che c’erano anni in un cui i commercianti scommettevano di investire e aprire la propria attività qui”, si legge nel post via Facebook dell’associazione AMA, Abitanti della Maddalena.
Il post prosegue: “Nasceva un asilo abbattendo uno storico bar di spaccio dei Fiumanò, abitanti e commercianti davano vita ad iniziative e progetti di riqualificazione. Nascevano così Jalapeño, Genova, Caffè Fratelli Nadotti, Book Morning - Libreria degli Indipendenti, PA50L, Papê, Ossoli Incisioni e molti altri che andavano a far compagnia a chi qui resisteva da tempo Beershop Maddalena e Mielaus. Oggi alcuni sono andati altrove e molti altri hanno dovuto ridurre gli orari perché in alcuni punti di via della Maddalena dopo una certa ora è impossibile fare commercio… a meno che tu non voglia commerciare in spaccio di sostanze illegali e nella vendita scellerata di alcool a bassissimo prezzo ad avventori già palesemente ubriachi alle 17 del pomeriggio e senza il minimo contrasto da parte delle istituzioni, appare chiaro dopo anni di attività associativa su strada che tutto ciò è tollerato che meglio qui che da un’altra parte ma se le istituzioni chiudono gli occhi ne diventano complici”.
“La Maddalena - concludono - è stata abbandonata dalle istituzioni, i patti e i progetti in campo non incidono in nessun modo sul territorio e gran parte di quello che era stato fatto è stato spazzato via. Noi siamo certi che non tutto sia perduto, che non bisogna abbandonare la nave anche se oggi è sempre più faticoso resistere in questa zona della città così vicino ai palazzi delle autorità così lontana dai loro pensieri”.