Si apre il 4 ottobre CORPO E ANIMA, il focus di appuntamenti della IX edizione di Resistere e Creare, la rassegna di danza internazionale di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse diretta da Linda Kapetanea e Jozef Fruček con Marina Petrillo.
Da sempre aperta al contemporaneo e ai linguaggi innovativi della danza, in questo nuovo assetto la rassegna porta con sé suggestioni inedite per l'Italia e per Genova ed è oggi residenza creativa, circuitazione di artisti internazionali, sostegno produttivo, attività di scouting, formazione, innovazione di linguaggi, contaminazione della tradizione, speculazione sul futuro e mediatore culturale tra vecchie e nuove generazioni; un’offerta destinata a un’ampia fascia di pubblico che porta gli spettacoli anche fuori dalle sale.
Proprio a conferma della vocazione all'internazionalità, il 6 e il 7 ottobre in scena MAZUT, lo splendido spettacolo onirico della compagnia franco catalana Baro D’Evel per la prima volta a Genova.
Il programma completo delle giornate dal 4 all’8 ottobre
4 OTTOBRE – Teatri di S. Agostino
h. 18.30 – Sala Trionfo
TABÙ
TABÙ – rituali sociali, restituzione pubblica di una residenza svolta a Genova è la nuova produzione artistica della compagnia FUNA, che basa la sua ricerca sulla commistione tra danza, teatro di prosa, danza aerea e musica rituale.
Il progetto performativo indaga il recupero del gesto rituale, attraverso l'appartenenza ad una comunità che elimina la paura della morte a favore della nascita di un “noi” collettivo. Le performer sono figure che incarnano i tratti dell’angoscia narcisistica, personaggi rappresentativi del nostro tempo: l’avaro, l’esibizionista, il terrorista.
In un mondo ormai povero di simboli, in un’epoca che rifiuta i rituali e in cui sono spariti i tabù, la libertà è diventata un obbligo, accompagnato dalla sensazione di aver raggiunto un grado assoluto di indipendenza dalla natura, fino quasi a negare la nostra condizione di esseri mortali.
La società, apparentemente così libera, ha profonda difficoltà ad affrontare la morte e la perdita di una riflessione spirituale rende gli individui incapaci di darle un senso o di affrontare il dolore, se non attraverso momenti rituali che sostengono l'individuo singolo, legandolo agli altri per ridurne la sofferenza.
Il rito diviene cosi generatore di una nuova consapevolezza che, grazie alla ripetizione del gesto e al confronto con gli abissi dell’essere, potrà avviare un cambiamento interiore, in cui la morte non sia più percepita come negazione della vita ma come parte integrante dell’esistenza.
h.19.00– Foyer Tonino Conte
IL DIO CHE DANZA – Viaggi, trance, trasformazioni
"Il dio che danza" racconta i viaggi dell'autore sulle tracce di un fenomeno antichissimo e universale: la trance da possessione indotta dalla danza e dalla musica. Il cammino di Paolo Pecere inizia dal tarantismo in Puglia, sulle orme di Ernesto de Martino, e, seguendo collegamenti storici e mitologici, prosegue in India Meridionale, per approdare poi in Pakistan, Africa e, infine, in Brasile.
Nell'ultima tappa, New York, riemerge la questione che attraversa e guida tutto il percorso: cosa resta di questo tipo di pratiche antiche nel mondo odierno? E quali nuove funzioni assumono?
Paolo Pecere insegna Storia della filosofia all’Università di Roma Tre. Si occupa dei rapporti tra filosofia, scienze della natura e psicologia nell’età moderna e contemporanea.
6 OTTOBRE – h. 19.00 – Foyer Tonino Conte Teatri di S. Agostino
TACA TÈ
Perché ricordiamo il passato e non il futuro? Siamo noi a esistere nel tempo o il tempo esiste in noi? Cosa significa davvero che il tempo scorre? Cosa lega il tempo alla nostra natura di soggetti? Cosa ascolto, quando ascolto lo scorrere del tempo?
Carlo Rovelli
Taca tè, in dialetto emiliano “comincia tu”, è una sfida al diritto di esistere nel tempo, giocata tra due corpi anagraficamente lontani che convergono nel presente della danza.
Un incontro tra tempi e generazioni diverse, tra età della vita che si osservano e si confrontano in un flusso di ascolto, intimità profonda, limiti che si spostano, corpi che discutono e si accordano.
