"Bucci? Non lo appoggerò, ma farò un'opposizione costruttiva, come sempre". Così Cristina Lodi ospite de La Voce di Genova ha parlato del suo addio al Partito Democratico, del difficile rapporto con i vertici dopo la vittoria di Elly Schlein alle primarie e del futuro con Azione, le battaglie in consiglio comunale. "Candidarmi in Europa? Non ci penso".
Come mai ha lasciato il PD per Azione?
È stata una scelta molto sofferta, una scelta difficile anche per la mia militanza, per gli anni, i lavori, le battaglie, le amicizie, i legami che ovviamente spero rimangano. Perché comunque quando si lavora, si lavora in maniera forte e pesante. Comunque si lavora assieme e si condividono con molte compagne e compagni, quindi non è stato facile. Sicuramente il PD della Schlein che dal 2023, da gennaio 2023, ha profondamente cambiato l’atto costitutivo del 2007 di Veltroni per quanto riguarda il Partito Democratico, ha sicuramente manifestato una delle caratteristiche all'interno delle quali, io parlo per me, non riuscivo a trovare più casa. Sicuramente rispetto ai principi e ai valori, la casa in cui mi sento più a mio agio, la casa dei riformisti, la casa sempre ovviamente verso un'opposizione ai sovranismi e quindi verso una contrapposizione netta alla Meloni, contro ovviamente tutte le manifestazioni fasciste, nata con riferimenti antifascisti importanti, con Rosselli, con Gobetti, con don Sturzo, quindi un'associazione, un partito che nasce fortemente radicato. Vedendo cosa è diventato, cosa ha scelto di diventare il Partito Democratico, ho trovato una casa in cui trovarmi sicuramente a mio agio rispetto anche a quello che ero nel 2022, sono stata fino al 2022, rispetto agli elettori, all'impegno e alle cose che ovviamente continuerò a fare.
Aveva sentito i vertici del Partito Democratico prima di di prendere la decisione?
La decisione è stata condivisa con una comunità di persone, siamo circa 30 e quindi un percorso diciamo. Prima di comunicare ufficialmente ho sentito il segretario capogruppo Simone D'Angelo per comunicarglielo direttamente, questo perché è importante comunque mantenere ovviamente il rispetto delle posizioni, per il percorso. Sicuramente non avevamo parlato delle mie dimissioni, ma sicuramente in questi mesi ci sono stati dei momenti di dibattito e anche un po' di espressioni di sofferenza mia rispetto a alcune questioni oppure un silenzio che poteva essere ancora più espressione di sofferenza, visto come sono fatta io che parlo sempre. Però nessuno si è anche chiesto perché c'erano questi silenzi. Ma non importa. Nel senso che credo che come succede in politica, ci sono delle evoluzioni. Oggi ci sono stati dei cambiamenti epocali, la politica nel tempo sicuramente. Il contrasto al sovranismo e al populismo è uno degli elementi che mi ha sempre caratterizzato. Nel senso che oggi è necessaria una politica che io ho sempre ricercato nel mio agire di concretezza, nata da dello studio, proposte per dare le soluzioni. Perché le persone ovviamente non chiedono altro. Il Paese non è che stia benissimo. Ecco, sono successe gradi cose: il covid e via discorrendo. Quindi sì, ho comunicato ovviamente ufficialmente al mio gruppo e al segretario capogruppo prima di dare la notizia ufficiale, ovviamente, essendo una decisione di una comunità e di tutti non è diventato un dibattito, come dire, pubblico, continuativo. Perché le persone sono persone, i percorsi sono i percorsi. E come ci si unisce nei momenti positivi, ci siamo uniti nei momenti più faticosi.
Dalla sua fuoriuscita e di Rossetti, sono già nate le polemiche. I segretari regionale e provinciale del Partito Democratico vi hanno accusato di essere già in maggioranza.
Poi però il nostro segretario Roberto Donno, che ringrazio perché Azione ha dimostrato una grande apertura e disponibilità ad accogliere chi nella loro casa, oggi la mia, condivide valori, presupposti e soprattutto anche quelli che sono i principi, non solo valoriali, ma anche attivi di Azione su cui svolgere un servizio. Roberto Donno ha risposto, io non sono Roberto Donno, ma ovviamente Azione ha risposto. Azione è un partito che pochi conoscono e quindi spesso, quando si parla di un partito che pochi conoscono, si parla dicendo cose non vere. Allora io ho invitato anche i segretari a conoscerlo, ad approfondirlo perché per esempio ha un percorso verso i congressi provinciali e regionali, hanno uno statuto. Quindi ha tutto un percorso anch’esso democratico che si è espresso. Il segretario che ha ribadito che siamo in opposizione e che Azione è in opposizioni in regione, in comune e che invece di dibattere su Azione proviamo a impegnarci per mandare Toti a casa che, tra l’altro, è quello che tutti noi ci aspettiamo da due anni e mezzo, tra due anni e mezzo.
Carlo Calenda in visita a Genova nei giorni scorsi si è rivolto a voi, a lei e e Rossetti, dicendo: se Bucci e Toti sbagliano fatelo notare, presentate delle proposte alternative, ma se fanno bene lo appoggeremo. Lei è pronta ad appoggiarlo?
