Oggi l'onorevole Piero Fassino, membro della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, ha partecipato all'incontro "Sovranità nazionale e sovranità dell'UE; la cittadinanza europea e le sfide del futuro". L'evento si è svolto presso il Teatro Eleonora Duse ed è stato organizzato dall'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea (ILSREC).
“Qualsiasi tema noi affrontiamo, dal cambiamento climatico, all’emigrazione, al controllo dell’intelligenza artificiale, richiede una dimensione non solo nazionale - dice Fassino - Ovviamente le politiche nazionali sono necessarie ma da sole non sono sufficienti. Abbiamo bisogno di collocare le nostre scelte dentro un contesto europeo, più largo. D’altra parte viviamo in un mondo caratterizzato dalla globalizzazione, dall’interdipendenza, dalle relazioni sempre più strette tra mercati.
Se si voglio affrontare e gestire i problemi occorre avere la dimensione e la scala giusta: quando devi fare i conti con la Cina o con l’India o con gli stessi Stati Uniti cioè paesi di grandi dimensioni demografiche, economiche e politiche, nessun paese europeo, da solo, è in grado di reggere il confronto. Un’Europa che invece metta a fatto comune tutte le sue risorse economiche, finanziarie, produttive, sociali e culturali diventa un soggetto fondamentale della scena internazionale”.
Prendendo spunto dalle politiche europee l’onorevole ha poi fatto il punta sulla gestione dell’immigrazione in Europa e, in particolare, sulle politiche portate avanti dal governo Meloni.
“Bisogna fare qualcosa affinché si realizzi una solidarietà europea - dice - Per esempio questo governo ha abbandonato l’obiettivo di battersi per una redistribuzione dei migranti su scala europea. La commissione Europe l’ha proposto, alcuni governi si oppongono. Il governo italiano, anziché sostenere la commissione europea in questa battaglia, flirta con i governi che si oppongono alle redistribuzione. Con quei governi che lavorano contro gli interessi del nostro paese.
Il problema dell’immigrazione non si gestisce facendo la faccia feroce. Non lo si gestisce con i porti chiusi o i blocchi navali. Sono tutte cose che sono state evocate e non fatte perché non sono realistiche. Dopo aver fatto la faccia feroce per mesi siamo 140 mila persone sbarcate sulle nostre coste, questo vuol dire che quella politica è inefficace. Se vuoi svuotare i flussi illegali clandestini c’è un solo modo: riorganizzare in modo legale e controllato i flussi che vanno gestiti. Servono corridoi umanitari per chi viene da situazioni di guerra e drammatica crisi, con corridoi legali per chi vuole venire qui a lavorare. Si gestiscono nei numeri, nelle modalità, negli approdi, nella formazione, nell’inserimento. Cioè fai una politica. Oggi quello che non c’è è una politica, esiste soltanto l’annuncio di cose che poi non avvengono”.