In scena, Antonio Caporilli e Francesca Lastella affrontano il grande tema del tempo e dell’incontro tra le generazioni in un dibattito fisico senza sosta, giocato sui codici del ballo liscio in cui passato e futuro si specchiano l’uno nell’altro nel tentativo di costruire una relazione in grado di muoversi senza timore sulla linea del tempo, immersi in una composizione musicale intreccia la tradizione del liscio emiliano con una sonorità strumentali ed elettroniche, realizzate da Alberto Sansone e Marcello Gori.
6-7 ottobre – Teatri di S. Agostino h.20.30 – Sala Trionfo
MAZUT
Il 6 e 7 ottobre il grande teatro internazionale apre l’autunno sul palco della Sala Trionfo, nell’ambito della rassegna di danza di Resistere e Creare, con MAZÙT, tra i primi spettacoli di Blaï Mateu Trias e Camille Decourtye, duo franco catalano fondatore della compagnia Baro d’evel, di cui ha assunto la direzione artistica dal 2006.
Mazùt, riallestito nell’ottobre 2021 e presentato in Italia in prima nazionale al REF21 (Roma Europa Festival), è un sogno fragile e sospeso come una bolla di sapone, in cui il tempo assume la qualità di un appassionato passo a due, una visione dal sapore surrealista che scava e scova il nostro essere animali: due creature alla ricerca del loro animale interiore perché l'umanità le ha sopraffatte, perché hanno perso l'istinto, perché il mondo va troppo veloce, troppe parole, troppe lettere. Due creature che vogliono trovare le loro prime sensazioni, prima degli uomini eretti, prima degli uomini pensanti, per essere un organismo che respira e guarda il mondo.
Tra gli spettacoli meno visti di questi artisti, Mazùt rappresenta un punto di svolta nel percorso di sperimentazione della compagnia Baro d'Evel che ha permesso di continuare ad ampliare i propri linguaggi ed è stato il punto di partenza per le creazioni successive, Bestias e Là, sur la falaise..
Nato dal duetto di Blaï Mateu Trias e Camille Decourtye sul palcoscenico, è divenuto per la sua solidità un repertorio trasmesso anche ad altri interpreti, artisti della stessa generazione; a Genova va in scena nell’interpretazione di Valentina Cortese e Julien Cassier.
“Cerchiamo di catturare quei momenti, quei luoghi instabili, dove il corpo trema quando cerca l'immobilità, il confine tra padronanza e non padronanza, tra controllo e abbandono.
Forse la cosa importante è ciò che accade tra le pause, tra le vette, quando ci si perde, quando il corpo deve trovare la soluzione. È in questi momenti di transizione che possiamo cogliere l'altro, sentirlo, trovarlo, dove non pretendiamo più, dove lasciamo che accada, perché nulla va come previsto, tutto cambia, ci adattiamo continuamente, siamo esseri in trasformazione”.
7 ottobre – h. 22.00 – Teatri di S. Agostino – Sala Agorà/La Claque
DANCING BRUNO
Dancing Bruno è una cavalcata nel ballo popolare tra gli inizi del 900 e i primi anni 70, aggrappati alla sella della storia dei cambiamenti sociali e politici che hanno trasformato il nostro modo di vivere gli spazi, le relazioni, i ruoli e i passi in comune. È un covo clandestino, un’arca dove ogni animale può salire per ritrovare la propria spontanea e necessaria voglia del proprio corpo e dell’altro. Siamo ciò che danziamo, e in Dancing Bruno l’ironia spalanca la porta all’incontro e alla sperimentazione. È un’esperienza partecipata dove pubblico e performer si fondono in uno stesso gioco, creando uno spazio surreale in cui il tempo si sospende tra note e sudori in un fare organico di gente che balla. Ne risulta una serata di circa due ore e mezzo, dove 12 artisti tra musicisti, danzatori, cantanti e attori, si contendono il pubblico, sfidandosi a non lasciare seduto nemmeno uno spettatore.
Una compagine di artisti, disoccupati da tempo immemore, raccolti in un dancing surreale, in assenza di un’orchestra, sta aspettando Bruno. Il pubblico arriva e qualcuno apre le danze: si salta sulla linea del tempo, si vortica tra le culture, le storie e le lingue, si incontra gente strana, si annusa l’umanità dell’altro. E mentre si aspetta che Bruno arrivi, ci si scalda, accompagnati dagli artisti che tenteranno l’impossibile per farsi scritturare.
