Economia - 04 ottobre 2023, 07:00

Origine, storia ed evoluzione della lavorazione della pianta di tabacco

La pianta del tabacco (Nicotiana tabacum) ha una storia lunga ed affascinante

Origine, storia ed evoluzione della lavorazione della pianta di tabacco

Contenuto Sponsorizzato - La pianta del tabacco (Nicotiana tabacum) ha una storia lunga ed affascinante. Originaria del continente americano, è giunta in Europa relativamente ‘tardi’; nel corso dei secoli, è radicalmente cambiato il modo di utilizzarne le foglie - sia fresche che essiccate - passando dagli usi rituali delle popolazioni mesoamericane alla lavorazione industriale per la produzione dei prodotti per fumatori. In questo approfondimento, vediamo quali sono state le tappe principali della storia del tabacco, dalle origini ai giorni nostri.

La scoperta e i primi utilizzi

Uno studio piuttosto recente colloca nel tardo Paleolitico la scoperta della pianta del tabacco da parte dell’uomo; secondo quanto riportato da un articolo pubblicato dal sito Scientific American, nell’ottobre del 2021 uno scavo archeologico condotto nel Deserto del Nevada ha permesso di riportare alla luce una manciata di semi di tabacco risalenti a oltre 12mila anni fa. Prima di tale ritrovamento, le più antiche tracce del consumo dei derivati della pianta risalivano all’incirca a 3.300 anni fa.

La scoperta avvalora la tesi per cui furono le popolazioni native americane, che abitavano le aree centrali e meridionali del continente, le prime a fare stabilmente uso di tabacco. Molto probabilmente, le foglie essiccate venivano fumate, mediante pipe o simili, durante rituali sacri; in aggiunta, pare fosse impiegato anche come antidolorifico per il mal di denti e alleviare il senso di fame.

L’arrivo del tabacco in Europa

I primi europei ad avere contezza del tabacco, e dei suoi utilizzi, furono alcuni esploratori al seguito di Cristoforo Colombo; questi, addentrandosi nell’entroterra dell’isola di Cuba, entrarono in contatto con le popolazioni indigene, osservando come inalassero il fumo delle foglie di un’erba a loro sconosciuta mediante delle pipe di legno.

Di lì in poi, il tabacco impiega ben poco per diffondersi in Europa; è uno dei prodotti che alimenta maggiormente la colonizzazione del continente americano. Inizialmente, la pianta viene denominata ‘erba sacra’, per via delle presunte proprietà mediche; questa convinzione si basava anche su alcuni fatti storici: nel 1559, ad esempio, il Re di Francia guarì dai frequenti mal di testa proprio grazie all’inalazione di tabacco, su suggerimento del console francese a Lisbona, Jean Nicot. L’anno seguente, la pianta cominciò ad essere coltivata anche in Francia. Più o meno nello stesso periodo, il medico personale di Filippo di Spagna descrisse il tabacco come ‘medicina universale’; entro la fine del secolo, la coltivazione della pianta si allarga rapidamente al resto dell’Europa continentale.

Il tabacco come prodotto da fumare

Già agli inizi del Seicento, il tabacco comincia ad essere consumato come prodotto da fumo, scatenando anche reazioni avverse e polemiche. Ciò nonostante, nel corso dei secoli fumare tabacco essiccato si impone come un’abitudine aristocratica, diffusa presso i membri dell’alta società ma anche tra artisti e letterati.

Non a caso, già nel 17° secolo fanno la loro comparsa le ‘smoking jacket’, ovvero le ‘giacche da fumo’, un capo d’abbigliamento da indossare ai party organizzati per fumare. Il completo elegante che oggi chiamiamo ‘smoking’ (ma solo in italiano) prende il nome proprio da quelle giacche, che servivano a proteggere gli indumenti dal fumo di sigari e pipe.

L’avvento delle sigarette

A cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, in circostanze non meglio precisate, nascono le sigarette. Forse i soldati musulmani, forse quelli inglesi, durante un’azione di guerra in Egitto, rimasti senza narghilé (o senza pipe), confezionano le prime, rudimentali sigarette, pigiando del tabacco essiccato in un rotolo di carta (probabilmente quelli per le munizioni svuotati della polvere da sparo).

Nel giro di pochi decenni, grazie all’applicazione di tecniche di produzione industriale, le sigarette diventano un prodotto di massa, largamente disponibile in tutta Europa già alla fine dell’Ottocento. Gli eventi della prima metà del Novecento contribuiscono ulteriormente alla loro diffusione: vengono elargite ai soldati in trincea durante la Prima guerra mondiale e diventano oggetto di contrabbando durante il Secondo conflitto mondiale. Negli anni del Dopoguerra, grazie anche al cinema hollywoodiano abbinate ad audaci campagne pubblicitarie, vengono associate al benessere del ‘boom’ economico ed all’emancipazione femminile. Quasi nello stesso periodo, però, si sviluppa una letteratura scientifica incentrata sui danni provocati dal fumo, evidenziando una chiara relazione tra il tabagismo e i rischi per la salute correlati all’esposizione costante alle sostanze sprigionate dalla combustione del tabacco.

Il mercato del tabacco del Nuovo Millennio

L'accertata pericolosità dei prodotti tradizionali a base di tabacco ha spinto i grandi marchi di settore a sviluppare proposte alternative. Tra queste figurano non soltanto le sigarette elettroniche (prodotti a base di nicotina ma privi di tabacco) ma anche i dispositivi a tabacco scaldato (THP o HTP), sulla scorta di svariati tentativi a vuoto approntati negli anni Ottanta e Novanta.

Dopo il primo decennio del nuovo millennio si sono imposti sul mercato grazie ad un buon successo commerciale. Alimentati da una batteria agli ioni di litio, sono dispositivi elettronici scalda tabacco che, grazie a moderne tecnologie, riscaldano una miscela di tabacco per produrre un vapore contenente nicotina, ma privo di residui solidi. I dispositivi di questo tipo, come quelli a marchio glo™ di BAT Italia, sono caratterizzati dall’assenza di combustione: la miscela non brucia, anche grazie a software e sensori di controllo che regolano la temperatura del riscaldatore.

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