Mentre sono in corso le indagini per risalire ai responsabili, Anpi provinciale di Genova condanna l'atto vandalico di Oregina, dove è stata distrutta la targa dedicata al ricordo di Norma Cossetto, giovane vittima delle foibe uccisa dai partigiani di Tito nel 1943 perché fascista.
I militanti di Casapound avevano annunciato un presidio in memoria di Cossetto per la mattinata di ieri, domenica 8 ottobre. Nel frattempo si sono radunati anche gli antifascisti, coordinati dall'Anpi, generando momenti di tensione e rendendo necessario l'intervento delle forze dell'ordine.
"La pietà per i morti non la si rifiuta mai" scrive l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia in una nota. "Allo stesso tempo, non accettiamo strumentalizzazioni di qualunque tipo. Perché Anpi rifiuta - da sempre - ogni violenza; ma contemporaneamente abbiamo voluto mantenere il nostro presidio – da tempo annunciato - pacifico e democratico, così come è stato il comportamento dei cittadini presenti alla Rotonda, nello stesso luogo dove si trova la targa: perché da una vicenda oscura non è accettabile veder costruite strumentali accuse contro i partigiani e la storia della Resistenza".
"Giova a tal punto ricordare che la legge 92/2004 all’art.1) testualmente recita: 'riconosce il 10 febbraio (...) al fine di conservare e rinnovare memoria della tragedia (...) e della più complessa vicenda del confine orientale'.
Ora, 'la complessa vicenda del confine orientale' non riguarda solo la terribile tragedia delle foibe e dell’esodo, ma anche le sofferte stagioni della lotta partigiana, i campi di concentramento fascisti istituiti nel territorio del Friuli Venezia Giulia, il forno crematorio della Risiera di Trieste, la gloriosa costituzione delle prime libere repubbliche partigiane (di cui nel 2024 ricorre l’80^ anniversario della fondazione; un’esperienza ove, per inciso, per la prima volta in Italia votarono le donne) e la loro cruenta soppressione.
Né tale 'complessa vicenda' può prescindere dall’invasione italiana della Jugoslavia avvenuta il 6 aprile 1941, dalla conseguente repressione violentissima e indiscriminata della resistenza slovena, dalle efferatezze nei confronti dei civili, dai delitti dei criminali di guerra italiani.
Il Giorno del Ricordo è fatto per ricordare e non per dimenticare o per raccontare solo una parte della 'complessa vicenda del confine orientale'" conclude l'Anpi.