Bruno era un fisarmonicista, uno con le mani veloci che girava senza dimora tra le orchestre, i paesi in festa, e i bar.
Uno a cui non interessava diventare famoso, ma che con sole due mani poteva ribaltare una serata, far danzare una piazza e raccontare storie per un bel pezzo. Era uno di tanti, uno di quei fenomeni semplici e sconosciuti di cui è pieno il mondo. Un uomo storto, con la musica e il vino negli occhi tristi sopra al sorriso buono.
Bruno era Bruno perché Bruno c’era… ma ora… Bruno arriva? E dove, quando? A che ora?
Una terra di mezzo che riparte dal ballo di coppia, nei suoi diversi volti a seconda dei diversi Paesi, ritmi, nelle sue contaminazioni, evoluzioni, ritorni a mondi perduti, per ricordarsi di come tutto nasca da una pulsione umana, profonda e antica, che dal singolo si propaga alla comunità: non si è soli quando si è almeno in due; un luogo in cui ritrovare le regole della balera e soprattutto la voce potente dell’estrazione popolare e regionale.
IL CORPO ASSOLUTAMENTE FISICO | MASTERCLASS (Partecipazione gratuita, prenotazione obbligatoria a resisterecreare@teatrodellatosse.it)
In occasione della loro partecipazione alla rassegna internazionale Resistere e Creare con lo spettacolo The ranch is Empty, il Collettivo Poetic Punkers apre l'invito alla partecipazione a una masterclass di danza contemporanea della durata di due ore (a titolo gratuito), diretta da Natalia Vallebona e Faustino Blanchut, con la partecipazione della compagnia.
La masterclass s'ispira al lavoro di ricerca fatto per lo spettacolo e ha come tematica: Il corpo assolutamente fisico.
La ricerca personale che Natalia e Faustino sviluppano dal 2016, con il Collettivo Poetic Punkers, li porta ad interrogare il corpo come materia permeabile, suscettibile a trasformazioni.
Il punto iniziale della loro ricerca è un flusso creativo che possa contenere diversi registri scenici (danza, azione, testo, voce, acting…).
Al fine di poter usare il corpo come strumento contenitivo di altro, Natalia e Faustino si staccano dall’uso del movimento fine a se stesso e propongono la costruzione di un meccanismo fisico in grado di lasciare apparire l'immaginazione del performer.
Una pratica agita che parte dal corpo e che si avvale di un corpo assolutamente fisico, un corpo abile e pensante che costruisce qualcosa che tende ad una concretezza, un corpo che diventa necessario, che attinge alla componente intuitiva dell’interprete e che si trasforma grazie alla percezione del fuori.
h.19.00 – Via Garibaldi – Atrio di Palazzo Tursi – OUTDOOR
IL GIROTONDO DI DIONISO
Il Girotondo di Dioniso, nuovo lavoro di Giovani di Cicco presentato in anteprima a giugno all’edizione 2023 di Andersen Festival, è un’indagine, apparentemente indecifrabile, ispirata al dionisiaco che si nasconde in noi, a quell’ebrezza latente che fermenta dalla vita e ci spinge a cercare, non senza fatica, la gioia di destreggiarci nei nostri sensi e a perdere il controllo, restando appesi al mistero.
Il Girotondo diviene così uno scorrere di quadri in azione, ispirati alla pittura vascolare greca e al nostro inconscio, uno spazio di gioco tra danza, immagini mitiche e musica elettronica, una scrittura coreografica che non racconta, ma che da’ corpo all’imprevedibile.
Uno spazio di libertà che si avvale di continue epifanie di gesti, di personaggi privi di un ruolo ben definito di nuove esperienze, proprio come Dioniso il dio che arriva.
h. 20.30 – Via Garibaldi – Atrio Palazzo Tursi – OUTDOOR
PATAPALO RUMBA – Ballo latino
Patapalo Rumba, formazione attiva dal 2004, trasporterà il pubblico in un viaggio musicale davvero unico, in un ballo libero cui tutti potranno prendere parte.
Rumba, Samba, Son Cubano, Tango e Flamenco: una fusione di sonorità latine e mediterranee che uniscono Argentina, Spagna, Messico, Brasile, Cuba per un repertorio vastissimo.
Informazioni: Botteghino tel. 010.2470793 o promozione@teatrodellatosse.it