“Kafka a Teheran” è un film sull’Iran contemporaneo da vedere sabato 7 ottobre (ore 21.15) al cinema Ariston (vico San Matteo 14) insieme alla Comunità Iraniana di Genova, fra cui militano molti esponenti del movimento democratico “Donna, Vita, Libertà”, sorto dopo la morte di Masha Amini, arrestata per la mancata osservanza dell’obbligo del velo. Il film di Ali Asgari e Alireza Khatami, distribuito da Academy Two, sarà preceduto dalla presentazione della mediatrice culturale Anahita Tcheraghali, dell’imprenditrice Sheri Moghadasi e della giornalista Zahra Jalilian. Alla proiezione, in lingua originale farsi con i sottotitoli in italiano, segue il dibattito con il pubblico.
“Kafka a Teheran” racconta la storia di uomini e donne comuni, di ogni provenienza sociale, che si scontrano con le barriere culturali e religiose imposte dalle varie autorità locali. Sono vicende ironiche e commoventi che compongono il ritratto, pieno di sfaccettature, della complessa società iraniana vista da chi si trova a superare un’avversità ed entra in contatto con le istituzioni. «Ci siamo proposti – hanno dichiarato i registi, che si sono conosciuti alla Mostra del Cinema di Venezia del 2017 – di esplorare le dinamiche del potere e analizzare il modo in cui i regimi totalitari controllano la vita degli individui, attraverso leggi che riguardano i corpi, la sessualità e l’identità. Con una cinepresa fissa e frontale abbiamo girato quadri viventi drammaticamente realistici, estremamente convenzionali e spesso paradossali. Mettiamo a nudo i tentativi dei cittadini di ritagliarsi dei piccoli spazi privati di ribellione, a dispetto di un regime oppressivo. In fondo, non è altro che un’inchiesta cinematografica sulla minaccia delle dittature che mette in luce la necessità di una sfera in cui proteggere un germe di resistenza».
“Kafka a Teheran” è stato girato in sette giorni. «Abbiamo guardato le nostre famiglie – concludono i registi – e ci siamo resi conto che il momento di raccontare storie attorno al fuoco era finito. Era giunto il momento di raccontare una storia “all’interno” del fuoco».