Non ha detto di appoggiare, ha detto di sostenere delle proposte che è un'altra cosa. Il Partito Democratico, finché ero nel Partito Democratico, abbiamo anche votato a favore di documenti, quindi sulle proposte anche delle delibere che era di consiglio e che ritenevamo essere positive per la città, non c'è stato mai un atteggiamento ostile. Magari quando c'era l’incertezza ma non è che abbiamo , se va a vedere, votato contro tutto. Anche perché la politica, la buona politica, sta nella valutazione. Io ricordo che in consiglio comunale io stessa ho proposto, da quando è arrivato Bucci, la costituzione del garante dei detenuti e delle persone limitate della libertà e la delibera del consiglio è stata votata favorevolmente da maggioranza e minoranza in consiglio. Quindi questo è ciò che ci ha chiesto Calenda ma è quello che di fatto, devo dire, i partiti di opposizione fanno anche ad oggi. Cioè, se arriva una delibera, una proposta di giunta, che richiama un'altra continuità, perché diciamo che molte cose che Bucci ha fatto sono la continuità di finanziamenti e di azioni avviate precedentemente. Quindi è chiaro che si erano anche collegate delle cose che comunque per fortuna davano azione a quello che si era deciso anni fa. Abbiamo votato favorevolmente, quindi questo ci ha chiesto e soprattutto ci ha chiesto, cosa che devo dire faccio già, è di studiare, approfondire e poi intervenire sempre in una maniera che non sia mai pregiudiziale. Ma credo che, per quanto mi riguarda, questo lo faccia già parte del mio modo di fare politica.
Quali sono i temi che continuerà a portare avanti?
Ma allora io ho trovato per esempio in Azione una forza su alcuni temi che sono proprio quelli su cui ho fatto le grandi battaglie, c’è la sanità, la scuola, il lavoro, la tradizione ecologica. Ho trovato un'organizzazione molto attenta. C’è un grande centro studi che ha una grande disponibilità di materiale di lavoro che è importante perché quando si affrontano gli argomenti, è sempre bene conoscere, raccogliere materiale eccetera. Su questi temi lo stesso Carlo Calenda ma Azione in generale è molto europeista, molto riformista ma anche molto attenta a quelli che è la sostenibilità di ciascuna delle proposte che si possano fare. La sanità e al tracollo in Italia. Soprattutto Azione richiama molto il significato dello stato. Cioè lui dice che la nostra politica si apre e fa riferimento soprattutto alla prima parte della Costituzione che richiama davvero a un valore dello Stato che va nell'organizzazione del governo dei servizi, nell'assunzione di responsabilità. Cosa che in questi anni, soprattutto con questa destra estrema viene meno perché lo Stato interviene solo nel momento in cui c’è urgenza per far vedere che esiste ma diciamo che una riassunzione di responsabilità anche di fronte alle problematiche in termini costruttivi non la si vede mai. Ma non la si vede nemmeno con la giunta Bucci o la giunta Toti. Quindi è un po' come far scivolare i problemi. Credo che questo aspetto che lui chiama repubblicano, inteso come centrale della costituzione e per noi centrale come se fosse una bibbia a cui far riferimento costantemente più di quanto uno possa immaginare, sia un elemento di grande modernità, che rende questo documento assolutamente moderno.
Lasciamo un attimo Genova, rigassificatore sì o no?
Azione a Savona ha fatto un ottimo lavoro, io non ho ancora avuto modo poi di approfondire. So che hanno fatto degli approfondimenti. Azione a Savona con un comunicato ha detto che sul rigassificatore in generale, che è quello che è stata l'espressione di Calenda, nella fase soprattutto diciamo a seguito della guerra in Ucraina, come succede in tante altre regioni come l’Emilia Romagna, sono modalità attraverso le quali si cerca di raggiungere un'autonomia energetica in questo momento perché è tutto va a gas prevalentemente. Però no a Vado. Questo ovviamente con quello di Piombino e un tema dedicato. Ovviamente la Meloni fa presto: lo spostiamo là. E’ una questione politica, elettorale. Quindi questo è sempre comunque basato su degli studi, degli approfondimenti anche per dove vuole essere messo e quindi io mi affido totalmente anche a un lavoro che non ho avuto ancora modo di approfondire, ma molto molto interessante.
Prima di salutarla un’ultima domanda: nella sua lettera aperta in cui comunicava il suo ingresso in Azione, c'è una frase un po’ sibillina sull'Europa. Vuol dire che si candiderà alle prossime europee?
È un problema che non mi sono assolutamente posta e non pensato all’idea di candidarmi o meno. Ho un pensiero fisso che lo stesso che sono che traduco in regione Liguria che è quello che noi dobbiamo stare molto attenti perché quella destra sovranista e populista, pericolosissima in un momento in cui le guerre ci sono e aumentano non vada a governare. Lì il mio impegno, in qualsiasi modo, a qualsiasi livello, come ho sempre fatto, anche tra la gente per convincere le persone a non votare oppure andare a votare ma votare diverso, sarà grande. Credo che aldilà delle candidature noi abbiamo bisogno di portare un messaggio politico che sia quello davvero che dà una parte di proposta forte, ma anche far sentire di più il pericolo di quello che potrebbe essere un'operazione invece che stravolgerebbe l'Europa e anche i motivi per cui è nata. Il mio impegno per l’Europa io l'ho scritto perché è tra le mie preoccupazioni. Non solo c’è la preoccupazione di riprende la città tra quattro anni. Però quella di lavorare per ritornare a governare regione e soprattutto perché l'Europa sia salva. Questo è un impegno politico, ma anche valoriale che ho messo perché penso che sia la prima grande cosa su cui lavorare, cominciare a parlare perché le persone devono sapere e rischiamo poi che l'astensionismo sia davvero il pericolo vero del futuro dell’Europa.