Municipio Ponente - 30 settembre 2023, 15:42

Ponente, tremila in piazza con l’incubo del sindaco-commissario: “Non ci fidiamo di nessuno”

Bucci si occuperà di sovraintendere i lavori della nuova diga, quindi tutta la partita dei cassoni potrebbe tornare in discussione. I cittadini hanno dato nuovamente una risposta energica e vigorosa

Ponente, tremila in piazza con l’incubo del sindaco-commissario: “Non ci fidiamo di nessuno”

Non ci sono le cinquemila persone in strada dello scorso 25 marzo, ma ce ne sono comunque circa tremila e la risposta del Ponente cittadino rispetto alle servitù industriali e portuali, e ai progetti che si addensano come nubi nere su questa zona della città già assai travagliata (nonché tartassata), è vigorosa e decisa.

“Non un centimetro in più rubato al mare”, è sempre stato il diktat da questa parte della ‘grande Genova’, purtroppo spesso disatteso o con innumerevoli tentativi, spesso contrappuntati con successo, di essere disatteso. Il corteo di questa mattina dalla stazione ferroviaria di Pra’ ai Giardini Catellani sul lungomare di Pegli, circa quattro chilometri di strada proprio accanto a quei luoghi maggiormente sfregiati dalle servitù, a cominciare dalla zona di Pegli Lido, sta a significare anzitutto un elemento: che i cittadini delle istituzioni non si fidano più e che non basta una mail scritta dal dirigente di Autorità Portuale, Paolo Piacenza, al presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza, per dire che i cassoni si faranno tutti a Vado Ligure, compresi quelli di piccole dimensioni. Non basta perché resta in piedi il tema principale: l’autorizzazione a costruire i cassoni per la nuova diga foranea del porto di Genova al Sesto Modulo dello scalo di Pra’ non è mai stata ritirata, né Autorità Portuale ha mai fornito chiarimenti in questo senso, neppure in occasione dell’ultima Commissione Municipale.

Che cosa significa tutto questo? Che Pra’ rimane un sito idoneo e pare sempre più chiaro che convenga alle istituzioni che la situazione resti tale, se mai a Vado dovesse esserci qualsiasi problema relativo ai cassoni. Secondo aspetto non meno importante, che è poi quello che maggiormente inquieta i comitati del Ponente che hanno il merito di aver organizzato nuovamente una manifestazione ben riuscita: il sindaco di Genova Marco Bucci, che già avrebbe costruito tutti i cassoni a Pra’, se fosse stato per lui, è il commissario da qualche giorno sia della nuova diga che del tunnel subportuale. Ecco perché non ci si fida, ecco perché tremila persone sono scese nuovamente in piazza: perché con un’Autorità Portuale senza guida (Paolo Emilio Signorini è andato a guidare Iren) e un sindaco nuovamente in veste di commissario (e quindi con amplissimi poteri), tutto può tornare in discussione in qualsiasi momento e, a quel punto, senza più la minima possibilità di opporsi.

Di fronte a questo scenario, tremila persone sono molte, ma ancora non abbastanza: i comitati hanno dato il massimo, la politica può decisamente fare di più, a tutti i livelli. Lo sta capendo il presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza, sempre più propenso ad ascoltare le ragioni del no, e a comprenderle, mentre permane un silenzio colpevole e inspiegabile da parte delle liste e dei partiti di maggioranza, a cominciare dai numerosi esponenti eletti sul territorio: è inutile negare come qui il patto con i cittadini e con il territorio si sia venuto a rompere definitivamente.

È il momento delle scelte coraggiose, è il momento di dire da che parte si sta: perché tutto è ancora in discussione e la partita a scacchi tra Autorità Portuale, istituzioni cittadine e abitanti del Ponente non è mai stata così a favore dei primi e così a sfavore degli ultimi. Se il Sesto Modulo sarà riempito, se il porto di Pra’ verrà ampliato, se arriveranno altre servitù, se Pegli Lido si troverà il cantiere logistico sopra le proprie finestre, ogni decisione di questo tipo avrà dei nomi e dei cognomi e avrà pure dei volti.

Un’ultima considerazione, verso chi staccava dai portoni i volantini del corteo di questa mattina: non vi piace che il Ponente abbia una coscienza critica? Non vi piace una forma di espressione democratica di dissenso? Eppure, negare i progetti di espansione portale e gli ‘appetiti’ delle istituzioni sul territorio è pura follia: peggio dei negazionisti del clima, peggio dei negazionisti della pandemia. Anche staccare il cervello è una precisa responsabilità. Molto più grave dello staccare i volantini.


Alberto Bruzzone


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